Che cosa definisce una canzone d'autore nel 2020?

Le targhe Tenco – al netto di Brunori – segnano un brusco ritorno al passato. Forse, liquidi come siamo diventati, è bene avviare una discussione su cosa sia la qualità oggi nella musica

Un particolare dalla copertina di "Canterò", di Paolo Jannacci
Un particolare dalla copertina di "Canterò", di Paolo Jannacci

Sono usciti i nomi dei vincitori delle Targhe Tenco 2020: Brunori Sas ha vinto il miglior album con Cip! e la notizia non ci lascia stupiti. Ci è invece venuto da storcere la bocca leggendo di Paolo Jannacci, miglior opera prima con Canterò, e Tosca, migliore canzone singola con Ho amato tutto. Sappiamo bene che quest'anno è stato molto travagliato per il Club Tenco: i nipoti di Luigi, Graziella, Giuseppe e Patrizia Tenco, hanno fatto partire una battaglia legale nei confronti del premio. Secondo i loro parametri di giudizio, il premio Tenco ha "imboccato una strada diversa e lontana da alcuni dei principi per cui fu fondata, prediligendo sempre più i risultati mediatici e commerciali e tendendo a far considerare sempre più come marginale la figura di Luigi Tenco per l'esistenza del Club Tenco".

Abbiamo già affrontato l'argomento qualche mese fa, parlando dei dissapori della famiglia Tenco sulla partecipazione di Achille Lauro all'edizione di ottobre dell'evento, dunque siamo consci che questa edizione sia stata fortemente influenzata dalla querelle. In ogni caso, il risultato ci lascia piuttosto perplessi. Il disco di Paolo Jannacci – opera prima fino a un certo punto, dal momento che aveva già pubblicato a nome Paolo Jannacci Trio – non è particolarmente degno di nota: tra duetti telefonati con J-Ax e Claudio Bisio, standard jazzati e continui rimandi all'opera del padre Enzo, sommando la canzone non proprio indimenticabile portata al festival di Sanremo, ha i suoi bei difetti, ma Paolo è un collezionista di Targhe Tenco: ne ha già vinte tre tra il 2002 e il 2005

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Sempre da Sanremo viene la canzone vincitrice di Tosca, Ho amato tutto, scritta da Pietro Cantarelli: un bel pezzo, ma che sa di usato sicuro, dopo le vittorie dei Virginiana Miller, Cristina DonàDaniele Silvestri con Rancore e Manuel Agnelli degli anni scorsi. Anche in materia di opere prime c'è una bella inversione di marcia, rispetto a Fulminacci, Motta, Appino, Colapesce, Le luci della centrale elettrica, Ardecore o al debutto solista di Morgan, giusto per citare gli ultimi nomi dell'albo d'oro della manifestazione. Mettiamo da parte per un attimo il cortocircuito che vuole due vincitori del Tenco presi da Sanremo e concentriamoci sulla definizione di canzone d'autore, che è la conditio sine qua non per partecipare. 

Ogni canzone può essere d'autore, perché semanticamente la formula presuppone che la tale canzone sia stata scritta da qualcuno, però di solito il campo si restringe agli autori che si distiguono a livello identitario forte, che hanno una loro poetica riconoscibile. Di nuovo, la definizione potrebbe aprire a una lunga serie di artisti e generi musicali che usino la lingua italiana o il dialetto e che abbiano pubblicato un disco di particolare valore artistico e letterario.

Eppure, se parliamo di canzone d'autore, ci viene in mente di riflesso la generazione dei cantautori degli anni '60 e '70, i cari maestri. Niente di sbagliato, ma nel 2020 la canzone d'autore dovrebbe rappresentare anche il contemporaneo, altrimenti faremo l'errore di non pensare proprio al titolare onorario del premio: al momento della morte, Luigi Tenco non aveva ancora 30 anni e aveva un linguaggio sia poetico che melodico piuttosto distante da quello degli artisti del suo tempo.

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Senza fare la lunga lista di produzioni italiane uscite tra  il 1° giugno 2019 e il 31 maggio 2020, che potete agilmente trovare nel nostro sito, c'è senza dubbio più di un nome che, per rilevanza artistica dell'album e lavoro sul linguaggio e sulla struttura musicale, avrebbe meritato almeno la nomination, se non il premio. Siamo sicuri che anche voi che leggete avete in mente i vostri nomi, in una parabola che va da Andrea Laszlo De Simone a Colapesce e Dimartino, da Madame agli Psicologi, con tutto quello che sta nel mezzo.

Per svecchiare la formula piuttosto desueta delle Targhe Tenco, occorrerebbe avere più curiosità e più attenzione per tutta la musica italiana d'autore, anche per quella degli outsider, fuori dai circuiti sanremesi e dentro la realtà dei club e dei chilometri col furgone per suonare, ma anche della comunicazione digitale. È un sacco di tempo che la canzone d'autore italiana vive di una rendita incredibilmente ricca, ma l'unico modo per onorare la memoria di un cantautore rivoluzionario per il suo tempo come Luigi Tenco è quello di iniziare a considerare gli stravolgimenti del linguaggio odierno.

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L'articolo Che cosa definisce una canzone d'autore nel 2020? di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2020-07-01 14:44:00

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