Il Primo Maggio a Roma, p.zza S. Giovanni



Nel backstage del Primo Maggio

Roma. E’ il Primo Maggio e mi ritrovo, quasi per caso, nel backstage del concertone, evento ormai nazional-popolare, la risposta rockettara a Sanremo. Ho l'accredito verde, quello per i "media", ma non vale molto se volessi, ad esempio, parlare con il Divino Piero (sia Pelù che Chiambretti), oppure con la candida Elisa. Per loro, ci vuole "un accredito con i controcoglioni", e il mio è solo un mediocre e comune - visto che saremo un centinaio ad averlo -, foglietto plastificato che serve per stare ai tavolini con l'ombrellone, collocati dietro al palco, mentre la gggente, là davanti, muore di caldo. Sì, perché, incredibile a dirsi, oggi fa caldo, c'è un sole come non si vedeva da anni al concerto di piazza S. Giovanni. E sono felice. Almeno ho smentito la maledizione fantozziana che mi voleva sempre bagnata come un pulcino…. Anche se stavolta non vale perchè facevo comunque parte di un élite, composta di "guest", "artist", "media", etc… etc… e, forse, un riparo lo rimediavo comunque. Torniamo a noi: aggirarsi tra la fauna di un dietro le quinte è un'interessante esperienza socio-antropologica, non tanto per le star o i personaggi pubblici di turno che ti capita di incontrare (il segretario della CGIL Cofferati, il Presidente della Rai Zaccaria, molti attori e registi, fra cui Laura Morante, Mimmo Calopresti, Simona Cavallari, …), quanto per la marea di imbucati, "amici di" o "parenti di", che ti capita di riconoscere. In genere presunti "guest", quando non vedi addirittura ragazzette di tredici-quattordici anni in lacrime per il mancato contatto col divo, in genere Piero (stavolta solo Pelù…) con il cartellino "media" in bella vista. Il becerume ve lo lascio immaginare attraverso poche istantanee: signora con gioielloni d'oro, sulla cinquantina, ben abbronzata, collo vizzo, penna e foglio perennemente in mano (il perché è facilmente intuibile) che urla di continuo ai figli, tutti grassottelli, "Hai visto è passato...." oppure "Cori, cori! Là ce sta' Elisa!"; la figlia: diario traboccante di cimeli più o meno preziosi (si va dal foglio della gomma da masticare all'autografo di Gigi D'Alessio: a voi giudicare il più sacro….), sguardo vigile, sempre in attesa, di catturare, come un radar infallibile, V.I.P.: "Very Important Person".

Questo per darvi un'idea del contesto. Poi ovviamente ho fatto anche il mio "lavoro": ho intervistato cioè gli artisti, tutti peraltro molto disponibili, alcuni persino logorroici, come "Kayapezz8" dei 99 Posse. Di seguito, un resoconto più o meno dettagliato, sicuramente fedele (ho mantenuto alcune espressioni del parlato per dare un'idea del personaggio) su ciò che ne pensano gli artisti del Primo Maggio e del concertone nazionale.

Ha ancora un senso oggi il Primo Maggio?

Federico Zampaglione, cantante dei Tiromancino:
"Io credo che il Primo Maggio oggi ha quasi più senso che in passato. Dico oggi perché siamo a quindici giorni dalle elezioni e la speranza è che tutto questo movimento di gente, di musicisti, di organizzazione, in generale tutta questa voglia di pensarla in un certo modo, non finisca male, ovvero con dei risultati elettorali purtroppo deludenti. Penso quindi che oggi il Primo Maggio sia importantissimo e che sia bello esserci. E' bello fare parte di questo e rappresentare le proprie idee musicali e non."
Progetti?
"Stiamo per fare il video del pezzo che è contenuto nele film di Ozpetek "Le fate ignoranti", saremo ancora in tournée per tutta l'estate. Poi ci fermiamo un po'."

