L'unica cosa che conta di Sanremo 2021

Terza serata del Festival di Amadeus, le cover e i duetti. Finalmente è stato portato sul palco il problema dei lavoratori dello spettacolo, grazie alla performance de Lo Stato Sociale. Partiamo da lì per analizzare una serata per certi versi surreale, finita tardissimo, con molte occasioni sprecate

Lo Stato Sociale, Emanuela Fanelli, Francesco Pannofino e i lavoratori dello spettacolo, foto di Andrea Bracaglia/Kikapress
Lo Stato Sociale, Emanuela Fanelli, Francesco Pannofino e i lavoratori dello spettacolo, foto di Andrea Bracaglia/Kikapress

"Alcatraz, Milano: aperto nel 1997 chiuso a febbraio 2020, non sappiamo quando riaprirà. Teatro dell’angelo, Roma: aperto nel '94, chiuso per sempre. Cinema Iris, Messina: non sappiamo quando riaprirà. Negli anni '90 un musicista apre il Cage a Livorno perché, dice, le città senza i club sono più brutte e vuote: non sappiamo quando riaprirà. Il cinema Mandrioli in provincia di Bologna continua a proiettare film durante il lockdown, a porte chiuse, perché non manchino nella città le voci dei personaggi: non sappiamo quando riaprirà. Hiroshima, Torino: Non sappiamo. Teatro Massimo, Palermo. Cinema Adriano. Sherwood festival, MI AMI, Balla coi cinghiali: sospesi. Primo maggio: senza pubblico. Teatro salone Margherita: chiuso definitivamente. Festival di Sanremo 2021: 26 cantanti, solo tra loro oltre 50.000 concerti, oltre mille live club, oltre 10.000 persone che non lavorano più da un anno. Ma non sarà per sempre. Credeteci, i nostri fiori non sono ancora rovinati".

Non sono riuscito a guardare l'orologio, ma era tardi, davvero tardi quando Lo Stato Sociale, insieme a Francesco Pannofino, Emanuela Fanelli, Morris Donini del Cinema Mandrioli e Toto Barbato del Cage di Livorno, hanno dato vita all'unico momento importante del Festival di Sanremo 2021. È la terza maratona, la serata delle cover e il duetto Ama e Fiore ha già stancato a sufficienza. Lo scrivevamo ieri e lo ribadiamo: l'unica ragione per stare dentro un festival che fa finta di niente mentre fuori si muore, è parlare di quello che accade davvero fuori dall'Ariston. Non dei cazzo di calciatori miliardari né di quelli più sfortunati, non degli sportivi accusati di doping e nemmeno delle farse di Achille Lauro: è il Festival della Canzone Italiana e la musica, di fatto, è vietata da un anno

foto di Andrea Bracaglia/Kikapress
foto di Andrea Bracaglia/Kikapress

Amadeus non si pone il problema, infatti relega questo momento fondante alla seconda parte della scaletta, quella che arriva ampiamente dopo la mezzanotte con più di metà del pubblico già sotto le coperte. Una performance del genere avrebbe dovuto aprire il Festival, quando sono tutti davanti alla televisione, e pazienza se i Negramaro omaggiano Dalla più tardi: fuori dal teatro ci sono lavoratori che per anni hanno mandato avanti la musica in Italia e che adesso non sanno più dove sbattere la testa. In quest'ottica, tutte le azioni fatte negli ultimi tempi, da La musica che gira e Ultimo concerto, acquistano un senso drammatico, diventano un urlo di dolore, che ieri finalmente ha trovato il suo sfogo sul palco più nazionalpopolare. La canzone abbinata alla performance è stata Non è per sempre degli Afterhours, cantata molto bene da Carota, e chi fa un lavoro correlato al nostro, si è commosso. Bravi, grazie, sul serio.  

Uscire da questo momento per parlare della puntata sembra addirittura ridondante, quindi invece di fare una cronostoria che annoierebbe me per primo, parto da alcuni punti che mi sono segnato in diretta. Il primo, colossale, è l'impressione che ogni fonico che da un anno non lavora in questo Paese, sia migliore del reparto audio della RAI. L'approssimazione di questi ultimi fa cantare peggio tutti, sfalza i ritorni audio del duetto Naomi Neffa facendoli andare fuori tempo, fa ricominciare Fasma perché il mic non funziona, con grande smacco dei telespettatori, rende le voci molto fuori rispetto alla musica, ma non compresse abbastanza, quindi quando i cantanti usano dinamiche differenti e parlano piano, non si sentono, quando allontanano il microfono per un acuto, non si sentono, quando urlano invece coprono tutto. Chiunque abbia un minimo di dimestichezza con un qualsiasi palco, fosse anche quello della Sagra del baccello, sa di cosa parlo. 

