Dopo 3 anni di attesa, finalmente il Tora! Tora! Day.
Sono a Rimini da ieri, con i miei amici abbiamo pensato di venire qui per il weekend per fare un po’ di mare (oddio, il mare a Rimini non è il non plus ultra, ma sempre meglio dell’Idroscalo è…). Invece un tempo uggioso ci tiene lontani dalla spiaggia, facendoci fare i turisti. San Marino, San Leo… Più che altro si è trattato di gite gastronomiche, ma sempre gite sono!!!
Le previsioni per la giornata di domenica annunciavano la pioggia, ma per fortuna il tempo finora è stato clemente. E’ uscito anzi un barlume di sole, ma mentre i miei amici decidono di tentare la fortuna in spiaggia, io mi faccio lasciare al Porto, dove si terrà stasera il concerto. Sono da poco passate le 4pm, la musica inizierà fra tre ore, ma c’è già gente in attesa sulla sabbia, a prendere il sole.
Vado a ritirare il mio pass ed arrivo nel backstage: gli artisti non sono ancora arrivati, l’area brulica di roadies al lavoro: scaricano gli strumenti da alcuni strani mezzi anfibi che arrivano dalla spiaggia, li portano sul palco, iniziano a montare… E’ un lavoraccio farlo per ben 7 gruppi, che in quanto a quantità di strumenti sul palco non scherzano!
Iniziano ad arrivare un po’ di facce conosciute: artisti, tour managers, tecnici. E’ un gran salutare, alcuni non li vedo da un bel po’, altri da soli tre giorni, ma è sempre una festa.
Il sole sembra battere sempre di più, l’enorme nuvola a forma di ghigno malefico che ha sovrastato il cielo di Rimini per tutta la giornata sembra spazzata via dal vento.
Io sono abbastanza tesa oggi: credo fortissimamente nello scopo di questo festival, sono convinta che stasera sarà una gran festa di musica, e soprattutto che il messaggio riuscirà ad arrivare. Ma non vedo l’ora di vederlo coi miei occhi. L’unica cosa che mi preoccupa è il tempo. Non vedo l’ora che inizi tutto.
Tra una chiacchierata, una bottiglia d’acqua e la conoscenza di alcune persone con cui ero in contatto da mesi via mail, ho fatto anche qualche intervista. Prima i Subsonica, con Samuel e Boosta, poi Mao, che è sempre troppo simpatico.
E finalmente il concerto inizia, la spiaggia di fronte al palco è già piena.
L’onore dell’apertura spetta ai Mau Mau con “Venus Nabalera”. Luca Morino & Co. regalano mezz’ora della loro musica e l’atmosfera si scalda subito. Si scalda talmente che su “Gwami Moloko”, l’ultimo brano della scaletta, invitano alcune ragazze del pubblico a ballare. L’unico inconveniente era che la security non voleva farle salire sul palco…
Stesso tempo per tutti gli artisti, che si esibiscono mezz’ora ciascuno.
Dopo i Mau Mau è la volta di Mao. Finalmente ritorna sul palco, dopo un po’ di tempo dedicato alla televisione. Molta gente lo indicava come “Quello di MTV”… Quattro pezzi, a partire da “Chinese take away”, poi “Febbre” e “Prima di addormentarmi”, un pezzo nuovo che inizia a svelarci come sarà il suo nuovo Black Mokette. Gran finale con “Satelliti”, una delle mie preferite di “Casa”.
I cambi di palco sono deliranti, decine di tecnici che smontano, spostano, rimontano. I tempi vengono comunque rispettati alla perfezione ed è subito la volta dei La Crus. Li ho già visti tre volte negli ultimi mesi, ma forse questa è l’esibizione che mi convince di più. Sette pezzi nella loro setlist, a partire da “Insieme mai”. Su ‘Pensiero stupendo’ tutti aspettano l’arrivo di Manuel Agnelli per un duetto con Joe, ma resta ai lati del palco ad osservare. E Joe ha finalmente imparato anche la sua parte! :-) Chiudono con “Ricordare”, secondo me uno dei pezzi più riusciti di Crocevia.
Io faccio su e giù tra il backstage e l’area sotto il palco, dove mi diletto a scattare un po’ di foto.
Ed arriva il turno dei Verdena, che ripropongono alcuni dei pezzi di Solo un grande sasso, il loro nuovo album che hanno presentato giovedì a Milano. Purtroppo, come giovedì scorso, i ragazzi vengono colpiti dalla sfiga ed hanno numerosi problemi tecnici che compromettono la loro esibizione. C’è da dire però che i pezzi nuovi sono davvero belli, segnano una notevole maturazione musicale dei ragazzi bergamaschi. Grande divertimento sul palco e fuori quando presentano “Reverberation”, cover dei 13th Floor Elevator, presentando una guest come il cantante della storica band, quando in realtà si tratta di un Manuel Agnelli versione pescatore, con tanto di bermuda, occhiali da sole e cappellaccio verde che lo rendono irriconoscibile. Il concerto è seguito con curiosità ed interesse da tutte le bands, che sono a sbirciare ed ascoltare dai lati del palco. I verdena chiudono con Spaceman, ovvero il primo singolo tratto dal nuovo album, che vedrà la luce a settembre.
