Quant'è prodotto il mare

Da Federico Dragogna a FiloQ e poi sound artist, musicisti elettronici o jazzisti: otto producer e artisti diversissimi tra loro hanno dato vita a un collettivo, Stellare, e un disco, "Wave". Un flusso di suono, nato nei musei genovesi, che è un invito a perdersi tra gli abissi

Una registrazione all'Acquario, foto di Silvia Badalotti
Una registrazione all'Acquario, foto di Silvia Badalotti

Quando un manipolo di artisti quali Ale Bavo, FiloQ, Raffaele Rebaudengo, Federico Dragogna, Moritz Schuster, Francesco Bacci aka Lowtopic, Guido Affini e Alberto Bof si mettono assieme per un progetto musicale è chiaro ed evidente che ci sia qualcosa di grosso che cova sotto le ceneri. Anche se in realtà più che di ceneri e di fuoco, qui si parla di acqua, segnatamente di mare.

Wave, questo il nome del disco cui questo collettivo ha dato vita, è qualcosa di unico nel panorama italiana e internazionale. Primo lavoro della factory sonora Stellare, l'album nasce da Galata Museo del Mare e all'Acquario, al Porto di Genova, durante il festival Zones Portuaires, che ha visto otto producer impegnati a confrontarsi e creare composizioni inedite utilizzando i suoni sottomarini in due studi di registrazione appositamente allestiti in delle strutture suggestive.

La cover del disco
La cover del disco

Una performance, che è diventata un progetto strutturato in cui l’ambient più oscuro e onirico incontra la psichedelia più libera e libertaria con, in aggiunta, orchestrazioni acustiche ricolme di beat. Stiamo parlando di IDM, in sostanza, ricca di bassi profondi come gli abissi oceanici. Punto di partenza sono state le campionature di suoni sottomarini e naturali. Come si può leggere nel comunicato stampa, Wave è “flusso di suono, ritmo e melodia per capovolgere il punto di osservazione e trasformare il mare in cielo”.

Questo suono camaleontico e variegato è derivato anche dal gruppo di lavoro che ha contribuito a realizzare Wave. Stiamo infatti parlando dei protagonisti delle già citate due giornate del festival genovese, tra cui Moritz Schuster, jazzista, produttore e sassofonista tedesco, Federico Dragogna, penna e chitarra dei Ministri e produttore (Vasco Brondi, Paola Turci, Lucio Corsi), il sound artist Guido Affini, e ancora Alberto Bof, pianista e compositore di colonne sonore a Hollywood e il producer genovese Francesco Bacci aka Lowtopic membro degli Ex-Otago (del suo album d’esordio abbiamo parlato qui).

Oltre a loro, a rammagliare il tutto, ci hanno pensato Ale Bavo (Samuel, LNRipley), FiloQ (Istituto Italiano di Cumbia, Uhuru Republic), Raffaele Rebaudengo (Gnu Quartet, Uhuru Republic), fondatori della casa di produzione sonora Stellare e ideatori delle Sessions con il quarto socio Stefano Figari. Questo lavoro diffuso e collettivo ha portato a un album talmente stratificato che quasi confonde. Esattamente come i flâneurs di fine Ottocento (i viaggiatori letterari che si lasciavano guidare dall’istinto e dal caso per esplorare le grandi capitali artistiche del tempo), proprio la perdita delle coordinate è un tratto costitutivo di questo lavoro.

Le stesse dichiarazioni dei produttori vanno proprio in questa direzione, anzi, in queste direzione: “Tale libertà che abbiamo messo dalla prima all’ultima traccia del nostro lavoro, regala alla musica una coerenza straordinaria col tema delle sonorità sommerse. È musica che brilla e si inabissa, chiede di esprimersi e si afferma come un’onda”.

Gli artisti al museo Galata, foto di Silvia Badalotti
Gli artisti al museo Galata, foto di Silvia Badalotti

Tracce come H2O oppure la bellissima Oceano Stellare sono dei veri e propri manifesti programmatici in musica di quanto scritto e dichiarato dagli artisti coinvolti. Stellare è esplorazione degli abissi sottomarini attraverso la musica, una mappatura sonora dei flutti che diviene, al tempo stesso, biografia del mare e epica dell’uomo in rapporto all’oceano. Farlo “dal” Museo Galata e dall'Acquario di Genova è proprio essere la coordinata giusta. 

Wave è, in ultima analisi, un disco unico e, forse, irripetibile, un viaggio sonico per vincere, se non acuire ancor di più, quel fascino misto al terrore racchiuso negli immortali versi scritti da Paolo Conte e cantati da Bruno Lauzi in Genova per noi: “Ma che paura che ci fa quel mare scuro. Che si muove anche di notte. Non sta fermo mai”. 

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L'articolo Quant'è prodotto il mare di Mattia Nesto è apparso su Rockit.it il 2022-05-12 10:01:00

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