Quando un concorrente di X Factor 2022 incontra un classico, è un concorrente morto

Terza serata di live per lo show di Sky e, forse più che in passato, a segnare i destini di numerosi artisti in gara sono le scelte dei loro giudici. Inspiegabili, in alcuni casi. Come il Tenco affidato a Matteo Orsi. Decisamente rivedibile anche Dadà con il classico napoletano

Matteo Orsi live a X Factor, foto di Virginia Bettoja
Matteo Orsi live a X Factor, foto di Virginia Bettoja

Hell Factor, per chi non lo sapesse, è la puntata di X Factor in cui velocizziamo il programma mandando a casa due concorrenti invece di uno solo. Visto che il talento in questa edizione non tracima, sarebbe opportuno fare più puntate di questo tipo fino a vedere la finale tra Omini, Santi Francesi e Linda vinta da Linda. Ho fatto un pronostico? L'ho fatto. Detto questo, andiamo a vedere che è successo in puntata. Inizia Sangiovanni ospite d'onore vestito come Lucignolo con una canzone in cui il batterista fa tutto il lavoro e lui si limita a cantare in corsivo strofe che non sanno di niente. 

Entra Francesca Michielin con le extension credo (sono pelato, non mi intendo davvero troppo di questo argomento) e dà il via allo show presentando i giudici e già si capisce quanto tutti stiano attenti ai giudizi del web: se lei non dice più regaz e Ambra prova a fare più la simpatica, Rkomi fa subito il mea culpa per i commenti acidi della puntata precedente mentre Dargen se la gioca di giochi di parole e Fedez c'ha sempre un po' quel piglio alla cazzomene, sottolineato dalla presenza di Chiara Ferragni e sorella dietro di lui, a ricordargli che le cose importanti nella vita sono altre. Nel corso della puntata Fedez e Rkomi litigheranno, ma fa parte dello show.

La gara: Partono gli insopportabili Disco Club Paradiso che invece dei giudizi del web se ne fottono e continuano a elargire allegria immotivata in una versione itpop/liscio/manuchao di Laura non c'è di Nek, provocandomi irritazioni cutanee. Joelle piccoletta canta molto bene ma la vogliono far diventare per forza popstar e non sembra la sua strada. Summertime Sadness di Lana Del Rey le piace pure, ma quando deve muoversi e dimenarsi ha lo sguardo impaurito di Bambi. La vedo molto bene come cantante indiefolk, ma che volete che ne sappia io. Gli Omini rispaccano allegri con Brainstorm degli Arctic Monkeys. Sanno fare quella roba lì e la fanno dignitosamente, chiedere di più sarebbe quasi offensivo. 

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È il turno di Lucrezia e non posso che ripetere la stessa cosa: brava, voce fastidiosissima, le canzoni vanno sentite con le budella, non con l'accordatore. Un pezzo storico e meraviglioso come Insieme a te non ci sto più di Paolo Conte e Vito Pallavicini, Caterina Caselli lo rendeva glaciale e insieme carnale, nei tremolii della sua voce austera c'era ogni goccia di dolore per la separazione. Se non si riesce a fare una bella cover bisogna andare su qualcosa di più semplice e mai, mai pensare di poter migliorare i capolavori. Ci torneremo sopra.

Tocca a Dadà che siccome tutti hanno detto di smetterla di farla cantare in napoletano le stesse cose, canta I' Te Vurria Vasà, stavolta senza mashup e purtroppo la sua voce sola non riesce a reggere tale peso. Primo ballottaggio: vanno al televoto Joelle e Dadà. Io avrei mandato Lucrezia al posto di Joelle ma sto sul divano e conto poco. Intermezzo con Yungblud che fa tutto bene e si sarà domandato dove cazzo sta per trovarsi in un'intervista imbarazzante con Fedez in versione fanboy. 

Seconda manche, inizia Linda che sulle prime non mi piaceva granché ma è l'unica che riesce a fare una cover dignitosamente. Stavolta tocca a Labrinth per il pezzone colonna sonora di Euphoria, che lei fa suo e aggiunge anche qualcosa all'originale con la sua voce rotta. Brava. Brava anche Beatrice Quinta che ha voce e sa come stare su un palco, peccato Dargen scelga per lei canzoni di nuovo intoccabili - stavolta Fiori rosa, fiori di pesco di Mogol/Battisti - che di nuovo vuole ammodernare, come se rendergli giustizia cantandola bene senza mille effetti speciali fosse una roba che non si fa più.

I Tropea gettano il cuore oltre l'ostacolo e cantano Luna dei Verdena in una versione molto emozionale, probabilmente la migliore esibizione della loro permanenza nello show per una canzone per niente facile, poi tocca ai Santi Francesi che fanno i piacioni con Ti voglio dell'eterna Ornella Vanoni. Esibizione senza sbavature ma l'originale è una roba che fa venir voglia di scopare anche ai morti. E ora che succede? 

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Matteo Orsi è un bravo cantante, sa scrivere canzoni, è molto emotivo e sul palco spesso piange. Va bene così, nessun giudizio. Dargen, per metterlo a suo agio, gli dà Mi sono innamorato di te di Luigi Tenco che non è una canzone, è un monumento. Tenco l'ha cantata con la sua voce piena, lugubre, tagliente, riempita di mondi e disperazione. Matteo non ci sta dentro al pezzo, lo si capisce subito. La sua voce è molto alta, le parole quasi le butta via, stona, da casa stiamo male per lui, per la figura che non meritava di fare. Perché lui è pure bravo, ma la canzone è venti, duecento volte lui. Ripeto, va bene così, nessun giudizio né su di lui né sugli altri che non hanno retto e che sono stati schiacciati dal pezzo assegnato: non tutti possono fare belle cover di classici e le canzoni così importanti andrebbero rispettate di più, non buttate lì con gli arrangiamenti a cazzo per fare i cool.

La faccio breve: vanno al ballottaggio Tropea (immeritato) e Matteo Orsi che raggiungono Joelle e Dadà. Per un meccanismo che si fa prima a vederlo che a spiegarlo vanno a casa Dadà e Matteo Orsi. Dargen si cosparge il capo di cenere e capisce di aver fatto una cazzata, ma ormai il suo concorrente è fuori. Torniamo a bomba: per quanto una settimana di lavoro con i producer possa essere bella intensa, quando parliamo di Tenco, Battisti, Caselli, Vanoni, dei classici, parliamo di canzoni di alta scuola, scritte dai migliori, arrangiate dai migliori, cantate dai migliori. Se vogliamo omaggiarle e metterle all'interno di un talent, allora che i cantanti siano all'altezza, che gli arrangiamenti siano ben studiati, che non siano banalizzate per diventare l'ennesima canzonetta buttata su Spotify per fare numero. La canzone è un'arte, ricordiamocelo più spesso.

 

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L'articolo Quando un concorrente di X Factor 2022 incontra un classico, è un concorrente morto di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2022-11-11 09:43:00

Tag: x factor

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