Fatta l’Europa, tocca fare l’Eurovision. Inizia la settimana eurosanta, quella in cui si svolge lo spettacolo più televisto al mondo, il festival che ci fa urlare e strepitare davanti alla tv per tifare per il nostro Paese, mentre una quarantina di canzoni – perlopiù brutte – viene presentata su un palco gigante nello stesso tempo in cui in un minuscolo teatrino della provincia ligure hanno giusto mandato in onda la sigla e la discesa delle scale del conduttore, almeno fino al ritorno di CarloCò.
Lo Eurovision Song Contest, la gara musicale di tutti i paesi che fanno parte dell’EBU – la European Broadcasting Union e non dell’Unione Europea – ha un legame strettissimo con l’Italia: nasce infatti grazie al suggerimento del giornalista italiano Sergio Pugliese a Marcel Besençon di organizzare una gara sullo stile del Festival di Sanremo. Nella storia dell’ESC, secondo i sondaggi, la canzone più amata è Waterloo degli Abba, ma al secondo posto compare giàNel Blu Dipinto Di Blu, per chiarire l’importanza dell’Italia nella storia del Contest.
Vero è che ci siamo allontanati spesso e volentieri dal contest, anche per il volere altalenante della Rai di farne parte.Lo abbiamo vinto tre volte, nel 1966 con Gigliola Cinquetti e Non ho l’età, nel 1990 con Insieme: 1992 del compianto Toto Cutugno e, ma questo lo sapete già, nel 2021 grazie ai Måneskin con Zitti E Buoni.
Dopo alcuni anni di relazione tossica, l'amore-odio tra Eurovision e Italia si interrompe bruscamente nel 1997, quando i Jalisse favoritissimi dai bookmaker rischiano di vincerlo e – secondo svariati libri e inchieste – un intricato sistema di leve, specchi e spionaggio industriale impedisce al duo di vincere proprio perchè la Rai non ha la benché minima sbatta di organizzare l’evento, dopo l’ultima volta in cui era risultato un fiasco su tutta la linea, nel 1991.
Torneremo, dopo le insistenze della comunità eurovisiva, dei pochi fan italiani e di Raffaella Carrà verso i dirigenti Rai, nel 2011. È su questa nuova epoca dell’ESC che ci concentreremo, ripercorrendo i passi degli act italiani sui palchi eurovisivi dal 2011 fino al nostro rappresentante di quest’anno – mai NOSTRO come stavolta –Lucio Corsi, che dopo la rinuncia di OLLY, si è guadagnato l’accesso alle finali di Basilea. Le semifinali andranno in onda il 13 e il 15 Maggio su Rai2, mentre il 17 Maggio su Rai1 vedremo la finale con il commento del puntuale Gabriele Corsi e della new entry BigMama. Lucio è qualificato direttamente in finale, in quanto l’Italia è una delle Big Five, i paesi fondatori dell’EBU. Ma prima di Volevo Essere Un Duro, ecco tutte le canzoni che sono passate negli ultimi 14 anni per il palco più pallettoso e camp della musica. Aggiungiamoci anche gli extra: le canzoni e le performance italia-related.
Düsseldorf 2011: Raphael Gualazzi - Follia D’Amore (Madness of Love)
Si torna in gioco, ma c’è ancora da prendere le misure con una kermesse che abbiamo smesso di conoscere da anni. La direzione artistica di Sanremo sceglie nel suo roster di artisti di mandare in gara – allo sbaraglio? – il vincitore dei Giovani. Follia D’Amore acquisisce un testo bilingue ed è una biglietto da visita raffinato per tornare nelle grandi arene eurovisive. Il pubblico sembra gradire e un po’ per la scelta spiazzante del jazz italiano, un po’ per la contentezza di riavere l’Italia in gara, manda Gualazzi al secondo posto.
