Per Raffaella Destefano è sempre stata solo una questione di tempo

Con i Madreblu ha vissuto l'epopea della musica indipendente anni '90, è arrivata a un passo da Sanremo ed è finita nei credits de 'I Soprano'. Ma niente è per sempre, tranne la musica quando non puoi farne a meno. E così ritorna con un nuovo disco, "Costellazioni private"

Uno shooting dei Madreblu per la presentazione del disco 'Necessità' (1999). Foto di Aldo Buscalferri
Uno shooting dei Madreblu per la presentazione del disco 'Necessità' (1999). Foto di Aldo Buscalferri

C’è voluto un viaggio extra corporale per far tornare sulle scene Raffaella Destefano. La voce dei Madreblu– gruppo non da poco dell'allora indie italiano anni ’90 formato con Gino Marcelli – all’alba dei 50 anni ha dovuto fare i conti con il suo percorso per far venire alla luce Costellazioni Private, il terzo disco solista. "Quando arrivi al traguardo dei 50 inevitabilmente tiri le somme tra quello che hai fatto e quello che avresti voluto cambiare", racconta Raffaella Destefano. "A una prima analisi mi sembrava di aver sbagliato tutto. Poi mi sono alzata su me stessa e, come in un’esperienza fuori dal corpo, ho iniziato a vedere in modo chiaro ogni cosa: le mie canzoni, le mie esperienze formavano una costellazione bellissima".

Di stelle nella vita di Raffaella ce ne sono state parecchie, anche se non tutte hanno brillato allo stesso modo. Nel 1997 i Madreblu arrivano a Sanremo Giovani con Gli Angeli, vengono eliminati, ma il brano è il più suonato dalle radio. Le stelle brillano ancora per il duo, arriva un lungo tour e il disco “Necessità”, una produzione curata che suona attuale ancora oggi. Punta di diamante è il branoCertamente, che diventa colonna sonora della serie tv I Soprano, un autentico culto, la più premiata di sempre e che ha da poco compiuto 25 anni. Dopo quel risultato, con una nota quasi paradossale, termina il rapporto con Emi Music che li produceva.

La copertina del nuovo album 'Costellazioni Private'. Foto di Lucrezia Tornari
La copertina del nuovo album 'Costellazioni Private'. Foto di Lucrezia Tornari

Dopo l’album L’Equilibrio (2004), la stella dei Madreblu si spegne definitivamente. «È stata come la fine di una relazione", spiega Destefano, "non avrei mai tradito il gruppo, ma sentivo che ormai avevo bisogno di altro". Quel “bisogno di altro” germoglia lentamente e dopo quattro anni sboccia Filologica, che porta l’elettro new wave nel suo repertorio. Il singolo Domani ottiene un buon riscontro radiofonico, ma il progetto non prosegue come la cantante avrebbe voluto: "Le cose non andavano mai come progettavo. Dopo mi sono sostanzialmente arenata, anche nella scrittura".

Questa sorta disindrome della pagina bianca, la supera però grazie a una mail del compagno Guido, come spiega lei stessa: "Ci frequentavamo da poco, gli stavo scrivendo che non riuscivo più a produrre delle canzoni. Lui mi rimanda il testo della mail un po’ cambiato e mi dice: 'Ma come non scrivi più? L’hai appena fatto, questa è una canzone!'". È nato così Altrove, brano apripista di Un Atlante di Me (2018), un disco con tanta elettronica suonata in maniera intima. Grazie a questo lavoro, colonna sonora del viaggio che il compagno Guido ha fatto su uno scooter 125 attraversando il Sudamerica con il progetto Ride The Change, Raffaella mette insieme i pezzi e ritrova la sua strada. 

A 5 anni di distanza, il nuovo disco Costellazioni Private sposta il viaggio su un’altra dimensione: quella delle stelle. Ogni brano è come una piccola cometa che racconta la storia personale e artistica di Raffaella Destefano, ma con un suono moderno. È un album dove gli anni ’90 cantano il 2024 perché anche nelle canzoni troviamo artisti di quel periodo: Luca Urbani, ex voce dei Soerba, produce diversi pezzi e il brano omonimo del disco trova come ospiti Odette di Maio dei Soon e Francesca Gastaldi degli Zerozen, due gruppi della Mtv Generation (tipo loro, ma fino a un certo punto).

Raffaella Destefano apre il concerto di Paul Weller all’Alcatraz di Milano nel 2005. Foto di Stefano Masselli
Raffaella Destefano apre il concerto di Paul Weller all’Alcatraz di Milano nel 2005. Foto di Stefano Masselli

Ad aprire il progetto èTrentazerotre, prodotto dal cantautore Psiker, con un tappeto elettronico racconta la fine di una relazione. Oltre all’amore si parla della possibilità di ricominciare da zero, di rinascere come una fenice. È questo il senso di Interstella che a livello sonoro, assieme ad Ascolto Isoradio, riprende le atmosfere new wave diFilologica. Nel disco non potevano mancare i Madreblu e allora ecco il ritorno di Gino Marcelli in Luglio Brucia e le due nuove versioni de Gli Angeli, con un arrangiamento da orchestra sinfonica, e di Sono Io, con un'avvolgente produzione di Marco Rigamonti. L’ospite d’onore del disco suona inglese e porta il nome di Robert White. Ha dato un’impronta del suo sound sull’intima Naturale, dove Raffaella parla del rapporto con sua mamma, scomparsa quando lei aveva solo 34 anni, e su Stelle, cover sognante di un pezzo di The Milk and Honey Band, il gruppo di White. 

Insomma Raffaella Destefano non solo ha ritrovato sé stessa, ma ha tracciato una linea chiara del suo percorso artistico fatto di sperimentazioni continue che strizzano sempre l’occhio al sound anni ‘90. In attesa del tour estivo e del nuovo singolo Videogame, con una versione dancefloor tutta da ballare, abbiamo in fondo una certezza: alla fine, come canta Raffaella, è “solo una questione di tempo”.

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L'articolo Per Raffaella Destefano è sempre stata solo una questione di tempo di Alberto Fassio è apparso su Rockit.it il 2024-01-17 12:01:00

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