Signora mia, una volta qui era tutto itpop

Coez se la prende con le classifiche del 2022 e pure col pubblico reo di non ascoltare più "musica bella" come quella degli anni Dieci, durante l'esplosione dell'itpop. Ma sarà vero che la musica italiana di oggi sia tutta uno schifo?

Coez, Calcutta, Gazzelle, Carl Brave x Franco126, la scena romana che fu
Coez, Calcutta, Gazzelle, Carl Brave x Franco126, la scena romana che fu

No, no, no, no, no, no, no, no, no, no, Coez, no. Che ti è venuto in mente di scrivere un post terrificante, che sembra pericolosamente simile a quelli dei puristi del rock quando dicono che dopo il grunge la musica è diventata una merda. Di quelli che una volta i giovani delfini dello spaghetti indie chiamavano boomer e definivano cringe, prima che questi due termini facessero il giro e qualificassero chi li usa con lo stesso significato: vecchio e imbarazzante.

Non si sta parlando di Coez, ovvio, ma del contenuto del post apparso sui suoi social ieri: "Mainstream, Regardez Moi, Superbattito, L'ultima festa, Polaroid, ci metto anche Faccio un casino, c'è stato un gran momento per la musica italiana, guardando la classifica mi chiedo se stiamo sbagliando noi qualcosa o se non state più capendo un cazzo voi".

 

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Coez si riferisce agli album di Calcutta (2015), Frah Quintale (2017), Gazzelle (2017), Cosmo (2016), Carl Brave x Franco126 (2017) e al suo disco del 2017, quello che l'ha reso famoso grazie ai singoli Faccio un casino e La musica non c'è (prodotti insieme a Niccolò Contessa de I Cani). In pratica, Coez parla degli albori e dell'evoluzione di quel nuovo cantautorato synth che è stato presto codificato come itpop o indie (benché l'indie fosse tutta un'altra musica e spesso tutta un'altra attitudine), ma anche graffiti pop, urban, capace di attingere dalla tradizione melodica italiana aggiornata al linguaggio social e imbastardirla con i beat americani, l'hip hop, l'indie rock propriamente detto, gli anni '80 tout court, la techno e, esattamente qualche anno dopo, la nascente trap italiana. 

Cita dischi diventati molto importanti per l'evoluzione del nuovo pop, a cui dovremmo aggiungere il debutto di Brunori Sas, Fuoricampo e Completamente dei Thegiornalisti, l'antesignano di ogni itpopperia che è Cento giorni da oggi degli Amor Fou del 2012 e, ovviamente, Il sorprendente album d'esordio de I Cani. Anche i debutti de Lo Stato Sociale, di Motta, di tutti quegli artisti che nella seconda metà degli anni Dieci del Duemila hanno prodotto dischi che li hanno portati dal club al palasport, a Sanremo, al Premio Tenco, al bagno di folla, ai telegiornali nazionali, a cambiare dal basso la musica italiana. Missione compiuta, ma si parla di un po' di anni fa, di una rivoluzione ormai archiviata. 

 

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Coez cita la classifica ma ad essere proprio sinceri, durante quegli anni l'unico che è arrivato altissimo in classifica è stato proprio lui, tra i primi posti nei singoli del 2017. Poi, se diamo retta alla classifica, anche negli anni della rivoluzione dell'itpop la stragrande maggioranza del pubblico italiano ascoltava Fedez e J-Ax, Ed Sheeran, Gabbani, Salmo, Sfera, Alvaro Soler, Ghali e qualche meteora passata di lì per un singolo e poi persa nello spazio. In sostanza, di cosa stiamo parlando?

Lo sanno anche i muri che negli anni Venti del Duemila la classifica la fanno gli ascolti in loop dei teenager che cercano sempre più artisti che parlino la propria lingua, ma può anche capitare che molti fan che dieci anni fa stavano dietro a tutte le uscite discografiche italiane giovani, abbiano iniziato a lavorare, messo su famiglia, siano andati a a vivere da soli/e, abbiano mollato un po' la presa sugli ascolti, complice anche il biennio del covid che ha scombinato i piani di tutti e ristabilito un sacco di priorità.

