Il revival punk italiano ci sta facendo godere

Guardarsi in dietro e recuperare il passato non è per forza un male, se si suona alla grande. È il caso di band come Tropical Tennis, Jaguero, Slang Poor Kids e Labradors, band molto diverse tra loro per suono e provenienza, ma che in comune hanno la cazzimma

I Labradors al pogo
I Labradors al pogo

La serialità ce l'ha insegnato – guardare indietro non è reato!
Slogan rivisitati a parte, due delle cose fondamentali che ho imparato in questi ultimi anni da finto-giovane affannosamente dietro a questa o quella serie, con un occhio sempre rivolto a eventuali parallelismi musicali, sono: 1)  lo spettatore ama l'ucronia, anche detta authenticity, e quando la coglie (o forse sarebbe meglio dire la sgama) si sente gratificato 2) lo spettatore ama ancora di più citazioni e rimandi, e quando li coglie, anche se non riesce a comprenderli precisamente, ne subirà comunque il fascino e così continuerà a volerne di puntata in puntata, di stagione in stagione.

È così chiara questa attrazione che, dopo essere stata la più analizzata dai vari Simon Reynolds o Carl Wilson e via discorrendo, si è dedotto come fosse dovuta in origine, come ci suggerirebbe Freud, a quel “citarsi addosso” per il quale ciascuno prova quotidianamente un piacere autoreferenziale quasi fisico. Amiamo gli easter egg perché siamo noi i primi a usarli tutti i giorni per renderci più interessanti a suon di riferimenti a passati accadimenti del nostro stare al mondo e che riteniamo degni di essere detti e ridetti centinaia di volte, dando per scontato che sia così anche per chi ci ascolta.

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Il mese appena trascorso, tirando un po' le somme sul punk disconfort nostrano, per come lo si è visto e ascoltato, ho captato fin dai primi appunti questo fioreggiare di gangband revivaliste. Nel senso più sfizioso e scoppiettante del termine. Avrei voluto parlarvi dei Tropical Tennis dalla Puglia quando il mio radar musicale li ha intercettati, ma visto che in mezzo ci si è messa la pandemia li ho persi completamente di vista, lasciandomi per strada il loro primo disco, Bad Choice del 2021. Secondo me però è stato anche un bene, perché i quattro tranesi hanno avuto modo di affinare il tiro e uscire con un omonimo secondo disco che è una bombetta di skate-punk strabordante velocità e ironia. Rispetto alla tremenda grafica del debutto, questo strizza l'occhio a The Mark, Tom And Travis Show dei Blink, ma credo in origine alla genialità di I Heard They Suck Live dei No-Fx, che ce lo rende a pelle più congeniale e quindi invitante.

A differenza di quanto si potrebbe pensare, le similitudini con la band di Fat Mike sono più di spirito che musicali. Ok, hanno qualcosina in comune, di sicuro il gusto per lo scherzo, ma nel complesso tirano fuori un album più proprio. Penso a Less Work More Skate, all'audace doppietta Blowjob / Party In My Pant o la rancida The Boys. O Shut The Fuck Up, che dal vivo deve essere una bella mina. Continuando a parlare di potenziali déjà-vu generazionali, per quanti stavolta nati nella seconda metà degli 80s, sono usciti i due nuovi singoli di quattro veneti legati al vecchio giro Regarde, La Fortuna e (dio li abbia sempre in gloria) Slander.

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I vicentini Jaguero, questo il nome da segnarvi, fanno parte di quei gruppi che, con un solo EP all'attivo, muovono culi da altre regioni per andarli a sentire. Soprattutto perché dal vivo spaccano ancora più di quanto già non facciano in studio. E non crediate che là non rendano. Ascoltare per credere. All I Think About e New Love (Epidemic Records, 2023) indicano la via al nuovo lavoro in uscita a fine mese. Un mal-rovescio emo che ricorda Title Fight, Spanish Lovesongs, Turnstile ma con un cantato più ruvido ed empatico delle derive indie di questi. Dopo l'amore incondizionato per gli Stegosauro, smossi dai nuovi Gazebo Penguins, Cani dei Portici e Gufonero, i Jaguero rimpolpano il mondo degli strani animaletti che a noi weirdo piacciono assai – visto che la flora sembra sia già stata presa tutta.