Ha ancora un senso oggi il Primo Maggio?
Marco Messina,"Kayapezz8" (99 Posse):
"Dipende dal Primo Maggio. Questo Primo Maggio ha senso per un gruppo perché è bello venire a suonare davanti a tanta gente, trovare gruppi, farsi intervistare, è bello da un punto di vista umano, della promozione. Poi c'è anche un altro Primo Maggio. Ed è quello della Festa del Lavoro. Perché questa è una manifestazione anche politica, tant'è che ci sono molti gruppi che hanno fatto interventi. E' importante ribadire che le condizioni dei lavoratori sono peggiorate rispetto a quelle di trenta o quarant'anni fa. Per esempio: mio padre lottava per migliorare le sue condizioni di lavoro. Oggi, tutti quanti lottano per avere un lavoro. Non senti tanti ragazzi che dicono: "Io esigo condizioni di lavoro più dignitose", ma "Io vorrei lavorare a qualsiasi condizione". Se c'è crisi è un dato di fatto; poi c'è un problema a monte: se ho una fabbrica e mi compro le macchine che mi fanno aver bisogno di 20 invece che di 100 operai, io quelle macchine le devo pagare. Dopo che ho ammortizzato i costi di quelle macchine, guadagnerò molto di più perché non devo pagare, stipendio, contributi a ben 80 operai. La cosa è semplice: basterebbe che quando uno ha una fabbrica, licenzia 800 persone, bene tu comunque una parte di soldi che risparmi li devi dare perché ci vuole il sussidio. Se la società non ha più bisogno di manodopera, dovrebbe essere un bene per tutti (…) Non c'è bisogno di un operaio però c'è bisogno di gente che accompagna i vecchietti che sono soli: allora si dà uno stipendio sociale a queste persone. E' una cosa talmente ovvia e non capisco perché l'Italia deve spendere miliardi e miliardi in bombe per bombardare la Serbia per una guerra umanitaria e non può spendere miliardi e miliardi per pagare i disoccupati un stipendio dignitoso! Cosa che succede tra l'altro in altri Paesi europei perché in Francia, in Germania, in Inghilterra chi è disoccupato ha un sussidio di disoccupazione. Se io non posso lavorare non è certo colpa mia…."
Ti consideri un lavoratore?
"Io mi considero un lavoratore privilegiato, nel senso che comunque lavoro. Ho fatto dei lavori che mi fanno capire che sono un privilegiato, per esempio i ragazzi che stanno qua a montare e smontare si fanno il culo rispetto a me che sto seduto qua , poi vado un quarto d'ora a fare il bello (gesticola) e mi becco pure gli applausi e questo è sicuro. La mia vita è comunque cambiata radicalmente da quando ho iniziato a suonare a tempo pieno. Non ho più tempo libero. Sono contento, ci metterei la firma per fare questo, non è che mi sto lamentando (ride). Però comunque mi considero un lavoratore."
Che lavori hai fatto ?
"Ho lavorato un anno e mezzo in una libreria antiquaria. Da Colonnino, a Napoli. Poi ho lavorato mezza giornata in una cava di tufo. Solo mezza perché poi ho visto che non faceva per me…. Poi ho fatto pure il cameriere. Che pure è un lavoro… Perché quando tu porti il piatto e quello fa il pezzo di merda perché sa che tu sei il cameriere e non puoi fare niente, è più forte di me: o me ne andavo o glie scasso lu piatt'in capo. (Vuoi che ti faccio la traduzione?) Bisogna avere anche la consapevolezza: ho fatto anche la bancarella e ho capito che il commercio non faceva per me. Sono stato un anno a Londra, un mese ho lavorato come portiere in un albergo e poi nove mesi ho avuto il sussidio di disoccupazione. In Inghilterra con il sussidio potevo andare al cinema pagando 50 pences, andavo gratis a teatro, mi pagavano l'affitto di casa e mi davano all'epoca 35 sterline alla settimana (era nel 1989). E' poco, però ci vivevo; in più, dopo un mese ti iniziano a mandare richieste per fare corsi professionali: inglese, fonico di registrazione, elettrotecnico, computer, qualsiasi cosa . E tu scegli una di queste cose. Ad esempio, il corso di fonico se io lo vado a fare in Italia , pago 10 milioni all'anno. Là, da disoccupato, pagavo 2 pounds d'iscrizione e basta. Giustamente dicono: "Tu sei disoccupato, io ti pago, però devi imparare a fare un mestiere". Però te lo pagano loro!"
Qual è il significato del Primo Maggio oggi?

