Spazio Giovani 2002 - Teatro Mediterraneo - Foggia



La partenza è fissata alle 9.06 di mercoledì 4 settembre, momento in cui un IR diretto verso la riviera romagnola mi conduce verso Imola. Sceso quindi nella città che - citazione - "rappresenta il trattino tra l'Emilia e la Romagna", fuori ad attendermi c'è già il collega Pasini, collaboratore de "Il Mucchio Selvaggio" e giurato 'mancato per poco' nella scorsa edizione. Partiamo quindi alla volta di Foggia: ci aspetta una traversata di 5 ore sotto un sole estivo e senza condizionatore in macchina (!!!). Ma si sa, siamo nati per soffrire e ci adattiamo cercando sollievo nell'ascolto di una serie di cd: si comincia con "Slo-mo" dei Reflue, 'primascelta' del sottoscritto su Rockit e che a un certo punto fa esclamare a Pasini: "Ma questi sono proprio bravi! È necessaria una recensione fatta bene!". Condivido, e alla fine dei solchi tocca a "Folklore" di 16 Horsepower e subito dopo al promo di "Trasparente", il nuovo di Marco Parente che piace già al primo 'play'. Infine, "Hope and adams" dei Wheat a farci compagnia fino all'arrivo in albergo.

Lasciamo i documenti alla hall dell'hotel "President", saliamo in camera e riscendiamo una mezz'oretta dopo, giusto il tempo di una doccia, diretti al vicino ipermercato per futili acquisti e per sgranchirci le gambe. Tornati in albergo, incontriamo 3 colleghi di guria (i novizi Michele Chisena, redattore di www.allaboutjazz.com/italy e di www.musicboom.it, e Fernando Fratarcangeli, direttore del mensile "Raro", nonché l'esperto Mauro Missana, deejay di "Radio Capodistria" e "Radio Onde Furlane", già incontrato lo scorso anno) e il 'bravo presentatore' Luca De Nicola, professionista impeccabile nel suo ruolo e sorprendente nella sua capacità di rapportarsi ad un evento del genere senza sembrare anche un solo secondo fuori luogo.

Terminate le presentazioni di rito, ci avviamo nella sala ristorante, fiduciosi che quest'anno non rappresenti, come già successo nello scorso, l'unica nota stonata della 3 giorni. Alla fine il bilancio sarà positivo, anche se la porzione di tagliata servita stasera aveva l'apparenza di un'ostia, e per di più sconsacrata. Ma ci ridiamo sopra e, siccome siamo in ritardo, ci lanciamo alla ricerca del 'Teatro Mediterraneo', struttura all'aperto che ospita la manifestazione fin dal primo anno. Così, dopo una mezz'ora circa in cui il senso dell'orientamento non è sembrato far parte del dna di nessuno dei 6, riusciamo a trovare il posto. Parcheggiamo la macchina e, dopo una piccola riunione di giuria (che conta anche l'assessore alla Politiche Giovanili Umberto Candela, il consigliere comunale delegato alla Cultura Nino De Rogatis, il responsabile del sito www.citymusic.it - e grande amico - Renato Cavaliere, la giornalista de "La Gazzetta Del Mezzogiorno" Anna Langone, e il giornalista di RTL e Radiomaster Roberto Parisi), ci avviamo in platea visto e considerato che lo show sta per iniziare.

Dopo i saluti e i ringraziamenti di rito del presentatore, ecco salire sul palco i Dies Irae, quintetto foggiano che presenta due brani di folk-rock stantio e ripetitivo che fanno storcere un po' il naso a quasi tutti i giurati; fortuna, però, che subito dopo arrivano i Cute, baresi che confenzionano due brani ricchi di reminiscenze corganiane adeguatamente corroborati dall'elettronica. A tratti ricordano anche gli Interno 17, ma la loro formula ci sembra più quadrata ed essenziale, grazie anche ad un ottimo lavoro sui suoni. Fa così capolino sulla scheda il primo nome papabile per gli 8 finalisti. I successivi Skapcrrat, infatti, non dimostreranno chissà quali doti: il loro ska vuole essere una fotocopia, anche a livello di scelte estetiche e di presenza sul palco, della formula targata Meganoidi. Sicché in una scala da 1 a 5 si beccano un generosissimo 2 che li consegna all'oblio.

A seguire i napoletani Benzina, quartetto dedito ad un funk-rock tanto debitore a quello dei Red Hot Chili Peppers, quanto dotati di un tiro notevole. Fra i brani presentati stasera colpisce il 'ruffiano' "Replay", sì radiofonico ma che denuncia la propensione (negativa) della formazione a ricercare a tutti i costi il ritornello. Finita l'esibizione, cedono il palco ai conterranei Le Baccanti, gruppo che a dispetto del nome mette in fila solo 5 maschietti (sigh!) tutti intenti ad armeggiare con ritmi swing a ricordare certe cose di Sergio Caputo e fraseggi chitarristici tipici del primo Daniele Silvestri. Di fatto si definiscono 'jazz-grunge', ma sono molto più 'pop' (nel senso nobile del termine) di quanto possano sembrare, sicché si candidano alla serata finale.

