Tananai vs. Rocco Hunt: come fare un grande pezzo e una mezza ciofeca, con gli stessi autori

In questi giorni è uscita “Non litighiamo più” di Rocco Hunt, che tra echi latini e retorica sull’amore litigarello butta lì una frase sulla pace e i missili. Com’è possibile che il pezzo sia firmato da Antonacci e Simonetta, gli stessi che avevano emozionato tutti con la delicatezza di “Tango”?

Maxim e Olga del video "Tango" di Tananai insieme a Rocco Hunt
Maxim e Olga del video "Tango" di Tananai insieme a Rocco Hunt

In un pezzo di qualche tempo fa vi svelavamo l'arcano mistero sul perché le canzoni da classifica suonassero particolarmente simili. Ve lo spoileriamo di nuovo: perché spesso sono scritte dagli stessi autori, cambiano solamente gli interpreti, quindi spesso ascoltiamo melodie che ricordano altre canzoni, oppure testi - quasi sempre d'amore - sentiti e risentiti. 

Ogni tanto le canzoni pop riescono a intercettare qualche tema diverso dalla solita storia di lui e lei - o lei e lei, o lui e lui - finita male, per parlare di temi ben più importanti e tosti, più attuali, tipo quell'orrore di guerra che si sta consumando da più di un anno in Europa, a cui tutti ci siamo un po' troppo abituati.

Ricordate l'operazione sanremese di Tananai? La sua canzone Tango, arrivata quinta alla kermesse di Amadeus, che ci stupì all'inizio per il cambio drastico di stile del cantante milanese con l'apparizione precedente, quella di Sesso occasionale in cui era stonato, divertente, scanzonato, con un'altissima dose di cazzomene che conquisto tutti, grazie anche all'ironia con cui prese l'ultimo posto nella classifica di Sanremo 2022.

Tango ha tutto un altro registro, da cantante serio, e Alberto - vero nome di Tananai - si è mostrato elegante, carico di emozione e deciso a non sbagliare una nota. La canzone, che il primo giorno non tutti avevano capito, si è svelata all'uscita del video, in cui due fidanzati ucraini si sono ripresi nella vita di tutti i giorni con gli smartphone mentre la guerra li separa, con lei che continua la sua routine e lui al fronte, a sparare e sperare di tornare a casa. 

 

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Un video che ha toccato tutti, che ha fatto commuovere e che ha dato nuova visione e lettura alle parole del testo, che sulle prime poteva sembrare l'ennesimo litigio amoroso con metafore pop e invece si è rivelato un modo delicato, poetico e riuscito per parlare di un argomento delicatissimo come la guerra. Per conoscenza: testo e musica di Alberto Cotta Ramusino (Tananai), Paolo Antonacci, Alessandro Raina e Davide Simonetta.

Di recente è uscita un'altra canzone scritta da Paolo Antonacci e Davide Simonetta insieme a Rocco Hunt che l'ha cantata. Si intitola Non litighiamo più e c'è stata presentata come una canzone d'amore che riguarda temi più universali, tipo quello della guerra nel verso "Non si fa pace coi missili". Una frase elementare e piuttosto banale, davvero poco in linea con la poesia urbana di Tango. Quasi assurdo che sia uscita dagli stessi autori di Tananai. 

Posto che questa non è un'invettiva su Rocco Hunt, la cui canzone è orecchiabile, con la chitarra piaciona e la cassa in quattro, oggi più che mai non c'è bisogno di paragonare una storia d'amore o una litigata tra ragazzi con una guerra, perché si rischia di banalizzare il concetto che se nella prima spesso basta un messaggio o una cena per farsi riappacificare, nella seconda si muore sul serio, e quando non si muore si rimane sotto per tutta la vita, traumatizzati, feriti dentro e fuori da qualcosa più grande di noi, un sopruso difficile da comprendere, specie quando accade nell'era digitale in cui tutto è allo stesso tempo vicinissimo e ad anni luce da noi.

 

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Quando si parla di guerra nelle canzoni, che almeno sia per sensibilizzare, per aiutare a capire l'orrore, per cercare di trovare un grammo di serenità in quel tormento infinito. Paragonando la guerra, quella vera, a una litigata di coppia, l'esperienza più atroce che gli esseri umani possano provare nella loro vita viene banalizzata fino a essere neutralizzata, resa inoffensiva.

La guerra, anche nell'arte, nella musica, deve offendere, deve suscitare emozioni forti, dividere per unire, scuotere le coscienze, insegnare qualcosa, sia anche solo che, nella storia, non c'è mai stato un minuto senza che qualche paese del mondo non fosse in guerra e che se siamo nati in uno di quelli fortunati in cui non dobbiamo nasconderci dai missili, quelli veri, è solo una gran questione di culo e nient'altro. Così come se non siamo nati in un paese da cui scappare per non venire torturati o uccisi, pure su una barchetta che sta in piedi con lo sputo, ma qui apriremo un altro capitolo.

Se bisogna parlare di guerra, dovremmo trovare le parole giuste, il modo giusto, altrimenti possiamo continuare a scrivere canzoni d'amore per fare pace con la propria partner e per dormire meglio la notte, senza scomodare argomenti più grandi di noi, che poi il rischio è quello di mettere tutto sullo stesso piano. Ci pensano già i social a farlo, ci pensano l'appiattimento e la polarizzazione del confronto a farlo, nella musica possiamo fare qualcosa di meglio.

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L'articolo Tananai vs. Rocco Hunt: come fare un grande pezzo e una mezza ciofeca, con gli stessi autori di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2023-04-04 09:46:00

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