Teo Segale c'era sempre

Anima metal e cuore generoso, è stato organizzatore di eventi, promoter, discografico, connettore di persone e catalizzatore di energie. Se n'è andato a 47 anni, lasciando tutti increduli. "Con lui si finiva sempre per stare bene": le parole di Giorgio Valletta ed Emiliano Colasanti

Teo Segale nella prima sede di Radio Raheem
Teo Segale nella prima sede di Radio Raheem

Quando ieri mattina è arrivata la notizia, improvvisa e devastante, della morte di Teo Segale, la reazione di tutti noi è stata una cosa un po' strana, ambigua. Non era del tutto definibile, i commenti mancavano, regnava un mix di incredulità e "ma che cazzo dici?". Non se n'è andata via in breve tempo. Quando poi abbiamo trovato le forze per metterla da parte e abbiamo provato a fare il nostro lavoro, abbiamo capito che quella sensazione era condivisa da tanti. Tantissime persone, perché nei suoi 47 anni di vita, passione e metallo ha fatto ogni cosa, bazzicato con tutti, sprigionato energie, acceso fuochi qua e là. Ha amato il metal, la psichedelia, i suoni oscuri ma anche quelli più gioiosi, i progetti storti e (ogni tanto) pure qualcosa di più "largo", basta che fosse fatto con il cuore.

E dunque chi era Teo Segale? Classe 1977, era dentro a ogni cosa che succedesse in un certo tipo di musica, a Milano e non solo. Aveva iniziato come discografico per l’agenzia Spin-Go!, che da anni porta e fa conoscere in Italia band ed etichette fortissime estere come Century Media Records o Warp. Teo ha organizzato milioni di concerti e festival, è stato tra le anime di MI ODI, la versione metal del MI AMI Festival, che per tre anni si è tenuta all'Idroscalo dal 2009 al 2011, una pazzia divertentissima. 

Ha cofondato SoloMacello, un altro evento imprescindibile per la comunità metal (e non solo), ultimamente, instancabile, si dedicata all’organizzazione di eventi di stand up comedy e aella programmazione artistica dei concerti a Spazio Teatro 89, un posto a San Siro, che, fuori dai grandi circuiti, sta trovando un ruolo importante nella musica dal vivo a Milano, e sapete tutti quanto ce ne sia bisogno. Ma bisogna andare avanti, perché la bio è lunga (e comunque salteremo pagine importantissime): Teo Segale è stato socio e cofondatore della Santeria, club tra i più prestigiosi di Milano, seguendone la programmazione, è stato batterista dei Liquido di Morte. Ha scritto su Rumore e altre testate. Una delle sue ultime grandi avventure è stata a Radio Raheem, che ha accompagnato sin dall'inizio, nel passaggio dai Navigli alla Triennale, e per cui conduceva il programma Tenebre.

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In "tutte queste vite", in cui si dava tutto e tornava indietro non molto, si è fatto apprezzare da tutti. Era sempre disponibile a fare sbatti per la causa, non si tirava mai indietro con la battuta. Sono ore che proviamo a contattare i tanti che hanno avuto a che fare con lui, ci pesa e nemmeno poco fare questa cosa. Fa sentire inopportuni, inadeguati, è un pudore quasi naturale, ma poi dobbiamo ricordarci quanto sia importante – per lui, per chiunque ci abbia avuto a che fare, per la cosiddetta "scena", che in questo raro caso esiste davvero, eccome! – provare a restituire quello che è stato Teo per una comunità, i suoi uomini e le sue donne.

Alla nostra "richiesta", qualcuno ha detto che non se la sente. Molti ci hanno (giustamente) chiesto tempo. Quell'incredulità non se ne va. Succede sempre, quando manca una persona a cui si è voluto bene e soprattutto quando manca all'improvviso. Immaginare la vita senza dopo un'intera vita con è tremendamente complicato. In questo caso ancora di più, per quello Teo Segale ha sempre rappresentato. Lui era quello che c'era sempre, su cui potevi contare, per gli sbattimenti e per il divertimento, quello che faceva in modo che le cose da pensiero e poi chiacchiera succedessero. Queste persone sono poche, e sono fondamentali. Quando vengono a mancare queste persone, quelle con cui puoi riprendere il filo in qualsiasi momento, magari dopo anni di "latitanza", e sapere che ci saranno e con loro ci sarà il loro entusiasmo, be' è una cosa tosta e un po' infame. 

Tra le poche parole che sono state trovate in queste ore – ma troveremo sicuramente il modo in futuro di celebrare come giusto e necessario – ci sono quelle di Giorgio Valletta e di Emiliano Colasanti. Non è un caso, sono due tra i pochi di questo nostro strano e bellissimo mondo che trovano sempre le parole giuste. Anche perché "il mondo della musica" lo vivono da sempre e con un'intensità rara.