A chiudere la serata, 3 gruppi che fanno delle chitarre la loro ragione di vita: per primi gli Echo 24, tutti intenti a cucinare la ricetta dei Coldplay ma nella realtà il risultato è quello di essere molto più vicini a Nek di quanto non credano. A seguire The Icelighters, napoletani che nutrono più di un debole per la Jeff Buckley; peccato, però, che possano vantare solo un vocalist molto valido, siccome il resto non sembra affatto all'altezza del 'mito'. Infine i P38-KS, abruzzesi fissati col grunge, genere che tentano di rendere (invano) più personale, forse anche per i problemi tecnici che hanno inficiato la loro esibizione.

Finisce così la prima serata, con 3 formazioni evidentemente sopra la media che si giocheranno sicuramente l'accesso in finale, ammesso che gli altri 8 semifinalisti che si esibiranno più avanti non siano molto più bravi. Nel frattempo la giuria si è già insediata in un bar del centro storico di Foggia, dove rimarrà fino a tarda ora per bivaccare allegramente.

Il giorno successivo ci aspetta del sano riposo, ma giusto per guadagnare qualche ora sulle decine di dischi da recensire, recupero sui cd di Lara Martelli ("Orchidea porpora") e Eugénie ("Ciò che vorrei"). Arrivate quindi le 13.30 ci dirigiamo verso il ristorante per pranzare, dal quale, una volta usciti, ci aspetta un furioso acquazzone che eviteremo per 2-secondi-2! Infatti, insieme al prode Bruno Cavaliere, stavolta in veste di cicerone, giuria e presentatore si erano soffermati nella visita del Teatro cittadino, attualmente chiuso per la stagione estiva, ma comunque molto bello da vedere anche se 'vuoto' al suo interno. Tornati in hotel, la pennichella è d'obbligo, finchè non si fanno le 19.30 e si scende al bar per un aperitivo in compagnia dei soliti 4 in attesa della cena. Assolta anche questa 'pratica', evitando però di appesantirci dopo il faraonico pranzo, ci avviamo verso il 'Mediterraneo' e ci disponiamo subito nei soliti posti, prima che la folla, sorprendetemente e piacevolmente numerosa, occupi le file migliori.

Iniziano due formazioni della provincia di Torino, entrambi caratterizzati dalla stessa estrazione musicale: ovvero il cantautorato di stampo jazzistico, a ricordare Conte in primis, ma anche Capossela, Fossati e compagnia bella. I primi si chiamano Animamagra e il (lungo) curriculum allegato alla scheda racconta di 5 anni di attività; e in realtà il mestiere c'è e si vede, ma manca ancora quel particolare che in qualche modo faccia sobbalzare dalla sedia. Stesso discorso per i Kalamandra, forse appena più swing ('caciaroni'?) nei ritmi, ma ugualmente piatti ai fini artistici. Entrambi i gruppi passeranno poi in finale, perché hanno comunque dimostrato qualcosa di più rispetto agli esclusi, ma di fatto non avevamo ancora assistito ad un'esibizione che in qualche modo desse la giusta scossa a quest'edizione di "Spazio Giovani" - e che la manifestazione doveva riservarci.

Così, puntuale come un orologio svizzero, arriva la band che 'scuote' pubblico e giudicanti: si chiamano I BeatiPaoli, sono in 6 (fra cui due ragazze), e la loro specialità si chiama 'world-music'. Mischiano ritmi mediterranei, folklore e tradizione con piglio pop, facendo tornare alla mente la ricetta degli Agricantus. Bastano due pezzi (soprattutto quello intitolato "Cuntu di lu capu di tunni", che altro non è che un tributo alla mattanza) per affascinare tutti i presenti e convincere la giuria della bontà della proposta. Sicchè, i successivi Teorema, pur dimostrando una forte presenza scenica e un sond compatto a tratti vicino ai Faith No More, non convinceranno pienamente. A dispetto di quanto dimostrato dagli Uvanera, fiorentini appassionati di ufo e marziani tanto da scrivere una canzone sul tema azzeccando pure un ritornello killer che rimarrà impresso a più d'uno. Di seguito i siciliani La Casbah, che, oltre ad un'originale ricetta musicale (fate conto che Max Gazzè si metta a jammare con i defunti Ottavo Padiglione e alla voce si prestasse Federico Fiumani!), inscenano contemporaneamente un riuscito siparietto dal forte effetto scenico. Al sottoscritto erano piaciuti non poco, ma la giuria alla fine deciderà diversamente.

