La Signora Fiorella intervista Enrico Molteni di Tre Allegri Ragazzi Morti

(I Tre Allegri Ragazzi Morti - Foto da internet)

Dal numero #42 del nostro Rockit'MAG ripeschiamo "L'angolo di Signora Fiorella", la rubrica musicale della nostra indie-casalinga per vocazione. Protagonista di questo episodio: Enrico Molteni dei Tre Allegri Ragazzi Morti.



Tre Allegri Ragazzi Morti "La seconda rivoluzione sessuale" (La Tempesta, 2007)
Cos'è sta rivoluzione sessuale? Quando a picciò e pollastri quando a grilli*: dei pezzi molto belli come "La poesia e la merce": ma in "Allegria senza fine" ad un certo punto m'era preso lo sconforto! Quanto vi ripetete! Poche idee? Poca fantasia? No perché me pare d'avè capito che il testo di "La sindrome di bangs" è una critica di un altro musicista! In tutto il disco sento tante, troppe parolacce; perché questo forzare la mano? Per essere più moderni? Non dico questo per far la puritana, ma perché non vedo la necessità di dirle! Il cantante ha una bella voce, peccato le parole lo siano di meno, sforzatevi di avere testi più profondi come è venuto fuori da alcune canzoni, come "La poesia e la merce" che mi è piaciuta tanto. Scopritevi la faccia qualche volta e non vi coprite sempre dietro maschere così brutte, che le ragazze non ve se filano! In futuro chiamatevi Tre Allegri Ragazzi e basta.

* letterale: a volte mangi piccioni a volte grilli, ovvero a volte fai troppo e volte troppo poco

In una canzone dite che la libertà non si compra, ma voi vi sentite liberi? Di cantare? Di esprimervi e di avere opinioni?
Intanto ringraziamo mamma Fiorella per aver ascoltato il nostro disco e per non aver posto la classica domanda sul perché del nostro nome. Fiorella, lei è la nostra giornalista musicale italiana preferita, lo sappia. Probabilmente è anche la più qualificata. Tornando alla nostra libertà: risponderemmo con un si, ci sentiamo liberi di avere, esprimere e cantare le nostre opinioni. Lei no?

Secondo voi i giovani avrebbero bisogno di nuove rivoluzioni?
Crediamo che le rivoluzioni facciano bene allo spirito e alla salute dei giovani. Danno loro gli strumenti per capire che le cose che accadono nel mondo vengono decise da qualcuno e che, prima o poi, quel qualcuno saranno loro.

Nella Sindrome di Bangs state facendo una critica a qualcun altro? Ho capito bene?
La canzone è un tributo. Il Bangs del titolo è Lester, Santo protettore dei giornalisti musicali di tutto il mondo, da Vincenzo Mollica a lei, mamma Fiorella. Se non li ha letti, compri i suoi libri pubblicati in Italia da Minimum Fax. L'ipotesi è che il fascino esercitato dai musicisti quando sono sul palco con in braccio una Fender Stratocaster sia lo stesso di quando passeggiano per strada, visibilmente consunti dal rock'n'roll, verso il supermarket. Bisogna sforzarsi di capire ed amare la persona dentro l'artista per poterne parlare liberamente.

Vi mascherate la faccia, siete timidi? Da noi si dice non c'hai la faccia a cumparì…
La timidezza non è certo nelle nostre corde. La maschera è un'invenzione che ci proietta con un solo gesto nel mondo creato dalla matita di Davide Toffolo, dove fumetti e canzoni confinano. Ci rende bidimensionali e snelli, uguali ma riproducibili, curiosi e quindi unici.

Perché dite tante parolacce?
Abbiamo riascoltato il disco per sicurezza. Le uniche parolacce che cantiamo sono culo in due canzoni e figa in una. Che poi parolacce non sono. Suo figlio Andrea le ha mai fatto recensire un disco di musica rap? Hip hop? Hard core? I Catarrhal Noise? Gli Etiopi? Lo sa che ogni volta che su Mtv c'è un beep serve per coprire e quindi censurare una parolaccia? Insomma, non siamo stinchi di Santo, ma con "La seconda rivoluzione sessuale" non abbiamo certo forzato la mano. È la vita che è difficile, ma non l'abbiamo inventata noi, per questo l'intervista è finita



Tutti gli episodi de "L'angolo della signora Fiorella" sono disponibili su nonsischerzapiu.blogspot.com

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L'articolo La Signora Fiorella intervista Enrico Molteni di Tre Allegri Ragazzi Morti di Redazione è apparso su Rockit.it il 2008-02-27 00:00:00

Tag: speciale

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