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Prodotto del nostro girovagare ininterrotto per la penisola è invece la (ri)scoperta di due gruppi lombardi usciti in passato che ci confermano quanto teorizzato: come accade per Zerocalcare i rimbalzi psicoaffettivi di Slang Poor Kids e Labradors produce esiti assolutamente piacevoli e appaganti, conferendone una genuinità DOP. Mi fossi imbattuto in Go Round The Bend senza averli visti, avrei potuto dire Lunachicks, da New York. È la copertina a trarre in inganno, affine all'anti-estetica di quella e altre band scalcinate che per comodità tu chiami punk ma in verità sono vasi colmi di disagio.

Superato lo scoglio, invece, ti trovi una band che si rifà un po' agli Anti-Flag e un po' ai Good Riddance ma con un piglio Hellcat e personale. I tre Labradors sono arrivati al quarto album in studio e sono diventati una realtà più che solida: oramai li si immagina sudati e tatuati nel lato di un bar della brianza velenosa, a far ribollire i tini delle loro idee old-fashioned. L'ultimo, meno urlato ma comunque enorme, Retriever è uscito per To Loose La Track ma potrebbe benissimo uscire per Deep Elm o Merge, soprattutto per quella voglia di ripescare i vinili anni '90 dallo scaffale a cui molto Mid-west emo deve ancora tantissimo. Teenage Fanclub, Lemonheads, Built to Spill, Sebadoh o tanto altro che sia.   

I Labradors
I Labradors

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L'articolo Il revival punk italiano ci sta facendo godere di giorgiomoltisanti è apparso su Rockit.it il 2023-09-04 15:30:00

Tag: rock punk

COMMENTI (22)

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  • giorgiomoltisanti 7 mesi fa Rispondi

    @giulio75 si, avevo capito e sostanzialmente mi trovi non d'accordo, d'accordissimo. Se penso che c'è chi ogni settimana recensisce solo i singoli che escono mi viene il mal di testa. Io sono della generazione in cui al massimo si recensivano 8/10 singoli al mese, non la settimana. Il mio era solo un piccolo spot a quanto fatto fin'ora su Rockit. Tutto qua. Un saluto.

  • giulio75 7 mesi fa Rispondi

    @giorgiomoltisanti lo so, ma al tempo stesso so anche che stiamo parlando di un magma musicale, non di una scena facile da inquadrare: l'esempio che fai con i Tropical Tennis (vedo/sento un gruppo, vorrei saperne di più ma li perdo di vista, salvo magari poi ritrovarli annoi dopo -come nel loro caso- o ritrovali in altri progetti, persino completamente diversi dalla band di partenza) è più frequente di quanto uno fuori dalla scena (o meglio, dalle scene) si aspetti...cioè, ad esser fiscali persino i siti dedicati non riescono a star dietro a tutto! :-D
    Comunque era un commento di complimenti, non di critic!

  • giorgiomoltisanti 7 mesi fa Rispondi

    @giulio75 allora ti do una dritta che potrebbe sorprenderti: clicca sul mio nome, vai ad articoli e troverai circa 100qualcosa articoli sull'argomento punk e affini. Buona scorpacciata e grazie di aver condiviso la tua opinione.

  • giulio75 7 mesi fa Rispondi

    Ho avuto la fortuna di vedere dal vivo sia i Labradors (la prima volta taaanti anni fa a Varazze) che i Jaguero (all'ultima edizione di Adescite, ottimo festival genovese dedicato alla scena indipendente, punk/hc ma non solo) e devo dire che sono ottimi, mentre il resto mi manca.
    Detta questa premessa, posso dire che fa piacere vedere sulle pagine di Rockit un report dedicato a band di questo tipo, anche se ovviamente è fin troppo poco per quello che si muove in quella scena: insomma, persino un non fan assiduo sa che tra pochi locali rimasti, festival come Punk Rock Raduno, Venezia HC e altri, ed etichette discografiche varie la scena ha continuato ad esistere. Poi posson non piacere i singoli gruppi, ma nell'insieme mi sembra assai più vitale rispetto ad altre scene nazionali.

