Frankie Hi-Nrg Mc - Sala A (Via Asiago) - Roma - Radio 1 - Roma



Dalla ‘Sala A’ di Via Asiago in Roma, storica sede della Rai, il guru dell’hip-hop italiano 90’s (anche se forse a lui questa definizione non piacerebbe poi molto) s’è esibito in diretta su Radio1. Su Frankie, che ultimamente comincia a fare capolino con una certa insistenza anche in tv - basti ricordare le apparizioni a ‘Sanremo’ e a ‘Nessundorma’ della Cortellesi - si è detto tutto, troppo. Perciò noi parleremo solo del concerto.

Accompagnato da un gruppo ormai rodato ed estremamente efficace (lo storico Francesco Bruni alla chitarra, Skizo ai vinili, Lino De Rosa al basso e, ospite alla batteria per il tour in corso, Ninja dei Subsonica) il rapper occhialuto più famoso d’Italia ha dato per l’ennesima volta dimostrazione di come possa - a pieno diritto - fregiarsi del titolo di ‘supereroe della parola’. Non c’è dubbio: la sua capacità di ‘mitragliare’ le basi di versi e rime, a tratti, è sconvolgente; ed è sconvolgente anche il suo riuscire a non cadere mai nella banalità, vale a dire la sua capacità di spaziare da temi forti e di spessore (l’onnipresente politica, l’attuale assetto dei media, i vizi e le virtù della società post-industriale in genere) ad altri ugualmente importanti ma relativi agli aspetti nodali della vita - ‘minimi’ eppure fondamentali. L’occasione, chiaramente, ha riservato la maggior parte dello spazio all’ultimo disco “Ero un autarchico” - più ‘suonato’ degli altri e sul quale versava parecchia attesa, in parte soddisfatta, in parte meno - anche se non sono mancate profonde immersioni nel decennio che separa l’artista umbro dal primo “Verba manent” (la cui celeberrima “Fight da faida”, in realtà prima vera sua pubblicazione, è stata riproposta stasera sulla base di “Seven nation army” dei White Stripes). L’ora e mezza - un minutaggio abbondante, per un radioshow - è però andata giù veloce: da “Rap lamento” a “Chiedi chiedi” (che non è un attacco ai discografici, sia chiaro, ma “ad un musicista stronzo”), passando, come detto, per una buona dose di repertorio (“Etna”, “Faccio la mia cosa”, l’immancabile e programmatica “Potere alla parola”, “Il beat come anestetico”) fino all’esplosione per quella che Frankie definisce giustamente “una delle tante mie canzoni” ma che il pubblico non può fare a meno di rappare a squarciagola: “Quelli che benpensano”, su cui evitiamo di blaterare.

Poche chiacchiere con la graziosa conduttrice Silvia Boschero - che speriamo di rivedere presto - hanno interrotto la ventina scarsa di pezzi passati su Radio1 di Un’artista che sentire in emittenti Rai fa un certo effetto: graffia più lui di Luttazzi. Forse non lo decrittano (il suo rappare), dai posti di comando. Meglio così.



Un radio-show è un’occasione particolare e privilegiata per studiare un artista. Libero dai ‘lacciuoli’ televisivi e da maschere da indossare - anche se, nel caso in questione, ilNnostro non pare indossarne in alcuna occasione -, di fronte all’esigua clac radiofonica, l’artista si scopre, si studia meglio. E’ più genuino, non c’è niente da fare: è il marchio della radiofonia.

Succede anche con artisti che genuini lo sono già di per se stessi in qualsiasi sede, come Francesco Di Gesù, in arte Frankie Hi-Nrg Mc.

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L'articolo Frankie Hi-Nrg Mc - Sala A (Via Asiago) - Roma - Radio 1 - Roma di Pseudo è apparso su Rockit.it il 2004-04-13 00:00:00

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