Secondo punto: cantanti, cantate. Non bisogna tutti avere l'impostazione di Jimmy Fontana mentre intona Il Mondo o Mina mentre canta anche solo la lista della spesa, ma neanche stupirsi quando un Ermal Meta qualsiasi riesce a portare a casa la performance senza sbagli d'intonazione. Non è un talent, ma se lo fosse più di metà dei concorrenti sarebbero scartati. Sappiamo che da qualche anno a questa parte importa più la canzone dell'esecuzione, ma su quel palco ieri hanno stonato in tantissimi. Non è da sfigati prendere lezioni di canto, l'ha fatto anche Calcutta prima del tour di Evergreen e infatti ha sempre cantato benissimo. 

foto di Andrea Bracaglia/Kikapress
foto di Andrea Bracaglia/Kikapress

Terzo punto: Amadeus, Fiorello, come vi permettete di sequestrare il pubblico già preso in ostaggio da un anno dalla pandemia, quando devono esibirsi una trentina di artisti? Come pensate possa essere una buona idea far durare uno show televisivo fino alle 2 di notte? Quando vi mettete a preparare stacchetti insulsi della durata di un quarto d'ora all'una di notte, siete al corrente che i vecchi sono già a letto, chi lavora al mattino è già a letto, il pubblico generalista è già a letto, vi guardano solo quelli interessati alla gara e gli stronzi come noi che devono seguirlo per forza, dormendo 5 ore a notte, solo per arrivare in fondo al mese? Dovete portare più rispetto verso gli spettatori, siete gli unici che dopo il festival potranno andare in vacanza.

Quarto punto: gli Extraliscio con Davide Toffolo meriterebbero un programma a sé, sono gli unici che hanno davvero divertito e fatto dimenticare il periodo tremendo. Bravo Lundini insieme a Fulminacci e bravo Roy Paci con la maglietta col volto di Erriquez, bravissimi Samuele Bersani e Willie Peyote con quel capolavoro che è Giudizi universali, Max Gazzè con Daniele Silvestri rendono un emozionante tributo ai CSI, Orietta fucking Berti spacca sempre, Ghemon coi Neri per Caso grande momento Festivalbar, bravissimi/e LRDL e Donatella Rettore, gasamento a mille. Gaia e Lous brividi dolci, Malika lo stesso, un po' sotto tono Colapesce e Dimartino, Coma Cose, Bugo (coi PTN versione Coldplay), ma gli orrori sono altri. 

foto di Andrea Bracaglia/Kikapress
foto di Andrea Bracaglia/Kikapress

Quinto punto: vorrei che nei commenti, per telefono o bussandomi a casa, mi convinceste sulle motivazioni per cui il duetto Maneskin - Manuel Agnelli su Amandoti dei CCCP sia stato bello, geniale, fantastico e tutte le altre parole che avete speso sui social per descriverlo. "Sono talmente fighi che vorrei essere lì nel mezzo a fare il panino" non conta. Il pensiero che una canzone di tale raffinatezza e disperazione sia diventata una gara a chi urla di più, con l'assolo di chitarra alla fine, mi rende privo di energie psicofisiche. È tutto ciò che i CCCP non erano né volevano essere, e sarò pure fanboy ma non ne capisco l'entusiasmo. È stata una performance da talent, non a caso NAIP ne aveva fatta una versione simile (ma con più classe) quest'anno a X Factor

Sesto e ultimo punto: aggiornamento. Parliamo spesso di suoni da queste parti, perché danno l'esatta misura del lavoro dietro una canzone.  Dai suoni di batteria e di chitarra elettrica dell'orchestra, si capisce che da quelle parti, non si cambia equalizzazione né effettistica da almeno vent'anni, e questo è un problema. Sono questi dettagli che fanno suonare vecchie le canzoni anche per chi non mastica il fonichese. Il comparto rock dell'orchestra è rimasto fermo ai tempi in cui la canzone funzionava verso verso verso ritornello verso ritornello assolo di chitarra aumento di tono ritornello gran finale. Niente da dire con quel pop sanremese scritto da Dio nei tardi '80 fino ai primi 2000, ma sono passati come minimo vent'anni, possibile che si debba sentire Madame accompagnata dagli stessi suoni di Paolo Vallesi?

foto di Andrea Bracaglia/Kikapress
foto di Andrea Bracaglia/Kikapress

Chiudo qui, fortunatamente solo due giorni alla fine, poi torniamo a non lavorare, quindi a parte le facili battute su Gio Evan, Random o Aiello, concentriamoci su ciò che davvero conta, che se non lo facciamo noi, di certo non ci penserà Fiorello. Il lavoro.

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L'articolo L'unica cosa che conta di Sanremo 2021 di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2021-03-05 10:04:00

COMMENTI (3)

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  • pons 3 anni fa Rispondi

    @solanas io trovo che anche quella della Nannini era bella

  • solanas 3 anni fa Rispondi

    In realtà non credo sia stato Amadeus a decidere di far passare Lo stato sociale a mezzanotte: lui esegue le decisioni dei piani alti.
    È vero, Ama e Fiore hanno rotto (più il secondo).
    Io guardo direttamente la puntata su Raiplay così non mi devo subire i loro insulsi stacchetti.
    L'unica versione di Amandoti che valga la pena di ascoltare è quella di Epica etica etnica pathos.

  • Ghiacciolo 3 anni fa Rispondi

    ❤️

    Assurdo che a parlare di quello che succede fuori da Sanremo ci debba pensare una band in gara. Amadeus senza giustifocazioni