Il Populous emo che non ti aspetti

Dopo il rallentamento di "Stasi", il producer salentino sorprende di nuovo tutti con "Linguaggi comuni", ep realizzato per To Lose La Track frutto di una residenza artistica assieme a un gruppo di giovani musicisti. Una mossa da vero camaleonte, in cui emerge anche il suo fiuto da talent scout

Populous assieme ai ragazzi di Linguaggi comuni - foto di Paolo Polacchini
Populous assieme ai ragazzi di Linguaggi comuni - foto di Paolo Polacchini

La frenata nei bpm della scena elettronica nostrana l’abbiamo iniziato a notare già da un po’. Basti pensare a Cosmo, che aveva aperto il progetto Nuova Sauna Possibile della sua Ivreatronic con Fermarsi, un’inaspettata svolta ambient che ci ha spiazzato e coccolato. Questo fino all’uscita di La terza estate dell’amore a maggio, dove invece veniva sprigionato tutto quello spirito frenetico da calca sudata sotto cassa. A seguire questa traccia ci ha pensato un altro nome maiuscolo del panorama italiano: Andrea Mangia, aka Populous, ha pubblicato un disco incredibile come Stasi, che già nel titolo svela quella staticità esasperata che rende così affascinante il processo di ricerca che viene poi portato avanti al suo interno.

Quello che sorprende, in particolare, è la camaleontica abilità di Populous di adattarsi a un cambio di marcia così. Se prendiamo la celebrazione che era W, uscito l’anno scorso, riusciamo al contempo a cogliere un trait d’union tra i due dischi e ad ammirarne le profonde diversità, quasi agli opposti: da un lato, l’esaltazione di un matriarcato psichedelico, in un tripudio colorato di luci accecanti e ritmi suadenti; dall’altro, tinte cupe e oscure figlie di un viaggio dalle sfumature ambient all’ombra di una luna calante.

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In questo processo di continua trasformazione, ancora più incredibile è il progetto in cui Populous è stato coinvolto lo scorso marzo: si tratta di Linguaggi comuni, residenza artistica di una settimana effettuata dal producer salentino presso la Torre del Centro Musica di Modena e che ha visto la partecipazione di cinque musicisti tra i 23 e i 30 anni. Il risultato di questo incontro è un ep di 4 tracce, intitolato sempre Linguaggi comuni e pubblicato dall’etichetta To Lose La Track, il 18 giugno scorso.

Se la distanza tra To Lose La Track – che negli anni ha avuto il merito di essere uno dei principali punti di riferimento per la scena emo italiana – e Populous può sembrare siderale, all’interno di Linguaggi comuni si riescono a trovare degli improbabili punti di contatto tra due dimensioni musicali così distinte. 4 brani in cui incastri math rock, chitarre dilatate, arpeggi emo, ritmiche dance trovano un terreno unico su cui incontrarsi, assemblarsi, dialogare e trovare una sintesi che riesca a far splendere ogni elemento per i suoi tratti distintivi. A fare da collante c’è un Populous inedito, che si cimenta con generi con cui non siamo abituati ad associarlo, dimostrando invece di trovarsi perfettamente a suo agio anche calato in questo contesto. Ad accompagnare il progetto Linguaggi comuni c’è un breve documentario, in cui i giovani musicisti che hanno preso parte al progetto, provenienti da percorsi musicali ognuno diverso dall'altro, raccontano la loro esperienza.

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L’aspetto che meglio emerge in Linguaggi comuni è la capacità di Populous di coinvolgere e spingere artisti ancora emergenti, dando il suo fondamentale contributo nel creare qualcosa di valido. È un pregio che da sempre lo contraddistingue, data la sua abilità nel captare potenziali talenti e dare il suo supporto, e che anche nell’ultimo anno ha continuato a portare avanti al di là di questa residenza artistica. C’è per esempio il nostro CBCR Ibisco, per il quale ha realizzato un remix devastante di uno dei suoi pochi singoli, Ragazzi. Oppure viene in mente Ditonellapiaga, con la seconda versione del brano Repito all’interno del suo ep d’esordio Morsi. Su un livello di fama un po’ più alto si pone Vipra, per cui Populous ha curato la produzione del feat. con cmqmartina Tagadà.

Populous durante la sua residenza artistica presso la Torre del Centro Musica di Modena - foto di Paolo Polacchini
Populous durante la sua residenza artistica presso la Torre del Centro Musica di Modena - foto di Paolo Polacchini

Linguaggi comuni testimonia ancora una volta – come se ce ne fosse bisogno – come Populous sia ormai un sigillo di garanzia per chi voglia fare musica in Italia. Anche con pochi mezzi, come raccontato all’interno del documentario e in appena una settimana, è riuscito a mettere insieme un gruppo di musicisti dai background più disparati e a dargli la possibilità di creare un ep coeso e coerente, in bilico tra emo, elettronica, pop e math rock, in cui si sente il suo distintivo tocco pur navigando in acque inesplorate.  

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L'articolo Il Populous emo che non ti aspetti di Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2021-06-30 11:10:00

Tag: album

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