San Marino manda Senhit, cantante Bolognese, che incontreremo spesso, con una canzone in Inglese, mentre per la Svizzera c'è Anna Rossinelli da Basilea. Dal ritorno in gara dell'Italia sarà sempre più difficile che la Svizzera porti canzoni italofone come ha fatto, chessò, nel 2007 con Era Stupendo di Paolo Meneguzzi. Un pezzo che, per dire, non era stupendo.
Baku 2012: Nina Zilli - L’Amore È Femmina (Out Of Love)
Ancora la commissione di Sanremo, ancora piedi di piombo: mandiamo Nina Zilli, che traduce la swingeggiante title track del secondo album di Nina. La cantante va sul palco con una cofana che noi italiani abbiamo digerito, ma che nel resto d’Europa suscita un evidente senso di dejavu e un impietoso confronto. La BBC twitta "Amatriciana Winehouse" e Nina finisce al Nono posto. Comunque, in top10.
Per San Marino partecipa Valentina Monetta con The Social Network Song (Who hoo) che originariamente si intitolava The Facebook song ma è stato cambiato il titolo per non citare il marchio del social network, allora ancora in vita. Per la Svizzera invece, i rockettari Sinplus, da Locarno.
Malmö 2013: Marco Mengoni - L’Essenziale
Anno di sliding doors. A Sanremo c’è la doppia canzone e solo una delle due viene scelta al televoto. Se non ci fosse stato questo meccanismo, un Mengoni orfano di management e fiducia discografica avrebbe partecipato con Bellissimo, scritta da Gianna Nannini, brano che – come Era Stupendo di Meneguzzi – rinnega il proprio titolo. E invece, la sfanga quell’instant classic di L’Essenziale che viene scelto dalla commissione per l’ESC ancora prima della vittoria del festival. Marco sbarca a Malmö partecipando a tanti Eurovision Parties in giro per l’Europa – immaginatevi dei Festivalbar con i cantanti del Contest, fondamentali per accumulare fan – e con la canzone esattamente com’era a Sanremo, giusto accorciata per durare 3 minuti, e con il testo interamente in italiano. Performance vocale perfetta ma lo staging un po’ troppo essenziale gli porta l’inizio della sua attuale fanbase europea, ma purtroppo solo il settimo posto.
Per San Marino si ripropone Valentina Monetta, stavolta con Crisalide (Volo) segnando il ritorno di DUE canzoni in italiano, di cui una evidentemente di troppo. Malta partecipa con Gianluca e la sua Tomorrow, genericissima canzone-da-eurovision.
Copenaghen 2014: Emma - La Mia Città
La Rai sceglie allontanandosi dal cast di Sanremo, che viene vinto da Arisa con La Notte, ma viene scelta arbitrariamente Emma, che a Sanremo nemmeno partecipa quell’anno. Un red carpet in inglese – volendo essere buoni – imperfetto, una canzone ben lontana da essere una hit anche in Italia, i famigerati pantaloncini dorati e una messinscena barocca, portano Emma giù al 21° posto, il peggiore piazzamento in classifica di sempre per l’Italia. Vincerà la Eurovision legend Conchita Wurst.
San Marino decide di tentare di nuovo con Monetta e la sua Maybe. Riesce a fare peggio di Emma, pensate.
Vienna 2015: Il Volo -Grande Amore
Per la prima volta va di diritto la canzone vincitrice di Sanremo. E Grande Amore sembra il delitto perfetto: un titolo che contenga Amore, un numero che urla Italia dall’inizio alla fine, dai ragazzi de Il Volo che già sono famosini in giro per l’Europa fino ad Amore e Psichedi Canova proiettata gigante sullo sfondo. Primissimi al televoto, arrivano secondi per le giurie nazionali. Nessuno lo dirà mai, ma quella sera abbiamo tutti tifato per loro. Portano a casa il premio della Critica e il premio dei Fan Club dell’Eurovision.
San Marino manda Anita Simoncini and Michele Perniola con Chain of Lights. Piena tradizione del D.E.D.: duetto eurovisivo dimenticabile.
