Summer on a schizophrenic beach

23 anni, veneziano, il musicista e compositore Nicola Nardo diventa Bordoluna. "Stelle e sudore" è un ep densissimo che va dall'indie all'hyperpop, dallo spoken word all'r'n'b, per raccontare l'ultima, pazza estate prima della laurea triennale

Nicola Nardo, aka Bordoluna - foto di Dilan Perera
Nicola Nardo, aka Bordoluna - foto di Dilan Perera

Ultimamente mi trovo spesso a pensare come molti degli artisti che suscitano in me maggiore interesse non siano inquadrabili in un insieme che li rappresenti adeguatamente, in un genere che ne riesca a ingabbiare suoni e significati; sono invece una mescita, una libera mescolanza di tante realtà e movimenti, passati e presenti. In realtà, più che di mescolanza, che si presta meglio all'immagine di una nonna che impasta una torta, sarebbe più opportuno parlare di collisione, di scontro: di più entità che, nella più totale ignoranza di fronte alle regole della fisica, decidono di coesistere contemporaneamente nel solito spazio.

In questo discorso rientra Nicola Nardo: 23 anni, veneziano, e già all'attivo con tantissimi progetti, dalla pubblicazione di un album con gli Hund per We Were Never Being Boring alle colonne sonore di spot pubblicitari, cortometraggi e film d’animazione. Da qualche tempo Nicola Nardo ha assunto il moniker di Bordoluna: Stelle e sudore è il suo primo ep, uscito in chiusura del 2021 e accompagnato da una fanzine curata da Luca Frati, amico di Nicola e laureato all’Accademia delle Belle Arti di Venezia.

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Io sinceramente questo ep nemmeno lo conoscevo. L’ho scoperto per caso, sentendone un frammento mentre scorrevo distrattamente le storie Instagram di persone che a malapena conosco. Sono stati però sufficienti i 15 secondi – forse anche meno – concessi da Instagram per catturare la mia attenzione e farmi andare a ricercare il pezzo completo, dal titolo Pianto astrale. Se da un lato questo episodio la dice lunga sull’attention span mio e della generazione alla quale appartengo – quella dei millennial –, dall’altro dice anche molto della varietà sonora dei secondi di apertura di Piano astrale e della capacità di questo brano di catturare la mia attenzione.

Questo breve frammento sonoro inizia con un paio di note gravi, che accompagnano un sample preso da Yes I’m Lonely, oscura traccia della discografia – anch’essa abbastanza oscura – di Vincent Gallo, conosciuto principalmente come l’attore protagonista/regista/sceneggiatore del film Buffalo '66. Questo breve campionamento, giusto poche parole cantate, viene pitch-shiftato, ovvero ne viene alterata l’intonazione, e si presenta come un suono basso; poi una chitarra acustica entra con un riff vivace e il sample cambia intonazione, schizzando dalla parte opposta dello spettro. Da questa breve finestra su Bordoluna e su Stelle e sudore si possono già intravedere alcuni degli stili che caratterizzano il disco e in particolar modo Pianto astrale, la sua traccia più ambiziosa e interessante.

Bordoluna - foto di Dilan Perera
Bordoluna - foto di Dilan Perera
 

Stelle e sudore è un breve ep che vuole raccontare “la tumultuosa e calorosa estate dell’ultimo anno della triennale, una stagione piena di addii, cambiamenti e eccitazione” e lo fa utilizzando un’ampissima gamma di emozioni, parole, stili e tecniche di produzione. Una varietà che rende molto difficile parlare di questo disco, tanto difficile quanto necessario; una varietà che comunica una sincerità genuina, quasi come se Nicola avesse fatto esplodere tutti i suoi ricordi, le sue emozioni, i suoi pensieri di quell’estate e li avesse rinchiusi, compressi, ripiegati nei quasi 13 minuti di questo disco.

Seghe estive è la opener perfetta: il titolo e la voce narrante, anche qua con pitch shift in pieno stile hyperpop, ci situano precisamente in quella che è l’atmosfera giocosa, emotiva e un po’ cazzona dell’ep, tipica di quelle estati che passi con gli amici, dove tutte le serate finiscono un po' nel drama, nel degenero, o in entrambi. Blu notte, un misto tra jazz e rap, che campiona Blue Moon, una ballata scritta nel 1934 e reinterpretata un po’ da chiunque, e che gli affianca oboe, clarinetto e quella che sembrerebbe una tuba; un brano fatto di “cazzi duri come dinamite”, “astrali compatibilità”, stratificazioni vocali e una conclusione da indie-folk dei primi anni 2000.

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Pianto astrale è un brano densissimo, un misto tra un flusso di coscienza e una confessione che prende la solita formula degli altri e la porta all’estremo. La voce è in balia del pitch shift e di una continua stratificazione per dare enfasi alle parole; la partenza malinconica e serena viene aggredita dalla batteria, che cresce insieme ai cori, rabbiosa; la coda del brano cambia nuovamente ritmo e cavalcando un chitarra distorta recita l’inevitabile conclusione di quella che penso si possa definire una break-up song: “la paura dell’abbandono/ è tutta colpa vostra”.

L’ultimo bagno è il saluto agli amici di una estate e di una fase della propria vita, una traccia dolce e leggermente malinconica perché alla fine anche Nicola sa che “è l’ultima sera insieme”. Anche qua, in pieno stile Bordoluna, convergono tutti gli stili di cui sopra: cantautorato indie, hyperpop, spoken word, r'n'b. Una collisione a cui si aggiungono i diversi stati emotivi di una estate, come rabbia, innamoramento, delusione, tristezza, euforia. Una collisione il cui risultato, il cui aftermath, è Stelle e sudore: l’indefinibile suono di un ricordo.

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L'articolo Summer on a schizophrenic beach di ◄Mãtteo Cioni è apparso su Rockit.it il 2022-03-22 10:05:00

Tag: album

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