10 canzoni bellissime in romano per quelli che non lo capiscono

Qualcuno dice che la serie di Zerocalcare su Netflix sia troppo romana. Allora potreste non apprezzare questa nostra selezione di hit che più della capitale non si può: contiene il Califfo, Noyz e tutta la mejo gente

Noyz Narcos e Franco Califano voci di Roma
Noyz Narcos e Franco Califano voci di Roma
25/11/2021 - 16:10 Scritto da Simone Stefanini

La polemichetta della settimana è tutta sulla lingua con cui si esprime Zerocalcare nella sua serie tv Strappare lungo i bordi, che è già tra le più viste su Netflix Italia. Michele Rech, il vero nome di Zero, è di Rebibbia, Roma e ha ambientato la sua storia lì, un po' perché la conosce bene, un po' perché i suoi personaggi prendono largo spunto da storie autobiografiche. Li doppia (quasi sempre) tutti lui, facendo le vocette tranne quella dell'armadillo/coscienza affidata a un altro romano doc, Valerio Mastandrea.

Zero parla in romano e parla veloce, è la sua cifra, se l'avete sentito nelle interviste o nei cartoni animati homemade dell'anno scorso sapete di cosa stiamo parlando, in più usa termini tipo accollo, accanna etc. che sono tipicamente romani, se avete letto i suoi fumetti sapete anche questo, ma ci sta che qualcuno si sia accostato alla serie tv senza sapere niente di Zero né del suo mondo, alla fine quello del fumetto si misura in centinaia di migliaia quando va bene, quello dello streaming in milioni.

Commenti entusiasti, citazioni sui social a iosa, gente che ride, gente che piange e in mezzo a questa varia umanità felice che un prodotto italiano d'animazione che viene dal fumetto funzioni così bene, ci stanno anche quelli che proprio non l'hanno sopportato per l'utilizzo del romano. Sono pochi, ma fanno un gran rumore: "Non si capisce", "Non si riesce a seguire", "Non ci sentiamo rappresentati", come se fosse la prima volta che un audiovisivo qualsiasi parli il dialetto della Capitale o uno qualsiasi dei dialetti regionali italiani (vedi Gomorra).

Come se il senso malincomico (nessun refuso) del racconto orale e scritto in romanesco, romanaccio o come volete chiamarlo non fosse una risorsa per uno dei Paesi con più varietà dialettale e vernacolare al mondo. Allora, giusto per far incazzare un po' di più gli hater del romano, o per farglielo imparare tipo Bignami,  qui sotto ci stanno 10 canzoni di ieri e di oggi perfette per far salire la pressione ai detrattori, più un bonus che esprime perfettamente il concetto.

Colle der fomento - Il cielo su Roma

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Danno, Masito Franco e DJ Baro (ma agli inizi c'erano anche Ice One e Piotta) dal 1994 hanno portato la cultura popolare romana nel rap. Difficilissimo scegliere un loro pezzo, sarebbe da mettere tutto Odio pieno, il loro primo album ma questa sembra azzeccata per partire.

 

Edoardo De Angelis (con Neri Marcoré e Claudio Baglioni)  - Lella 

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Lella è la più famosa murder ballad romana, una canzone controversa di Edoardo De Angelis e Stelio Gicca-Palli del 1971 che racconta un femminicidio dal punto di vista dell'assassino. Dopo 50 anni è uscito un album dal titolo Lella per sempre celebrativo della canzone, con tanti artisti contro la violenza sulle donne.

 

Antonello Venditti - Roma capoccia 

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Ci dovesse essere un inno di Roma lo dovrebbe scrivere sicuramente Antonello Venditti, che alla sua città ha dedicato una mezza dozzina di canzoni tra cui Roma Roma, Grazie Roma, C'è un cuore che batte nel cuore di Roma e Roma capoccia del 1972 che quando l'ascolti, anche se a Roma non ci sei mai stato, ti commuovi come uno che c'è nato.

 

Noyz Narcos - Zoo de Roma

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Tra tante celebrazioni ci vuole qualcuno che racconti la vita romana notturna, quella dei poco raccomandabili. Noyz Narcos cresciuto nel quartiere di Montesacro è dai primi del duemila che parla di storiacce romane e nessuno lo fa come lui.

 

Il muro del canto - L'amore mio non more

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Nel Muro del canto fino al 2018 ci stava anche Giancane, tanto per riallacciarsi a Zerocalcare. Qui confluiscono tradizioni popolari e visioni belle scure, ma anche canzoni strappacuore come quella che vi facciamo sentire qui sopra, col titolo tratto da uno dei più famosi film muti datato 1913.

 

Ardecore - Sinnò me moro

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Nati da una costola degli Zu e da Geoff farina dei Karate, gli Ardecore fanno venire i brividi con le canzoni tradizionali, come questa Sinnò me moro, già reinterpretata da Gabriella Ferri e scritta nel 1961 da Rustichelli-Germi per il film Un maledetto imbroglio.

 

Asia Argento - Venerdì 

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Nel suo ultimo album Music From My Bed, Asia Argento canta in inglese e in romano, come nel singolo Venerdì in cui parla a tutti quelli che la invitano alle feste e alla mondanità. Un miscuglio di urban e pop che funziona benissimo con la lingua della capitale.

 

Carl Brave x Franco126 - Pellaria 

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Qui i cuori indie degli anni scorsi perdono un battito ricordando il duo Carl Brave e Franco126, autori di un album che ad ascoltarlo oggi fa ancora scendere la lacrimuccia. Tra bire, pischelle e motorini, la gioventù passata a Roma mentre stanno pellaria.

 

Franco Califano - Gente de borgata

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Al Califfo che gli dici? Il padre della romanità scorretta e poetica scrisse questa canzone per i Vianella, ma ascoltarla dalla sua voce inconfondibile è qualcosa di magico. La testimonianza della vita nelle periferie, povere di soldi ma ricche di volontà. 

 

Gabriella Ferri e Mia Martini - Stornelli romani

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Nessuna ha cantato e impersonato la romanità sfacciata, ironica e tragica come Gabriella Ferri, con quella voce che arriva direttamente dalle budella mentre interpreta gli stornelli romani. In questo documento li canta insieme a una giovanissima Mia Martini e chi non si commuove non ha il cuore.

 

Bonus: Gigi Proietti - Nun me rompe er ca

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Un bonus per chi è buono solo per criticare, direttamente dal genio di Gigi Proietti, uno dei più grandi attori melancomici che Roma abbia mai conosciuto. 

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L'articolo 10 canzoni bellissime in romano per quelli che non lo capiscono di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2021-11-25 16:10:00

Tag: roma

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