Stoccolma 2016: Francesca Michielin - No Degree Of Separation
Sanremo viene vinto a sorpresa, dagli Stadio che dichiarano di non avere voglia di andare all’ESC e la Rai chiede a Francesca Michielin, seconda classificata, di andare in gara a Stoccolma. Lei ci va in pullman, girando gli Eurovision party indossando una maglietta con scritto GRAZIE STADIO. Sul palco porta un giardino e la versione con il ritornello in inglese di Nessun Grado Di Separazione, ma questa pucciosità non la farà andare oltre il 17° posto.
Kyiv 2017: Francesco Gabbani - Occidentali’s Karma
Gabbani e lo scimmione vengono spediti a Kyiv da vincitori annunciati: tra tutte le canzoni, Occidentali’s Karma è tra le più streammate, e i fan eurovisivi sono molto curiosi della ingombrante messa in scena. Il taglio di tre minuti ammazza un po’ il climax e la struttura della canzone e, entrato Papa, uscirà cardinale al sesto posto, ma col premio della critica e quello dei fan.
Torna sul palco per San Marino la Eurovision legend – la definiscono così, giuro – Valentina Monetta, stavolta in duetto con qualcun altro per l'ennesimo D.E.D. Malta, invece, spedisce Claudia Faniello con Breathlessly.
Lisbona 2018: Ermal Meta & Fabrizio Moro - Non mi avete fatto niente
L’esercizio retorico di Meta e Moro vince Sanremo battendo la vecchia che balla de Lo Stato Sociale – che qua ci sarebbe stata benissimo, e anche la canzone – e porta il suo vento di pace all’Eurovision, con delle scritte "un filo" didascaliche sugli schermi, cercando di far leva sulla rinnovata paura verso l’ISIS e gli attentati terroristici. Incredibilmente, quinto posto.
Tel Aviv 2019: Mahmood - Soldi
Alessandro Mahmoud da Gratosoglio vince Sanremo Giovani, vince nei Big a sorpresa e va all’Eurovision portando la prima canzone realmente urban presentata dall’Italia al Contest. Anche stavolta, come per Gabbani, è attesissimo da tutta la comunità eurovisiva ed è tra i più ascoltati in Europa. Dopo alcuni anni abbiamo realmente capito come si fa, portando uno staging di livello anche dal punto di vista della coreografia e delle proiezioni, portando l’Italia al secondo posto, a un passo dalla vittoria. Anche stavolta, doppietta di premi, dei compositori e dei fan.
Se San Marino manda gente di altre nazionalità, l'italianitànonitalianità è rappresentata da Michela Pace in arte Michela per Malta, col brano Chameleon, 14° posto.
2020: Diodato - Fai Rumore
La pandemia ferma anche l’Eurovision: la competizione viene cancellata e sostituita con un evento di montaggio delle canzoni che avrebbero partecipato al festival. L’Italia sceglie di fare le cose in grande, con una emozionante performance in una Arena di Verona deserta, e Diodato che ci fa fare una splendida figura in tutta Europa con quella canzone tra gli inni dell’Italia pandemica, risultando tra le clip più amate di questa strana edizione. Si rifarà eseguendo il brano a Torino, quando la manifestazione tornerà in Italia.
Torna nel poster di artisti NON in gara Senhit per il Titano – il Titano è una improbabile second mention per San Marino – con Freaky!, Canzone che riesce addirittura ad avere un qualche ascolto e attenzione in Italia, sarà la pandemia.