Infatti, una volta saliti sul palco i Pulp-Ito, penultimi in scaletta di tutto il concorso, le cartelline di ognuno cominciano a 'imbrattarsi', siccome di lì a poco toccherà definire la rosa degli otto finalisti. E i 6 bresciani, pur non convincendo con la prestazione di stasera, riesciuranno ad imporre la loro formula, fatta di art-rock e commistioni tra musica e letteratura. Molto meglio, comunque, degli ultimi in gara, i francesi Lord Of Mushrooms, autori di un prog-rock scialbo e scontato e il cui vocalist puntava più sulla presenza scenica che non sulle qualità artistiche.

Una volta riuniti in giuria, i nomi dei contendenti il 'Premio Città di Foggia' emergono senza qualche pacata discussione, al punto che sembrava necessario uno strappo alla regola per accreditare 9 formazioni. Il conteggio, quindi, decretava Animamagra, Echo 24, Uvanera, Benzina, Pulp-Ito, I BeatiPaoli, Le Baccanti, Kalamandra e Cute. A questo punto, conclusasi la seconda serata, è d'obbligo il solito giro nel bar del centro prima di andare sotto le coperte.

Il giorno della finale tutto scorre come previsto, compresa la solita 'puntatina' in quel di S. Giovanni Rotondo per l'annuale visita al santuario di Padre Pio. Stipati quindi nella macchina di Pasini, 5/6 della giuria si avviano verso uno dei posti più famosi al mondo per il turismo religioso. La pioggia, tra l'altro, ci costringe ad una permanenza forzata e prolungata, finche alle 17.00 circa non prendiamo la via del ritorno, rischiando anche un (piccolo?) incidente a causa dell'asfalto bagnato - e noi che si credeva fosse un simpatico scherzo dell'autista 'non-sono-mai-stato-così-serio' Pasini.

Riusciamo comunque ad arrivare sani e salvi in albergo, guadagnando giusto il tempo di una doccia prima di cena, e subito via verso il Teatro. Qui ci aspetta, oltre all'esibizione degli 8+1 e all'ingrato compito di assegnare 3 premi, anche la diretta tv sulle frequenze di un'emittente locale. In aggiunta, al sottoscritto tocca consegnare sul palco la targa-ricordo - marchiata dallo sponsor tecnico 'Rockit' - ai napoletanti Benzina. Un onore, soprattutto perché ho l'occasione di vedere da vicino la tanto osannata, da pubblico e giuria, valletta che ha accompagnato l'amico presentatore nella conduzione della manifestazione.

Assolta anche questa pratica, la serata scorre splendidamente, con le band finaliste a confermare le buone impressioni suscitate nei giorni precedenti. Così al momento di decidere il vincitore assoluto, la giuria sembra non avere dubbi: l'esibizione de I BeatiPaoli è considerata unanimente la migliore. Un po' più combattuta, invece, l'assegnazione del 'Premio della Critica' - andato ai Pulp-Ito, i quali hanno comunque dimostrato, nella serata finale, di avere tutte le carte in regola per conseguire il titolo - e del 'Premio Gazzetta del Mezzogiorno', riservato alle band di Puglia, Abruzzo e Molise e che, dopo un'accesa ma pacata discussione, vedeva prevalere i baresi Cute - di gran lunga i più convincenti, secondo il sottoscritto, se paragonati alle altre formazioni in lizza per il titolo (per la cronaca si contendevano il podio con gli Echo 24).

Si chiude così un'altra edizione di "Spazio Giovani", concorso che ormai aspira a diventare fra gli appuntamenti più ambiti nel 'mare magnum' delle manifestazioni dedicate agli artisti emergenti. L'organizzazione praticamente perfetta, lo splendido scenario del 'Teatro Mediterraneo, l'accoglienza dello staff e il trattamento riservato a gruppi partecipanti e componenti della giuria, ma anche tante altre piccole - quanto importanti - cose, sono tutti tasselli che servono, se possibile, a ribadire tutta la nostra stima e attenzione ad un evento che quanto prima godrà di una risonanza nazionale più di quanto non l'abbia adesso. L'augurio è che ciò avvenga quanto prima, speranzosi che in qualunque momento si realizzi, i protagonisti principali rimangano comunque i gruppi emergenti. Consigli a parte, siamo assolutamente fiduciosi sul 'corso delle cose' e rinnoviamo l'appuntamento alla prossima kermesse, sicuramente ricca tanto di conferme che di novità entusiasmanti.



Tocca quest'anno al sottoscritto, anche se con ritardo, raccontare della kermesse foggiana, data l'assenza (giustificata?) del collega Sherwood nella città della terra di Daunia. Mi impegnerò quindi a fare un resoconto più dettagliato rispetto alla solita recensione, siccome "Spazio Giovani" merita molte parole di elogio anche solo per l'impegno profuso dagli organizzatori - e da uno in particolare che risponde al nome di Bruno Cavaliere.

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L'articolo Spazio Giovani 2002 - Teatro Mediterraneo - Foggia di Faustiko Murizzi è apparso su Rockit.it il 2002-09-06 00:00:00

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