Sanremo 2020, non è un Festival per puri

La lite tra Morgan e Bugo in diretta al Festival di Sanremo 2020 ha reso tutto il resto della serata poca cosa. Vediamo di capirne di più

Foto prese dalla diretta su Rai1
Foto prese dalla diretta su Rai1

Fino verso le 2 poco più, il pensiero fisso si posava spesso e volentieri sul motivo della reiterazione del supplizio: semifinale e finale, due serate identiche, zeppe di ospiti, interminabili, in cui i 24 big fanno riascoltare nuovamente le canzoni e Achille Lauro si cambia d'abito. Poi è successo l'inaspettato, l'inaudito e tutti i discorsi pregressi hanno perso di forza. Il venerdì del Festival di Sanremo 2020 condotto da Amadeus verrà ricordato negli annali per la lite sul palco tra Morgan e Bugo, con quest'ultimo che lascia l'Ariston durante l'esibizione, squalificando il duo. Cos'è successo non è difficile intuirlo, ma proviamo a fare chiarezza:il giovedì delle cover, per Bugo e Morgan è stato un fallimento su tutti i fronti, la canzone non era stata provata, il primo sembrava fuori posto, il secondo ha diretto l'orchestra e alla fine si è risolto il tutto come fosse un karaoke alcolico a tarda notte, ma in Mondovisione.

Achille Lauro
Achille Lauro

A Morgan non è piaciuto che Bugo sia andato incontro alla platea, cantando tutta la canzone e non solo le sue parti, a Bugo non è piaciuto che Morgan abbia fatto le bizze e l'abbia incastrato in un pezzo che non sente; morale della favola, il venerdì l'intesa tra i due non c'è. Morgan allora decide di far pagare al socio quell'offesa morale apparentemente sconvolgente e cambia il testo all'ultimo momento, infamando in diretta Bugo. Queste le parole: 

"Le brutte intenzioni, la maleducazione, la tua brutta figura di ieri sera, la tua ingratitudine, la tua arroganza. Fai ciò che vuoi mettendo i piedi in testa, ma tu sai solo coltivare invidia, ringrazia il cielo sei su questo palco, rispetta chi ti ci ha portato dentro, ma questo sono io".

 

video frame placeholder

Bugo la sente come noi, per la prima volta, davanti al pubblico e alle telecamere accese, s'incazza e se ne va. Morgan fa il vago, poi lo va a cercare dietro le quinte mentre nella fissità degli occhi di Amadeus cresce il caos. Ciò che è successo nei camerini non possiamo saperlo ma possiamo intuirlo, conoscendo il fuoco nei due personaggi. Noi, non solo io, attoniti davanti alla tv, a veder sgretolare quella sottile unità che faceva di quel duo l'unione tra l'indipendente puro e l'artista che ce l'ha fatta, per poi buttare al vento a più riprese talento e guadagni. Ciò che ha fatto Morgan, sfanculando il collega in diretta, trattandolo in buona sostanza da poraccio, è un gesto di una viltà inaudita, di cui è impossibile cogliere l'ironia o l'intento performativo senza sentirsi umanamente dalla parte di Bugo, costantemente sopraffatto dai capricci della star. 

Bugo è un puro, ha costruito la sua carriera negli anni in cui l'indipendente non si chiamava indie, di spazi per il successo facile non ce n'erano e ha continuato così, nonostante i dischi si siano fatti man mano sempre più pop. Il suo gesto di non fingersi complice mentre prende dello stronzo in diretta da Morgan, vanificando lancio sanremese, album uscito, video pronto, interviste fatte e tutto il corollario, solo per un po' di dignità personale è un'attitudine da persona vera, che rispettiamo al 100%. Sull'atteggiamento di Morgan preferisco un no comment, sarebbe difficile esprimerlo bene a parole senza bestemmiare.

Elodie
Elodie

Il resto della serata, alla luce di questo fatto sembra poca cosa, ma c'è qualche highlight da segnalare: nella finale dei giovani meno entusiasmante della storia della musica dalle percussioni tribali in poi, vince Leo Gassmann, borisianamente detto "Il figlio di Mazinga" su Tecla, la ragazzina che parla di violenza sulle donne facendoti venire il nervoso. La serata ha visto incredibilmente gli interventi comici di Fiorello e le canzoni indimenticabili di Tiziano Ferro, dando l'effetto di stare in quel film con Bill Murray in cui si sveglia sempre nello stesso giorno. Tic nervosi, spasmi d'insofferenza, conati d'interesse, fondamentalmente siamo tutti lì per vedere che tipo di travestimento s'inventerà Achille Lauro dopo San Francesco e Bowie. Quando esce, tutti pensano a Renato Zero e invece è la Divina Marchesa Luisa Casati Stampa, che se non conoscete non ne facciamo un dramma. La sua canzone risulta di nuovo molto inferiore alle sue performance, per la cronaca. Bravi Rancore, Levante, Elodie, i Pinguini Tattiti Nucleari, Diodato, incredibile la forza con cui Piero Pelù si prende il palco tutte le sere, incredibile la forza con cui la mia adorata Elettra Lamborghini eviti l'intonazione come Tomba scansava i paletti, per gli altri tremendi sbadigli e terribile mancanza del tasto avanzamento veloce. 

Fiorello e Tiziano Ferro
Fiorello e Tiziano Ferro

Poi ancora il bacio omo-democristiano tra Fiorello e Tiziano Ferro che sancisce la pace tra i due dopo le polemiche un po' gne gne di questi giorni, Gianna Nannini che era più in forma del solito, la divina Dua Lipa con cui sembra che il Festival sia davvero nel 2020, e infatti Amadeus la fa cantare un pezzo solo, 3 minuti e ciao che qui gli ospiti fissi ce li abbiamo già, sia mai di saltare una gag di Fiore, l'omaggio a Vincenzo Mollica tanto sdolcinato quanto malinconico, Gabbani che vince il premio paraculo d'Italia, l'interminabile siparietto con lo zio d'America Tony Renis e l'inettitudine di Francesca Sofia Novello come valletta, che rende vani tutti i pippardoni sul passo indietro o in avanti: sarebbe stata preferibile una certa stabilità sul divano di casa propria.

L'amaro in bocca è più forte delle facili battute, in un Sanremo costruito a tavolino fin nei particolari più insignificanti, il gesto vero di una persona ci ha colpito come un mattone in faccia, ricordandoci molte cose (e qui ognuno trarrà le proprie conclusioni), ma soprattutto che le primedonne a 50 anni fanno solo pena e che al Cavaliere Nero nun glie devi cacà er cazzo.

Qui sotto, un'intervista doppia di Morgan e Bugo al MI AMI del 2006, quando Sanremo insieme sembrava una barzelletta.

 

video frame placeholder

---
L'articolo Sanremo 2020, non è un Festival per puri di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2020-02-08 09:51:00

COMMENTI (1)

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia
  • manmatteo 4 anni fa Rispondi

    Bellissimo il video!! Notevole anche l'apparizione di Carlo "Babyface" Pastore, ovviamente l'unico che resta uguale a distanza di quindici anni