Fenomenologia di Rocco Hunt: come conquistare le chart con la faccia “sbagliata”

Da qualche anno il rapper campano fa numeri impressionanti, come conferma l’esordio del suo album “Rivoluzione”. Abbiamo provato a indagare l’irresistibile ascesa di un ragazzo “comune”, capace di bassare dai bassifondi underground al più che nazionalpopolare (passando per un ritiro fake)

Rocco Hunt ad opera di Jorit, come appare nella copertina di "Rivoluzione"
Rocco Hunt ad opera di Jorit, come appare nella copertina di "Rivoluzione"

Rivoluzione, il nuovo album di inediti di Rocco Hunt debutta primo in classifica FIMI.

Il rapper salernitano in meno di 10 anni di carriera ha superato un miliardo e novecento milioni di stream in totale, una cifra che impressiona.

Il nuovo album conta 15 tracce, è prodotto da Valerio Nazo e racchiude la doppia anima di Rocco, quella più pop e quella del rap che affronta temi sociali, vede i feat. di Fabri Fibra, Gué Pequeno, Luchè, Carl Brave, Emis Killa, Yung Snapp, MV Killa, LeleBlade, Boomdabash, Geolier, Ana Mena e con un parterre de rois così non può che balzare in cima alla classifica dei dischi più ascoltati e venduti della settimana, scalzando il povero Ultimo che è stato in cima un solo turno.

 

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Il nuovo album di Rocco Hunt è già iconico fin dalla copertina realizzata da Jorit.

Lo street artist è diventato popolare per le facciate dei palazzi coi ritratti di Maradona, Che Guevara o Ilaria Cucchi, tutti con in faccia i marchi tribali. Questo il pensiero dell'artista: "Quest’opera per me rappresenta il riscatto degli ultimi, il riscatto delle periferie, il riscatto dei ragazzi di strada che trovano un loro percorso e raggiungono ciò che gli è sempre stato negato questa è un po’ la storia di Rocco e anche la mia".

Ma come ha fatto un ragazzo normale, con quella faccia lì che non sembra proprio un gangsta né un duro, a piacere a così tanta gente? Che sia proprio l'empatia verso uno che potrebbe sembrare l'amico, il fratello o lo zio della provincia, che parla diretto senza troppi voli pindarici e denuncia a modo suo la difficoltà di crescere in Campania? Pare proprio di sì.

 

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Rocco l'abbiamo sempre seguito, fin dagli esordi, quando pubblicava Spiraglio di periferia. Dalla recensione dell'epoca: "17 anni, di Salerno. In ogni suo pezzo c'è più credibilità che nell'intera produzione discografica rap italiana del 2011. Finalmente c'è qualcuno della nuovissima scuola che sembra sapere cosa sia l'hip hop, e che unisce a un buon rap la coscienza di appartenere a una cultura. Rivelazione assoluta". Rocco ricorda che: "Rockit è stato il primo a passarmi in streaming esclusivo, ci tengo a ricordarlo. E sono rimasto sempre lo stesso di quando ci siamo conosciuti. Non è retorica, ma mi ritengo talmente attaccato all’educazione che mi hanno dato i miei genitori che continuo ad avere sempre lo stesso obiettivo, chiaro e preciso. Alla fine è come se non fosse cambiato nulla".

Da lì al Machete Mixtape numero uno del 2012 il passo è stato breve e fra Hell Raton, Salmo, Ensi, Clementino e Gemitaiz faceva capolino anche il ragazzo di periferia per eccellenza, quello senza tatuaggi né addominali scolpiti. A stretto giro di boa ha pubblicato l'album Poeta urbano nel 2013, partecipando anche a Machete Mixtape Vol.2.

 

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Appena maggiorenne, Rocco aveva già le idee chiare: "Mi piace tenere la mente bella sveglia e aperta con un po' di letture. Ho un seguito di persone che ascolta quello che dico e non me la sentirei di raccontare solo stupidaggini. Quando si è nella posizione di avere voce come lo sono io ora, credo che ci sia una certa responsabilità e credo che la si debba accettare, lasciando nelle orecchie di chi ti ascolta un messaggio, una riflessione, un pensiero".

Nel 2014 Rocco si fa conoscere in tutta Italia grazie alla partecipazione tra le nuove proposte di Sanremo col brano Nu jorno buono, che stravince con l'88% di popolarità. Da lì in poi tutta discesa: la fama lo porta perfino ad avere la statuetta del presepe con la sua faccia a Napoli, e ricordiamoci che ai tempi chi veniva dall'indipendente non aveva la matematica certezza di diventare popolare come nella seconda parte degli anni '10.

Nelle scuole salernitane gli dedicano temi dal titolo "Scrivi una lettera a Rocco Hunt" e lui spiega le sue radici: "Vengo dalla parte periferica di Salerno, la zona orientale, il quartiere è Pastena-Santa Margherita. Le copertine di Spiraglio di Periferia e di Poeta Urbano hanno questo palazzo dietro, che è il palazzo dove vive mia nonna, mentre nel booklet del nuovo album ci sono le foto dei negozi, delle strade. Volevo fare un po' questo omaggio al quartiere, come fa Nas nei suoi dischi, mettendo le foto, cercando di ambientarle diversamente, dargli un nuovo contesto. Negli ultimi anni fortunatamente si vive meglio, Salerno si è un po' ripulita da alcuni problemi. Però quando ero piccolo io la situazione non era delle migliori, le classiche storie da città del sud".

 

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Nel 2014 partecipa anche come ballerino per una notte a Ballando con le stelle, tanto per farvi capire il livello di popolarità raggiunto. Il resto è storia recente, tra nuovi album, duetti d'eccezione con Annalisa, J-Ax, Achille Lauro, Neffa, Boomdabash, Gigi D'Alessio e la ricerca di un sound sempre più pop, per allargare la cerchia dei suoi fan. 

Rocco ha un'invidiabile sesto senso per ciò che funziona a livello mediatico. Nella nostra intervista del 2016, ben prima che la cultura hip hop dominasse ogni classifica, profetizzava che di lì a poco il rap sarebbe piaciuto a tutti. Il guaio è che proprio nel momento in cui la trap spopolava ovunque, lui decise di ritirarsi

 

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Era il 2019 e lui si era sfogato su Instagram con un post inequivocabile in cui scriveva: "Mi hanno privato e ancora adesso mi stanno privando della mia libertà. Credo sia meglio lasciarvi con il bel ricordo che avete di me. Ho troppe pressioni e forse è arrivato il momento di mollare tutto e darla vinta a tutte le persone che vorrebbero la fine della mia musica. Ho creato tante aspettative che non riesco a mantenere. Ho sentito il bisogno di sfogarmi con voi e dirvi che per adesso mollo tutto. Purtroppo mi sembra la decisione più onesta da prendere".

La profezia che aveva avverato gli si era ritorta contro e il suo progetto stava trovando difficile collocazione dentro la wave dell'apparire e del flexare soldi, gioielli e malefatte. Rocco stesso definisce il suo ritiro lampo una cazzata, uno sfogo fatto dopo l'ennesima pressione subita. L'affetto e la preoccupazione del pubblico lo inondano e da lì a poco avrebbe pubblicato il suo album Libertà, che fa il paio con Rivoluzione appena uscito. Rocco è ancora vivo e lotta con noi, ma soprattutto Rocco è di nuovo primo in classifica.

 

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L'articolo Fenomenologia di Rocco Hunt: come conquistare le chart con la faccia “sbagliata” di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2021-11-15 09:51:00

Tag: album

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