Flavio Giurato - Il tuffatore: racconti e opinioni



Che ci crediate o no, Flavio Giurato è tornato. Non si per quanto, ma lui c’è: “riemerso dall’acqua all’aria”. E la sorpresa, a dirla tutta, non è che sia poi così clamorosa. Qualcosa si muoveva già da tempo: “Il manuale del cantautore”, mini cd con cinque inediti uscito in rete un paio di anni or sono su Vitaminic, era già stato un segnale importante. Seguirono il ritorno ai concerti, le interviste spuntate all’improvviso dalle pagine di più di un magazine patinato, addirittura il riconoscimento al Premio Ciampi: e tutti a ricordare, a riscoprire quel cantautore geniale e controverso che avrebbe potuto cambiare i destini dell’italico sentire, se non fosse che ci ritroviamo a vivere in un paese di santi, navigatori e radiodigiei. Tre album incisi tra il 1978 ed il 1984 (l’acerbo “Per futili motivi”, l’innovativo “Il tuffatore”, lo schizofrenico “Marco Polo”), mai entrati in classifica nemmeno per sbaglio, sono bastati ad inserire Flavio Giurato nella nicchia dei losers della canzone italiana.

L’usura del tempo non è riuscita ad invecchiare le sue canzoni, sempre meravigliosamente belle ed evocative. Non per nulla sono riuscite ad ispirare un libro, edito dalla neonata Noreply di Milano, coraggiosa etichetta che ha voluto segnare il suo esordio nel mondo dell’editoria con un volume (accompagnato da un cd dal vivo) dedicato proprio al Nostro.

“Il tuffatore. Racconti e opinioni su Flavio Giurato”, si divide essenzialmente in due parti: la prima, quella più corposa, comprende una serie di racconti brevi suggeriti dalle canzoni di Flavio Giurato; l’altra è un insieme di testi, tra il filologico, lo storico e l’apologetico, che prendono in esame la figura del cantautore romano. Il risultato è complessivamente buono, d’altra parte, le pagine del volume sono a cura della crema della letteratura giovanilista italiana: Aldo Nove, Paolo Nori, Giuseppe Caliceti, Tiziano Scarpa e tanti altri. Certo, non stiamo parlando di Raymond Carver, ma alcuni di questi racconti volano alto davvero, come quello di Guido Celli, ispirato a “Mauro” o di Alessandra C, rilettura cyberpunk di “Amnesia”.

Le contraddizioni, però, non mancano. Alcune delle storie sembrano essere lontane parecchie miglia dalle atmosfere dei dischi di Giurato, se non completamente fuori contesto. Tanto che se nessuno ci avesse detto che i testi del libro arrivano dall’ascolto delle sue canzoni, avremmo potuto scambiare qualcuno di questi racconti come frutto della full immersion con la discografia di Tony Santagata o dei Megadeth. Davvero un pezzo come “Il tuffatore” può indurre a scrivere una storia basata su di una leggenda metropolitana, quella dell’autostoppista che dimentica in auto una borsetta per poi scoprire che, in realtà, hai caricato qualcuno morto anni prima? E può bastare chiudere il tutto citando alcune passi della canzone e finirla lì? Forse l’operazione è stata condotta con qualche forzatura di troppo - il racconto citato non è l’unico caso del genere - cosa che, comunque sia, non riesce ad inficiare la bontà delle intenzioni ed il valore dell’opera, ricca anche di passione vera e sincera, come dimostrano gli atti d’amore di Carlo Massarini (furono lui ed i suoi abiti color bianco esibiti a “Mr. Fantasy” a dare la stura al fenomeno Giurato), del già citato Aldo Nove, di Ernesto De Pascale e di Simone Lenzi, cantante dei Virginiana Miller (con il senno di poi, è facile ipotizzare che un titolo come “La verità sul tennis” possa esser venuto fuori pensando ad “Orbetello”). Segnaliamo anche l’insospettabile Andrea Vianello (il simpatico bellimbusto che, su Raitre, conduce “Enigma”), “flaviogiuratiano della prima ora”, pronto a spiegarci come “Per futili motivi” abbia affrontato il tema dei “ragazzi di Salò” venti anni prima di Francesco De Gregori, senza per questo sollevare polveroni sui giornali o discussioni da salotto.

Per ciò che riguarda il cd, invece, c’è poco da dire. È il primo lavoro ufficiale di Flavio Giurato dal 1984, c’è ancora il fido Piero Tievoli ad accompagnarlo e queste considerazioni per nulla spicciole potrebbero bastare a troncare ogni discorso. La sua voce non avrà più quel fascino perverso dei tempi d’oro ma riascoltare i vecchi pezzi dal vivo, sia pur con le sue imperfezioni, riproposti in chiave acustica ed in versioni molto vicine agli originali, è un piacere indescrivibile. All’appello manca un capolavoro come “Orbetello”, ma possiamo anche far finta di niente. Perché Flavio Giurato è tornato e ci basta questo. Resta solo da capire se libro e cd rappresentino il preludio di un nuovo lavoro da studio e per quale motivo un genio assoluto del cantautorato italiano si ritrovi come fratello quello lì che fa certe porcherie in televisione la mattina presto: non è per snobismo, ma davvero non riesco a ricordarne il nome.

Per contatti: Il sito della Noreply



Tipo del supporto:
libro+cd
Durata del disco:
51:06
Pagine del libro
192
Casa editrice
No reply
Anno di uscita:
2004

Titoli dei brani del disco:
1. Valterchiari
2. Simone/Aquile e corvi
3. Marcia nuziale
4. Il rondone
5. Mauro
6. Marco e Monica
7. L’oriente/Il tuffatore
8. Amnesia
9. Il caso Nesta
10. La giulia bianca
11. L’ufficialino
12. Silvia Baraldini
13. La scuola di congas
14. Il tuffatore

Formazione:
- Flavio Giurato: voce, chitarre
- Piero Tievoli: chitarre

Racconti di:
Aldo Nove, Tiziano Scarpa, Enzo Fileno Carabba, Paolo Nori, Stefano Massaron, Gianfranco Nerozzi, Davide Pinardi, Andrea Cotti, Fulvio Abbate, Alessandra C, Gianrico Carofiglio, Giuseppe Casa, Guido Celli, Gero Giglio, Gianluca Mercadante, Gianluca Morozzi, Luca Ragagnin

Opinioni di:
Antonio Dipollina, Ernesto De Pascale, Simone Lenzi, Andrea Vianello, Lorenzo Morandotti

Prefazione:
Carlo Massarini

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L'articolo Flavio Giurato - Il tuffatore: racconti e opinioni di Giuseppe Catani è apparso su Rockit.it il 2004-02-27 00:00:00

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