 

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Oggi in classifica, di fronte a un Rhove o a un eterno Fedez col tormentone dell'estate troviamo tra le altre anche Ariete, Myss Keta, Margherita Vicario, La Rappresentante di Lista. Sembra assurdo sottolinearlo ma i nomi dell'itpop degli anni Dieci erano quasi tutti maschi, finalmente qualche ragazza non sta solo nei video. Emma Nolde con un tour infinito, Cmqmartina fa ballare in giro per l'Italia, non sono risultati scontati. Se poi vogliamo parlare di quelli che vengono dallo spaghetti indie, i Pinguini Tattici Nucleari sono in classifica da un tempo immemore, sfidando addirittura i singoli commerciali dell'estate.

Coez ha scritto delle gran canzoni, altre meno incisive ma non siamo qui per giudicare la sua carriera. Ci sembra però assurdo che un artista, oggi, finisca un post rivolgendosi al pubblico e apostrofandolo di non capire un cazzo. È un segnale fortissimo dell'essere fuori dalla realtà, di non contare lo shock di due anni barricati in casa con la paura, a cui nessun artista della sua generazione è riuscito a dare forma in qualche modo. C'è stato un momento in cui la generazione è cambiata e in cui le parole di quella precedente non erano più valide per i più giovani. In cui alcuni artisti che venivano dal basso si sono lasciati sopraffare dalla popolarità e hanno smarrito la strada, la rabbia, la poesia in virtù del voler partecipare per forza al gioco della classifica.

 

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Molti artisti negli ultimi anni si sono concentrati su sé stessi e sul proprio disagio che negli anni prima del covid era condiviso da un sacco di persone e che oggi, con lo spauracchio degli aumenti delle bollette, delle chiusure dei negozi, delle malattie e del cambiamento climatico, non è più così importante. Viviamo in tempi bui, c'è chi cerca la leggerezza e chi cerca l'empatia, l'approfondimento, chi come uno speleologo s'inabissa nel buco nero e chi invece sa che è lì vicino e inizia ad arredarlo, giusto per starci un po' meglio. Non sono cose da poco e dobbiamo farci i conti tutti, pure gli artisti che dovrebbero decodificare la realtà.

Allora ci sta il fallo di reazione se in classifica oggi ci sono i tormentoni, ma siamo anche a fine estate e quelli erano in classifica pure negli anni Dieci in agosto. Non nascondiamoci dietro un dito, il ricambio c'è stato sia tra gli artisti che tra il pubblico, ma dubitiamo fortemente che dire di non capire un cazzo ai nuovi ascoltatori sia il modo migliore per farli avvicinare alla propria musica.

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L'articolo Signora mia, una volta qui era tutto itpop di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2022-09-02 09:58:00

COMMENTI (1)

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  • mario.miano.39 2 anni fa Rispondi

    Dei dischi che cita solo Calcutta e Cosmo hanno davvero inciso e influenzato a 360 gradi e in tutta onestà Coez stesso ha solo avuto più fortuna di altri ma ha solo indovinato qualche pezzone più che un disco che, ascoltato per intero, fa sbadigliare di brutto. Gli suggerisco di ascoltarsi la breve ma già strepitosissima discografia di Tuttifenomeni, secondo me l'artista più sottovalutato in Italia degli ultimi anni perché pur avendo avuto molti riscontri di critica e pubblico, vale anche più di Battiato se pensiamo che in pochissimo tempo ha realizzato canzoni memorabili e costruito uno stile unico prodotto in maniera super. Guarda caso c'è proprio Contessa dietro, e credo di non sbagliare a definire Tuttifenomeni un duo visto l'imprinting con cui il produttore marchia le cantilene di Tuttifenomeni. Vale solo una canzone come "Diabolik" ad incensare il pop italiano di questi anni, ...ho fatto un sogno e mi sentivo un piccione, triste quando è libero, triste nella prigione... Pop magistrale con parole di altissima poesia e intelligenza, praticamente l'orgasmo puro.