Quando Tiziano Popoli, compositore e musicista emiliano, racconta di come, un po’ per caso, le sue musiche registrate negli anni ’80 siano diventate un disco, tradisce una leggera incredulità: "Non riascoltavo quel materiale da quando l’ho registrato, si parla di 30-40 anni, certe cose le avevo quasi dimenticate". È uscita il 22 gennaio scorso l’antologia Burn the Night/Bruciare la Notte: Original Recordings 1983 – 1989: 14 tracce registrate nell’arco di 6 anni per spettacoli teatrali, colonne sonore, installazioni artistiche e molto altro, in cui l’avanguardia e il minimalismo americano incontrano il pop. E che, per decenni, sono rimaste nascoste su nastri impolverati, col rischio di andare perse per sempre.
"Spesso, quando registravo, davo la cassetta al committente senza fare una copia per me, quindi alcune cose le ho proprio perse, questa è una selezione del periodo degli anni ’80 da quello che avevo in archivio", racconta Tiziano. Burn the Night è un’antologia pubblicata dall’etichetta americana Freedom to Spend, assieme alla RVNG, che si è avvicinata alla figura di Popoli per la riedizione di Scorie, la colonna sonora di uno spettacolo teatrale realizzata assieme all’amico Marco Dalpane. "Quando mi hanno contattato, avevo già una mezza parola per ripubblicare Scorie con un’altra etichetta, Soave, quindi gli ho chiesto se in caso fossero interessati a dell’altro materiale mio di quel periodo. Hanno detto di sì, allora ho recuperato circa 4 ore di registrazioni, da cui è poi nato il disco”.
Come la Freedom to Spend, che si occupa di queste operazioni di riscoperti della musica dimenticata dei decenni passati, sia riuscita a risalire fino a un personaggio di nicchia come Tiziano, ancora non lo sappiamo. Certo è che, una volta scoperto, il fascino lugubre e ironico della sua musica riesca a ipnotizzare subito l'ascoltatore, fatta di oscuri tappeti di synth – nello specifico, un Yamaha DX7 –, dialoghi da film, loop ossessivi – "la reiterazione è alla base della mia musica", ha rivelato lo stesso Tiziano – e frammenti vocali incomprensibili, quasi dadaisti. C’è pure una preghiera, infilata all’interno di Se son rose fioriranno, contrapposta a un’ambientazione metropolitana notturna: "Registravo dalla radio e dalla tv e poi cercavo come infilare questi estratti nei miei brani, è un’operazione che aveva anche una componente di humor dentro".
Il periodo che racconta Burn the Night è uno dei più importanti del percorso musicale di Tiziano, che all’epoca si trovava a Bologna, capitale della scena alternativa italiana, vivendo per un periodo anche con l’illustratore Igort. "Conoscevo molto bene quell’ambiente, per esempio coi Gaznevada avevo suonato una parte di pianoforte preparato all’interno del brano Japanese Girl, avevo anche fatto una mia versione di Sono un ribelle mamma degli Skiantos. Erano persone che conoscevo e che ammiravo, perché erano riuscite a creare qualcosa di importante per la musica a Bologna e in Italia. Purtroppo Bologna non ha più quel ruolo a partire dagli anni ’90. L’ultima occasione ce l’ha avuta nel 2000, quando è stata nominata capitale mondiale della cultura".
In questo ambiente pulsante e creativo, Tiziano si fa ispirare dagli americani Steve Reich, Philip Glass e Terry Riley, mentre in Italia scopre la musica del primo Battiato e quella di Giusto Pio. Nel 1985 stringe una forte collaborazione con la compagnia del teatro Koiné, a partire dallo Scorie citato prima. Infatti, ad accompagnare il disco ci sono due video, con riprese raccolte da vecchi spettacoli dell’epoca, con in sottofondo, rispettivamente, Iunu Wenimo e Mimetico Erettile. "Si tratta di filmati realizzati da Alessandro Furlan, un amico con cui ho collaborato per anni. Quello di Iunu Wenimo in particolare non aveva quella musica originariamente, però la cassetta era talmente rovinata che gli abbiamo messo quel brano come colonna sonora".
Ora, Tiziano è un docente presso l’istituto Antonio Vivaldi di Bolzano, dove insegna informatica musicale. E che, in questo periodo, ha dovuto affrontare la didattica a distanza. "Paradossalmente, mi sono trovato quasi meglio con la DAD che con le lezioni in presenza: per quello che insegno, è più semplice per gli studenti seguire quello che faccio perché sono già al computer e devono stare lì. Comunque adesso la scuola ha riaperto anche se si trova in zona rossa".
Trovandosi a contatto con i giovani, Tiziano ha l’opportunità di vedere come sia cambiato l’approccio rispetto a quando era lui uno studente. "Sono curiosi, ma in modo diverso a come eravamo noi: noi cercavamo la diversità, trovare un modo nuovo di esprimersi, invece mi pare che spesso loro si intestardiscano nel replicare esattamente, per esempio, un kick di batteria perché è figo. Io cerco di suggerirgli delle alternative". Ma gli alunni di Tiziano cosa sanno del suo percorso musicale? "Di solito non gli faccio sentire la mia musica, ma per il semplice fatto che abbiamo talmente tanta roba da ascoltare che non c’è il tempo. Capita, però, che qualcuno mi venga a chiedere di cose che ho fatto tempo fa".
Assieme all’acquisto di Burn the Night, di cui parte dei ricavi andrà in beneficenza a Greenpeace, è possibile ricevere una patch di suoni del DX7 che Tiziano ha utilizzato nella realizzazione delle sue musiche. "Sono tutte idee dell’etichetta, mi ha commosso vedere la cura e l’entusiasmo che ci hanno messo in questo progetto, non mi era mai successo che la mia musica avesse questa considerazione. Di questo ringrazio tantissimo anche mio figlio, Arturo, ha dato un contributo fondamentale alla realizzazione del disco".
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L'articolo Tiziano Popoli, gli anni '80 nascosti in una notte che brucia di Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2021-01-22 16:00:00
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