Nel frattempo, una orribile e minacciosa nuvola ha coperto il sole ed è arrivato anche un vento abbastanza forte. Speriamo che tenga…
Tra un pezzo dei Verdena ed un altro, faccio una intervista surreale con Cristiano Godano. Nel frattempo, il pubblico è sempre più numeroso. Ogni tanto vado a sbirciare dal palco ed il colpo d’occhio è davvero mozzafiato. Dalle stime ufficiali, ancora non definitiva, siamo attorno alle 10.000 presenze.
Arriva il turno degli Afterhours, uno dei gruppi più attesi anche per il coinvolgimento di Manuel Agnelli come ideatore e direttore artistico del festival. Al grido di “Tora! Tora! Tora!”, subito seguito dal pubblico in coro, parte “Male di Miele”, seguita a ruota da “La verità che ricordavo”, inizio potentissimo. Sette pezzi nel set degli After, purtroppo vittima anche loro di una serie di inconvenienti tecnici, primo fra tutti il fatto che non sentissero niente sul palco, problema che ha afflitto praticamente tutti i gruppi. Non è stato un gran concerto a livello puramente tecnico, ma a livello di grinta, invece, hanno davvero sbaragliato tutti. Forse perché era il “loro” momento, forse perché questi sono gli ultimi concerti dell’anno. Sono convinta che quelle migliaia di facce rivolte verso il palco gli abbiano dato la carica che ci voleva per cercare di superare i problemi. Una versione di "Simbiosi" strepitosa. La chiusura spetta all’inossidabile “Dentro Marylin”, con un Manuel Agnelli che mi è parso volesse continuare a suonare, stroncato però da un implacabile direttore di palco.
Senza tregua, dopo gli After tocca ai Marlene Kuntz. Svolazzo tra il backstage per abbracciare gli Afterhours ed il palco per godermi i Marlene. Quest’anno li avevo visti solo una volta, ma non mi avevano entusiasmata come stasera. Un set che parte con “Infinità”, poi “Ineluttabile”. E giù tutti in delirio. I Marlene fanno una esibizione strepitosa che si conclude con “Sonica”, ma anche loro dopo il concerto ci dicono che non riuscivano a sentirsi. Noi non ce n’eravamo accorti però…
Il brutto, per tutti i gruppi, è che appena iniziano a scaldarsi ed a sistemare i suoni in una maniera più o meno decente, è già il momento di staccare i jack per dar posto agli altri. Però un festival è così. A me personalmente piace l’idea di vedere tanti gruppi “condensati” in brevi set. Se si trovasse la condizione tecnica ottimale sarebbe il massimo!
Il palco è posizionato si spalle alla riva del mare. La cosa divertente (?) è che la marea si è alzata sino ad inondare allegramente il backstage ed i camerini. Per fortuna siamo tutti a piedi scalzi nella sabbia…
Il gran finale spetta ai Subsonica, che aprono con “Colpo di pistola”. Tutti vogliono ballare, vedere tutto il pubblico che salta e canta sulle loro note è uno spettacolo bellissimo. Mi viene la pelle d’oca. Sinceramente, il set dei Subsonica è quello che mi è piaciuto di meno. Non perché non mi piacciano, anzi, ma perché anche loro non sono stati risparmiati dai problemi tecnici sul palco, al punto da dover interrompere “Tutti i miei sbagli” (mentre il pubblico ha proseguito a cantare in coro, bellissimo!). Ed anche perché ero abbastanza “cotta”. Seguo quindi il loro concerto da dietro il palco, seduta a chiacchierare con un po’ di amici.
Il set dei Subsonica finisce, finisce la prima giornata del Tora! Tora!.
Vedo il volto soddisfatto di Manuel Agnelli, che lotta nella sabbia con Alberto dei Verdena sotto lo sguardo sconsolato di Roberta. Le facce degli artisti, degli organizzatori, di chi c’è in giro sono soddisfatte, l’unico neo è che alcuni “giornalisti” hanno disertato l’evento. Ma sono sicura che ci saranno al prossimo appuntamento. Mentre scambio due parole con Max Casacci arriva Manuel che dice che Ligabue vuole fare una foto con loro…
Mi sarebbe piaciuto restare a festeggiare la buona riuscita della serata con tutta la cricca, ma il dovere mi chiama, ed giunta l’ora di rimettersi in viaggio per tornare a casa. Fra 6 ore devo essere al lavoro e mi aspettano almeno 4 ore di viaggio, con la previsione di numerose soste caffè in Autogrill…
Per chi c’era l’evento è stato indimenticabile, nel bene e nel male, per chi non c’era (specialmente i cosiddetti “giornalisti di settore”) sarà uno stimolo per non perdere i prossimi, a Padova ed a Torino, mentre la data di Napoli, prevista per il 23 giugno, è saltata per motivi burocratici. Probabilmente sarà spostata a Roma in luglio.
Tora! Tora! Tora!
Dal Tora! Tora! Festival:
Le interviste:
Manuel Agnelli
Subsonica
Mao
Marlene Kuntz
Estra
Verdena
Modena City Ramblers
Cristina Donà
Bluvertigo
I concerti:
Rimini
Padova
Torino
Roma
Le scalette:
Rimini
Padova
Torino
Roma
Dopo il Tora! Tora:
I commenti di Manuel Agnelli
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L'articolo Tora! Tora! Festival - Rimini di Roberta Accettulli è apparso su Rockit.it il 2001-06-10 00:00:00
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