Shandon - Rolling Stone - Milano



Giovedì sera, Rolling Stone a Milano, Rock TV e un nuovo colpo. Coda all'ingresso: punk, skaters, dreadlocks, ragazze, spille degli Shandon, magliette dei Crummy Stuff e dei Vallanzaska, varia umanità insomma.

Suonano gli Shandon: molti i ragazzi in kilt, che si affollano tra le transenne e il mixer, dove Kappa dell'Ammonia Records, produttore degli Shandon, sta facendo da fonico al gruppo spalla, i tedeschi Headlong. Il pubblico è tiepido, quasi freddo. Gli Headlong non sono nessuno, a Milano, accanto agli Shandon, attivi da quasi dieci anni e vendutissimi con il loro ultimo lavoro. Quella di stasera è la prima diretta di RockTv, giovedì prossimo toccherà ai Persiana Jones. In molti sostengono che ormai è il momento dello ska-core in Italia. Gli Shandon propongono lo show case del loro ultimo "Not so happy to be sad"; quando i ragazzi- magliette nere, alcuni in kilt, ma non tutti - salgono sul palco è delirio. Sono accolti da boati, canti e attenzione: la scaletta è scarna (come ha ricordato Olly, il frontman, si tratta di uno showcase): tra le altre "Bad", "Opportunity", "Noir", "Sangue", "Legacy", "Liquido".

I ragazzi migliorano continuamente e la forza sonora degli Shandon è giunta ormai a livelli epocali. Chirtarre (Olly e Marco) a graffiare e sezione ritmica incalzante (Andrea al basso e Walter alla batteria), contrappuntate dai fiati (tromba e trombone, ovvero Pedro e Max) che danno un dinamismo unico ai brani. Olly, che esibisce un ennesimo nuovo taglio di capelli, canta con le consuete smorfie tirando fuori di gola una voce straordinaria; chiacchiera col pubblico, lo ringrazia, sorride. Su "Sangue" fa una precisazione: 'Su questa canzone ci sono stati molti malintesi. E' una canzone che parla della pena di morte...' e chi ha orecchie per intendere intenda. Il pubblico acclama, e si fa ancora più sotto il palco.

Il finale è sensazionale: la band si allontana per qualche secondo, Marco va al microfono e dice: 'Suonare al Rolling Stone è come scopare con una balena: è grandissima, ma ha il cazzo molto piccolo...' Subito arriva Olly, che sorride e chiede: 'Immagino che tra il pubblico ci siano molti metallari...' I fan capiscono, e tra la folla di teste si alzano numerose mani. Inizia l'unica canzone dei bis: tutti, proprio tutti, battono le mani, mentre Walter tiene il tempo con la cassa, alzandosi sopra le teste dei colleghi. Parte la tromba e via, tutti a ballare e a saltare: é skacore, sono i Metallica… é "Seek and destroy". Si tratta della cover realizzata nel 1999, ancora una perla rara per molti, ma tutti ballano nella sala stracolma, persino coloro che ignoravano l'esistenza degli Shandon sul globo terracqueo sino a un'ora fa.

Terminato il pezzo, Olly e Andrea saltano le transenne, e trascorrono la serata a chiacchierare con la gente, distribuendo saluti e doni.



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L'articolo Shandon - Rolling Stone - Milano di Silvia Tozzi è apparso su Rockit.it il 2002-03-07 00:00:00

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