Frankie HNRG:
"Beh, Festa del Lavoro, che diamine! Nel senso che non si lavora, si direbbe. Nel senso della manifestazione alla quale si è piacevolmente soliti assistere qui da piazza S. Giovanni o da dove capiti ( anche da "Papalandia"…). E' un'occasione che alla fine della giornata sembra sempre un po'… perduta, in quanto sospesa fra un anno e l'altro, senza un qualcosa di continuo che renda l'appuntamento del Primo Maggio come culmine di una serie di rassegne che lungo l'Italia legano le persone e che le aiutano a spostarsi. Forse un'occasione troppo unica per poterla apprezzare completamente."
Mancano occasioni d'incontro, per chi ama la musica a livello nazionale…
"Assolutamente. Bisognerebbe organizzare più festival in varie parti dell'Italia e non soltanto nel Nord o nella migliore delle ipotesi nel Centro. Arrivare anche in Sardegna, che è un pezzo dell'Italia meraviglioso, piena di gente che ha voglia di sentire musica per poterla criticare in maniera attiva e invece viene sempre lasciata nel dimenticatoio. Quando si dice di voler far "cultura" e si mette la parola "cultura" nei propri programmi politici, ci vorrebbe qualcosa di un po' più pratico che la cultura in sé. Cacciare fuori soldi per organizzare rassegne, per costruire sale prove, per dare un'occasione di lavoro a tanta gente che lo fa per hobby. Proprio come ho iniziato io. Non affidarsi soltanto alla fortuna."
Ti consideri un lavoratore?
"Io mi considero un hobbista di lusso. Perché dai miei hobbie e dai miei interessi riesco a trarre da vivere. Il lavoro lo vedo come una cosa che meno pratico, meglio è, nel senso che il lavoro l'ho sempre considerato come una cosa che si è costretti a fare, sbagliando, perché il significato è completamente diverso, ma se mi è venuta questo significato in mente è perché l' ambiente in cui mi sono formato mi ha condizionato in questo senso. Credo di non essere l'unico… Sono fortunato, ripeto. E' un'occasione più unica che rara quella di avere una passione e trasferirla in un qualcosa che ti dà anche del denaro per sopravvivere. Ma non è la fortuna l'unica cosa sulla quale si può fare affidamento, le proprie passioni sì."
Quindi il concerto del Primo Maggio aldilà del significato di festa del lavoro. Più festa di musica…
"Esatto, per essere la festa del lavoro è indispensabile festeggiare e la musica è la maniera migliore per creare l'atmosfera giusta. Parlare di lavoro e parlare di musica sono due cose differenti."
Tu sei uno molto bravo con le parole… Secondo te, siete veramente tanto pericolosi? Le vostre parole che potere hanno? Non vi vogliono far parlare per la par condicio…
"Io ho aperto la diretta della Tv addirittura, occupando un piccolo spazio dei Tiromancino. Io problemi di par condicio ne ho sempre avuti pochi, nel senso che l'esercizio della par condicio è frequente nella mia musica. Non è dicendo "non votare Tizio, vota piuttosto Caio," non è così che si fa informazione. Questo è ciò che fanno i suddetti politici, continuamente. La gente è confusa: io non voglio confondere le persone. Quando dico che ci sono troppi incompetenti nelle posizioni-cardine, mi riferisco in maniera assolutamente parietaria a tutte le persone che vedo dibattere nell'agone politico questi giorni. Quindi, non so se c'è paura nel dar la parola a chi le parole quando ce l'ha ama usarle, non è stato il mio caso oggi, non credo sarà il caso dei 99 Posse che si esibiranno più tardi. L'importante è che ci siano dei messaggi pronti a recepire dei massaggi che non siano "Tizio è bravo, tal altro è un infame," ma che riescano a fare uno scatto, a costruire, nonostante chi ci governerà."
Un commento su questa campagna politica?
"Quale campagna politica?! Io della campagna sento soltanto la puzza di cacca."

Cos' è per te il Primo Maggio?

Dan Solo, bassista dei Marlene Kuntz
"Ufficialmente è la festa dei lavoratori. Qui è un concerto, secondo me, il lavoro non c'entra molto. C'entra come idea politica. Poi essendo un concerto, il lavoro dov'è? Quello di chi fa il concerto. Non so."
Secondo te questa è una festa politica?
"E' una festa politica, sindacale e sindacalista.

Ti sei fatto un'opinione su questa campagna elettorale?
"Sì, è che cerchiamo di imitare come al solito gli americani anche nella politica, però, essendo in Italia, questo non funziona. La campagna elettorale italiana non esiste, ci riguarda poco, se nel momento in cui mettiamo la x, chi lo farà, sulla scheda elettorale. La politica non la facciamo noi, ma le industrie, i grossi poteri, che non sono neanche i poteri occulti di cui si vocifera, sono lì, li vediamo. La musica può aiutare le coscienze. Poi ognuno fa la sua politica; se la musica diventa strumento della politica, non è più musica".



Il sito del festival (www.primomaggio.it), riporta cifre enormi: c'era un pubblico di oltre 800.000 persone.

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L'articolo Il Primo Maggio a Roma, p.zza S. Giovanni di Silvia Giagnoni è apparso su Rockit.it il 2001-05-20 00:00:00

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