Traffic Festival - Giardini Reali - Torino

(Amari al Traffic Festival 2006 - Foto di Giulia Bertelli)



Oggi sono a Torino. Mi sciolgo dal caldo seduto su una panchina di pietra aspettando che una mia amica smetta di parlare con una con cui ha attaccato bottone. Aspetto che si possa lasciare questo posto angusto. E dirigerci al concerto. Nel mentre una scema si improvvisa miss maglietta bagnata facendosi trascinare nella fontana. Purtroppo lo spettacolo è quello che è. Ma cosa vuoi, modelle alle sei del pomeriggio?

Arrivati ai Giardini Reali dribbliamo il reading – o intervista, non si capisce – a Joe Lansdale e ci dirigiamo al buffet. Vero motore delle nostre scelte. Purtroppo inizia a piovere. Anzi, a diluviare. Ne cade tanta che manco i maxiombrelloni ci riparano. La birra si annacqua. E faccio anche un gran capitombolo al secondo giro approvvigionamento. Mi rialzo con la poca dignità rimasta. Rivado a riempirmi il piatto ma vista la vergogna ci metto poca roba e mi tolgo dall’attenzione di tutti il più in fretta possibile. Poi smette di piovere. Il concerto inizia con presentazioni iper-professionali e le sedie ancora bagnate. Perché quello che sta per partire è un concerto con sedie numerate, parquet, e divieto di portare bevande alcoliche o – peggio ancora fumare – nell’area recintata. E tutto questo all’aperto. La battuta più comune è: “ok, vado un attimo fuori a farmi un cicca”.

Aprono le danze i Scuola furano: roba electro piuttosto spinta con, a tratti, brevi risvolti revival. E molto altro che sprofonda in zona quasi acid house – sperando che il termine sia appropriato. Devo dire che è più che piacevole: alternano momenti più crudi a chicche degli ottanta italiani – ovvio non conosco quasi nulla ma sembra tutta roba originale.

Il testimone passa a Fare Soldi che mantiene il tiro ma limita le stupidaggini. Ottimi pezzi, forse non adatti ad un pubblico ormai in piedi e ben preso ma ancora timoroso di farsi altri capitomboli sul pavimento bagnato. E quindi immobile e non coinvolgibile al ballo. Il set termina con una versione di “Blue Mondays” dei New Order. Un classico. Arrivano gli Amari e tengono quel loop di basso per fare “Conoscere Gente Sul Treno”. Scelta molto molto prevedibile. Ma carina.

Il loro concerto è molle. Con molte interruzioni inutili. Con pezzi che non trovano la loro strada e soprattutto faticano a trovare una continuità all’interno della scaletta. Può darsi anche che abbiano avuto problemi tecnici: ad un certo punto l’amaro verde inveisce contro il proprio Big muff, decide di toglierlo dalla pedaliera e usarlo come spessore per tener meglio inclinato l’ampli della chitarra. Roba da far impallidire tutta la Electro Harmonix – casa produttrice del suddetto pedale. Scuola furano, Fare soldi e Amari, insieme, durano un’oretta e mezza. Dopo, il personale del parco, ci invita a uscire in maniera abbastanza pressante. E quindi usciamo che non sono ancora le nove e mezza. Tentiamo l’ipotesi Manu Chao ma al primo accenno di pioggia rinunciamo. Il nostro Traffic inevitabilmente finisce lì.

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L'articolo Traffic Festival - Giardini Reali - Torino di Sandro Giorello è apparso su Rockit.it il 2006-07-13 00:00:00

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