Se pensi che la tua musica avrà successo grazie alle playlist, rischi di rimanere deluso

O meglio, di certo non bisogna aspettarsi che finire in questo o quel raccoglitore di canzoni vi cambi la vita. Vi raccontiamo come le playlist di Spotify sono diventate una specie di ossessione, e perché sarebbe il caso di viverla più serenamente

È forse l'ossessione più grande di tutti gli artisti e addetti ai lavori. Il nodo fondamentale su cui si basano la maggior parte degli investimenti fatti dalle case discografiche e il termometro per capire se un progetto si può considerare funzionale oppure no. Stiamo parlando delle playlist dei servizi in streaming, che incidono sul morale di ogni attore coinvolto in questo grande cortocircuito digitale di release musicali. "Questa cosa funziona è già in 3 playlist" o espressioni come "farei suonare questo brano più indie italia" sono la rovina della musica nel nostro paese e indicatore di un livello basso nella consapevolezza della materia trattata, ma prima o poi il giorno in cui analizzavamo questo sistema doveva venire e oggi, purtroppo o per fortuna, quel momento è arrivato.

Consapevoli del fatto che non sia un indicatore ufficiale e attendibile per credere che un progetto stia avendo successo, le playlist editoriali equivalgono a uno spazio limitato in cui inserire la tua musica. Niente più e niente meno di una menzione all'interno di una storia di qualche media, in sostanza un passaggio e non una finalità; per questo, cercate di non cambiare mai la vostra musica per ottenere questo risultato.

A un certo punto, nel corso degli ultimi anni, la rilevanza di questa pratica ha permesso di creare delle piccole carriere basandosi sugli ascolti digitali con relative pratiche di inserimento in playlist ufficiali. Sono stati gli anni dell'esplosione dell'indie italiano e della musica condivisa su Spotify, un periodo in cui qualcuno ha persino sostenuto che le radio diventassero obsolete, poiché ognuno di noi poteva diventare un'autorità per la promozione musicale. L'influencer marketing tramite playlist era una modalità spesso adottata dalle case discografiche; sapere che un determinato personaggio aveva una propria scelta musicale condivisa con migliaia di persone ha creato un vero e proprio mercato attorno ad esso. Tuttavia, come accade per ogni cosa, di fronte alla sua efficacia si sono manifestati degli abusi in grado di compromettere un metodo di lavoro già fragile di per sé, grazie alla nascita di servizi che promettevano l'inserimento in playlist ufficiali e/o molto seguite dal pubblico.

COME ENTRARE IN UNA PLAYLIST UFFICIALE DI SPOTIFY?

È una domanda semplice, ma è giusto rispondere. Avete Spotify for Artists? Bene, eseguite il login con il proprio account - se non ce l'avete createlo - e cliccate nella sezione musica -> in arrivo. Davanti a voi vedrete tutti i brani che state per pubblicare (mi raccomando caricate il brano almeno un paio di settimane prima della release) e a questo punto potete inviare un pitch agli editor di Spotify. Ciò che viene richiesto sono informazioni legati al brani: genere, mood, descrizione, tag culturali e playlist di riferimento tra quelle disponibili. Questo è il modo più corretto per poter essere pubblicati e per quelle che sono le nostre conoscenze, possiamo semplicemente dirvi che gli editor ascoltano veramente la musica che viene proposta. 

ESISTONO ALTRE PLAYLIST UTILI COME VETRINA DEL MIO PROGETTO?

Sì. Per quanto le criticità dei servizi in streaming siano ben visibili, nell'ultimo anno le persone si sono affezionate maggiormente alle playlist realizzate da curatori indipendenti. Stiamo parlando di media, testate e realtà che lavorano nell'industria musicale o si affacciano come cool hunter delle nuove tendenze anche in campo sonoro. Entrare nelle loro realtà non significa raggiungere il successo ma è un passaggio interessante perchè si rivolgono a un tipo di pubblico molto attivo che risponde agli stimoli e non è generato da un bot o da un presunto algoritmo. Gli ascolti sono reali e anche se non saranno quelli in grado di far vincere il disco d'oro, possono creare qualche opportunità interessante. 

MA QUESTI SERVIZI PER ENTRARE NELLE PLAYLIST FUNZIONANO?

Qualunque sia la proposta e il servizio offerto, vi sconsigliamo di investire in questo genere di pacchetti. Nessun privato può garantirvi l'inclusione in una playlist editoriale di un servizio di streaming, e soprattutto è impossibile garantire con certezza il numero di ascoltatori provenienti da una playlist. Chi lo promette sta commettendo una frode; ricordatevelo, e tutto ciò che comporta sostenere questa attività è una pericolosa contaminazione del mercato che nuoce al sistema stesso. Non è possibile avere un numero certo di riproduzioni provenienti da una playlist perché è difficile vendere come dato il numero reale di persone che seguono una determinata playlist. Per chiarire, chi vi propone di essere inserito in una playlist con 20.000 follower non significa che otterrete 20.000 ascolti, poiché nella maggior parte dei casi quel numero di follower è fittizio o generato da bot che non contribuiranno ad ascoltare il brano. E se il brano dovesse comunque avere successo? Chiedetevi se gli ascolti che avete ricevuto sono reali. È meglio avere 100 ascoltatori reali o 20.000 finti? Pensiamo che non ci sia dubbio sulla risposta più sensata.

"PER VENDERE IL MIO PROGETTO HO BISOGNO D'ASCOLTI SU SPOTIFY"

Questa è una stronzata che per molti ha un significato commerciale. Per capirci meglio, sarà più facile - secondo questa teoria - riuscire ad arrivare a determinate persone in grado d'investire su di te, qualora i numeri digitali siano più alti, anche a costo di comprare ascolti e posizionamenti non reali. Ecco quest'approccio è totalmente sbagliato, chiunque all'interno dell'industria è consapevole di quali siano i numeri reali e che valore possono avere. È più importante essere segnalati da determinate persone che avere 200.000 click finti che si possono verificare molto facilmente ormai, non dimentichiamoci che i servizi in streaming sono un mezzo di comunicazione e danno la possibilità di essere ascoltati ma non sono l'unica strada da percorrere, questo ve lo diciamo sempre.

 

Questo contenuto è tratto dalla nostra newsletter dedicata agli artisti, che si chiama Ghost Track ed esce ogni mercoledì. Se vuoi rimanere aggiornato su tutte le nostre novità per chi suona, iscriviti alla nostra newsletter Ghost Track.

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L'articolo Se pensi che la tua musica avrà successo grazie alle playlist, rischi di rimanere deluso di Teo Filippo Cremonini è apparso su Rockit.it il 2024-04-30 14:58:00

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