  • Julio87 7 mesi fa Rispondi

    @giorgiomoltisanti Ti ringrazio! Al tempo ci fu qualcuno (più o meno chi oggi ha 50 anni) che di me e di quelli della mia età diceva che noi abbiamo avuto tutto e subito e che le cose a noi contemporanee non era "il vero Punk" , peccato che ad esclusione di alcuni soggetti tutti noi nati negli anni 80 che eravamo realmente appassionati del genere siamo tutti andati
    a ritroso dal NYHC fino ai gruppi della Dischord tipo Scream e Dag Nasty, insomma non ci limitavamo alla Epitaph-Fat Wreck o alla Punkcore records (che era già una nicchia).

    Non conosco i Bruuno sono onesto, ma mi informerò e poi commenterò il tuo articolo con piacere.

  • giorgiomoltisanti 7 mesi fa Rispondi

    @Julio87 è una buona analisi, e poi come cantava l'enorme Shirley Bassey that's it's all just a little bit of history repeating: ho una decina d'anni più di te e potrei scrivere le stesse cose parlando dei primi '90. Ti invito se hai volta a dare una letta al mio ultimo articolo sui Bruuno, è uscito ieri, dove (in fondo) parlo anche di questo.

  • Julio87 7 mesi fa Rispondi

    Ho cominciato ad ascoltare Punk Rock 23 anni fa durante l'adolescenza, un periodo quello in cui anche in Italia di questa musica se ne parlava ovunque e dove, almeno nel Nord Italia anche nelle medie e piccole città era possibile assistere a concerti di gruppi Americani e Internazionali. Poi dopo verso il 2006-7 (almeno in Italia) ci fu un naturale calo fisiologico e di interesse in favore de Rap, un altro genere che comunque ho amato e ancora amo. Mi considero fortunato ad aver vissuto quell'epoca.
    Oggi sinceramente più che a un Revival del Punk noto più un deciso ritorno alla musica fatta con gli strumenti, che sta in qualche modo "controstando" lo "strapotere" del sottogenere Rap di turno.

    Comunque della carrellata di gruppi qui presi in esame quelli che mi hanno convinto di più sono i Jaguero, perché suonano più moderni pur mantenendo un filo condittore con il passato delle cose a cui si rifanno.

  • wolckoff87 7 mesi fa Rispondi

    Chiedo scusa per I miei toni catastrofici, non voglio rovinare la festa a nessuno..

  • wolckoff87 7 mesi fa Rispondi

    Non leggo RockIt e neppure Rolling Stone, ma so' distinguere cio' che ritengo (per me) interessante e cio'che lo e' meno..salut!

  • giorgiomoltisanti 7 mesi fa Rispondi

    @wolckoff87 allora, i tuoi sono due discorsi distinti e separati. Il primo, quello delle "band spinte qua sopra", mi sembra un discorso un filo qualunquista e goffamente ideologico; come dire: dal momento che Rockit parla di Colapesce e 883 allora non è degno di parlare di punk e, qualora ne parlase, sicuro i gruppi sono fuffa oppure vengono trattati male. Tolto il gusto personale sul mio modo di scrivere, che questo è e può piacere o no e sacrosanto sia così, se si supporta la scena, qui, lì o su Pescare la Trota, non vedo quale sia il problema (ti dan noia pure i pezzi su Nabat, Kina o Raw Power su Rolling Stone o quelli vanno bene perché sono mammasantissima e quindi testa bassa e portare rispetto sempre e comunque?). Qui ho trattato, tra i tanti e oltre ai noti e ai minori, Ojne, Winter Dust, Stegosauro, Danny Tejo, Bull Brigade, Quercia, Riviera, Sangue, Golpe, Hobos, Raein, Discomostro, Face Your Enemy, Call The Cops, Eversor, Bruuno, Gomma, Horror Vacui, 400colpi, Mondaze, Madbeat, Straight Opposition, etc... ora, se neanche mezza di queste band ti ragala nulla, spiace dirlo ma sei tu ad avere problemi con il punk, non io e Rockit. Il secondo discorso, quello sul rincoglionimento/appiattimento mi puoi trovar d'accordo, però, a parte che è un discorso ampio e complesso, come dice il buon CantHC in una condivisibile spremuta di PMA: "Se non te la vivi più bene tu, che senso ha rovinare la festa agli altri?". Magari riflettici.