Sabaudian Rhapsody: 10 proposte per un perfetto Eurovision a Torino

Il capoluogo piemontese è città di re, austera ed elegante, patria di un understatement che è modo di vivere e differenziarsi. Caratteristiche che, se unite ai costumi frivoli tipici dell'evento continentale, potrebbero dare vita a un irresistibile trip sul lungo Dora

Così nei nostri sogni - montaggio Vittorio Comand
Così nei nostri sogni - montaggio Vittorio Comand
11/10/2021 - 10:28 Scritto da Dario Falcini

Quando Norberto Bobbio, a margine del suo maestoso Trent’anni di storia della cultura a Torino (1920-1950), fu chiamato a cercare uno slogan che descrivesse la sua città, che tanto aveva dato all'identità e alla cultura italiana, il grande intellettuale, fiero, diede una risposta illuminante: «esageruma nen», non esageriamo. Senso civico e della misura, sobrietà istituzionale: questa è l'anima di Torino.

Certo, se non se ne segue l'evoluzione nel tempo il dna di una città ci si può anche giocare a briscola, e Torino nell'ultimo secolo è stata tante altre cose rispetto a quell'understatement che la faceva capitale mitteleuropea in uno Stato turbolento e caciarone. È stata città resistenziale e poi epicentro di ogni lotta sindacale, città febbrile da un punto di vista artistico, innovatrice e outsider, punk e anarchica. Ma il loden è sempre lì, pronto per essere rispolverato.

E così, quando (proprio a Torino, dove ci trovavamo per il _resetfestival) ci ha raggiunto la notizia che l'Eurovision Song Contest 2022 nel prossimo mese di maggio si sarebbe tenuta in città, il cortocircuito ci è subito parso evidente, ed entusiasmante. L'Eurovision sarà anche uno degli eventi più visti al mondo, un bel momento di condivisione di lingue e culture del continente e una delle principali vetrine per la musica europea. Ma a colpire l'opinione pubblica, da che esiste, è soprattutto il suo impianto teatrale, i suoi costumi sgargianti quando non lascivi, il suo essere profondamente nazionalpopolare. Na cafonata, insomma.

Può nascere da questo incontro un cocktail letale. Ecco qui qualche piccola idea per rendere l'edizione torinese dell'Eurovision semplicemente indimenticabile. 

MONARCHY IN THE UK

Niente top 10 dal 2009 e niente podio dal 2002, il Regno Unito alla scorsa edizione è arrivato ultimo per la seconda volta nella sua storia. Urge un cambiamento radicale per un Paese che la musica l'ha sempre insegnata al continente (e non solo) e ora sta pagando uno scotto di popolarità (meritatissimo) dopo la vicenda Brexit. La soluzione è già pronta, e sulle rive della Dora troverebbe l'humus ideale: portare una rivisitazione in chiave elisabettiana della hit dei Sex Pistols, che strizzi l'occhio alla storia di capitale del regno della città ospitante. Con un po' di extrabudget si può anche pensare al feat spaccaclassifiche. 

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AFTERPARTY A STUPINIGI

Un'Eurovision che si rispetti non può prescindere dalle sconvolgenti feste che lo accompagnano. E mai come a Torino questi party scatenati troverebbero luoghi adatti ad accoglierli e renderli davvero iconici. Volete mettere una sfilata sotto i suoi portici, un boat party sul Po o un maxi evento alla Reggia di Venaria? Dovessimo proprio scegliere, però – sarà per via della gita lì in terza media – opteremmo per la Palazzina di caccia di Stupinigi. Per fare una roba alla Fire Saga.

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LA COREOGRAFIA 

Performance lettone. Il pezzo inizia piano, il suono delle arpe e il coro in abito tradizionale rievoca lo stupore della visione di un'aurora boreale. Dal soffitto viene calato un involucro misterioso a forma di agnolotto del plin, da cui in un accelleratissimo processo larvale esce la cantante (che ha 22 anni ma ne dimostra 48) e attacca il ritornello dance. Trionfo. 

MUSTACHE PRIDE

Dress Code per gli uomini: baffone a manubrio e doppiopetto pieno di mostrine. Citazione del mitico Freddie? Strizzata d'occhio alla comunità LGBT+? Macché, qua si omaggia solo Vittorio Emanuele II.

AVVOCATO PRIDE

Niente pass, badge o altri strumenti obsoleti per identificare organizzatori e invitati. A tutti loro sarà fornito un rolex da indossare sopra il polsino della camicia. 

BARBERA OVUNQUE

Facile fare le icone con i tacchi a spillo e il Moet bevuto a canna. All'Eurovision di Torino solo Barbera dai 15 gradi in su, che con il riscaldamento globale viene alcolico come una vodka siberiana. 

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BARBERO OVUNQUE

Ok la sobrietà e la serietà. Ma qualche momento di puro intrattenimento, di leggerezza non può mancare. Al culmine dello show il professor Alessandro Barbero parlerà per 108 minuti di sessualità tra i monaci cluniacensi a cavallo del millennio. A chiudere poesie di Guido Gozzano lette da Guido Catalano. 

I CONDUTTORI

Nulla contro Mika, intendiamoci. Bene Cattelan e pure la Ferragni, profilo internazionale. Ma un evento in città senza Pierino Chiambretti sarebbe assolutamente sconveniente. Con lui Maria Teresa Ruta. 

LA CERIMONIA DI APERTURA

All'ultimo grande evento in città, le Olimpiadi invernali del 2006, a farla da padrone furono le Ferrari, che sgommarono in pista tra lo stupore dei presenti. Per un evento più pop e meno inarrivabile, con uno spiccato gusto dell'orrido, si potrebbe riproporre lo show usando una Multipla.

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LA CERIMONIA DI CHIUSURA

Non ci sarà alcuna cerimonia di chiusura. Sono ormai le 10 e domani ci si sveglia presto. 

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L'articolo Sabaudian Rhapsody: 10 proposte per un perfetto Eurovision a Torino di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2021-10-11 10:28:00

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