Giorgio, torinese, è co-fondatore di Xplosiva e co-organizzatore del festival Club To Club dalla sua prima edizione, dj, giornalista musicale. Con Teo Segale negli scorsi anni aveva dato vita a Forgotten Tapes, podcast di Radio Raheem realizzata con vecchie interviste registrate su cassette che risalgono alla fine degli anni ’80 e all’inizio dei ’90. I nomi coinvolti sono belli massicci, guardare per credere. La serie è bellissima ed è stata premiata da Il Pod, come uno dei podcast dell'anno nel 2023. 

"Ognuno Teo l'ha conosciuto in un modo diverso", ci racconta Giorgio, "perché lui ne combinava di ogni. Io la prima volta l'ho incrociato quando lavorava in Spin-Go!, io facevo il giornalista e dj alla metà degli anni '90 e lui gestiva la promozione di dischi elettronici, tipo quelli della Warp. Solo dopo ho scoperto che la sua grande passione, in realtà, era il metal. A colpirmi da subito è stata la sua intelligenza e vivacità, la sua capacità di attraversare con naturalezza mondi differenti".

Da quel momento le loro strade si sono incrociate tante volte. A Radio Raheem, che oggi dedica 12 ore di programmazione con la musica che Teo amava, consolidano il rapporto, visto che Teo è la persona dietro a Forgotten Tapes, due serie da cinque episodi l'uno in cui emergono gli artisti in maniera del tutto inedita. "Senza Teo, il suo acume, la sua capacità organizzativa e di buttarsi a capofitto nelle cose in cui credeva, nulla sarebbe riuscito com'è stato. È sempre stato così, di una generosità incredibile e mai buttata al vento. Tutto quello che faceva era molto più meditato e accurato di quanto non potesse sembrare. Aveva questo talento incredibile nel trarre il meglio da ogni situazione. La sua prima abilità, inoltre, era quella di mettere in contatto le persone, faceva da catalizzatore per situazioni che altrimenti non sarebbero accadute. 

La frase con cui ci congeda è bellissima. "In tutto quello che ha fatto, il suo obiettivo era che le persone a lui vicine riuscissero a stare bene. Era per questo che si sbatteva così tanto". 

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Emiliano Colasanti è l'anima di 42 Records, uno che c'è sempre e da sempre, e che proprio in virtù di questo ha avuto a che fare con Teo Segale tante e tante volte. Come sempre, ha scritto delle cose molto belle e ve le riportiamo. 

Teo l’ho conosciuto che aveva una birra in mano e poco più di venti anni. Anche io avevo poco più di vent’anni, ma in quel momento non una birra. Poi me ne ha offerta una, poi un’altra e poi non abbiamo più smesso. Oggi la famiglia di “quelli della musica” perde una delle sue punte di diamante.
Il “centro” di un sacco di storie. Un connettore di persone. Uno che “faceva succedere le cose”. E Teo di cose ne ha sempre fatte succedere davvero un casino. Una volta mi ha pure fatto giocare a pallone contro gli Arctic Monkeys, ma oggi riesco solo a pensare a quando andare a Milano significava andare a dormire a casa sua. E andare a dormire a casa sua in realtà significava passare le nottate a schivare gli attacchi del mitico gatto Lemmy, dopo magari avere fatto tardi a forza di sparare cazzate e ascoltare dischi dei Bongzilla.
Teo ha spiegato a me e a un sacco di altra gente il significato della parola “gaina” - scritto però “gayna” - ben prima che Filippo Champagne lo rendesse un tormentone per decerebrati. Si è sempre mostrato disponibile, gentile, preso bene e accogliente. Era bello fare progetti con lui e anche sapere che nonostante tutto prima o poi saremmo inciampati di nuovo l’uno con l'altro. È stato una costante nel mio lavoro e anche nella mia vita.
Al punto che anche quando non ci si vedeva e sentiva per mesi bastava battere un colpo e tutto tornava come prima. “Bella Colas!”, “Ciao Teone!” e poi giù via a progettare cose fino alla volta dopo. Un mese fa, al concerto di Any Other che aveva organizzato insieme agli altri soci di Volume, credo di avergli detto una cosa del tipo: “Quando ti vedo sto sempre bene”.
Non era del tutto vero, ma non era neanche falso.
Ciao Teo, e grazie per tutti questi anni.
Ci si vede nello spazio.

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L'articolo Teo Segale c'era sempre di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2024-03-08 14:31:00

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