Rotterdam 2021: Måneskin - Zitti E Buoni
Ora, è passato qualche anno: ditemi, ve l’aspettavate? Davvero, perché io no. Zero. Non solo una canzone rock – si, lo so Gne Gne Gne – vince il Sanremo senza pubblico, ma va allo Eurovision attirando immediatamente l’attenzione di mezzo mondo, mentre la loro cover stravecchia Beggin’ sta esplodendo su TikTok. Performance dopo performance, Damiano, Victoria, Ethan e Thomas conquistano tutti, e arrivano alla vittoria, battendo pure gli Hooverphonic per il Belgio e i Go_A per l'Ucraina – ma anche il fratello di John Newman per il Regno Unito. Tutto vero. Dopo aver vinto, Damiano si leva lo sfizio di cantare “non sa di che cazzo parla”, frase tagliata dalla Eurovision Version, un attimo prima che la Francia accusi Damiano di aver pippato in Eurovisione. Da lì, l’ascesa dei Måneskin fino alla nomination ai Grammy, al Tonight Show, al Madison Square Garden e tutto il resto, compresa la carriera solista di Damianone in hiatus dalla band. Ma soprattutto: l’Italia che vince per la terza volta lo Eurovision.
San Marino ci prova sul serio, sempre con Senhit, ma sta volta con Adrenalina che diventa pure una piccola hit: sul palco per la finale c'è anche la guest star Flo Rida.
Torino 2022: Mahmood & Blanco - Brividi
Brividi vince il festival per manifesta superiorità, e sembra perfetta non tanto per vincere lo Eurovision, quanto per fare una bella figura a Torino. Mahmood e Blanco, però prendono la gara e l’evento molto sottogamba, arrivano alle performance stanchi – soprattutto Blanco che diserta alcune prove per preparare la propria tournée – ed è più la canzone che amiamo, l’atmosfera del palazzetto che canta e la nostra emozione a portare a casa il risultato. Non che volessimo vincere, ma l'occasione e la canzone meritano una esibizione memorabile e qualcosa in più del nono posto. Vincerà la Kalush Orchestra con Stefania, con Sam Ryder al secondo posto, perchè anche le canzoni brutte non sono più così brutte.
Nel 2022, sarà che siamo in Italia, alla corte di Ale Cattelan, MIKA e Laura Pausini arrivano anche Emma Muscat – già concorrente di Amici – per Malta e per San Marino... Achille Lauro con Stripper. Ve lo ricordavate? No? Ecco, come tutto il resto d'Europa.
Liverpool 2023: Marco Mengoni - Due Vite
Dieci anni dopo, Mengoni torna sul luogo del delitto con un quintale di platini, l’attitudine da pro e gli stadi sulle spalle, dimostrata tutta fino all’ultimo secondo sul palco. Canta Due Vite con la stessa intensità della prima performance sanremese, pensando non tanto alla vittoria e ai douze points, quanto a rimanere nella storia dello Eurovision…e a riempire il tour europeo in arrivo. YouTube è pieno di vocal coach che ne tessono le lodi, la tournée europea va benissimo, il brano esce anche in francese, e l’Italia porta a casa il quarto posto e il Composer Award.
San Marino manda i Piqued Jacks, toscani vincitori di Una Voce Per San Marino, inosservati nonostante non fossero malissimo. La Norvegia invece ha in gara Alessandra Mele, italo-norvegese orgogliosa, con il brano Queen of Kings. Poco dopo la performance, in molti segnalano una "somiglianza" - guai a chi dice la parola con la P e che finisce per lagio - con Thunder di Gabry Ponte, Lum!x e Prezioso con la voce di Shady, già concorrente di Amici e componente del collettivo Shanguy. Ma poi proprio Gabry Ponte ha remixato il pezzo. Boh.
Malmö 2024: Angelina Mango - La Noia
Vic De Angelis a parte, non mandiamo una ragazza all’Eurovision dai tempi di Francesca Michielin. La canzone di Sanremo è tagliata in una maniera molto intelligente che poco sacrifica dell’originale, con uno staging attento a cura del coreografo dei BTS. Un trono sul palco e un vestito che richiama la corona di spine dresscode della festa. Dalle prove, la performance vocale è, se possibile, ancora più potente e precisa di Sanremo, mentre Nina ha di suo la cazzimma e la polverina da popstar. Nei contenuti esclusivi per il canale YouTube di ESC ha spogliato La Noia rendendola acustica per mostrare la voce nuda, si è esibita in qualunque Europarty cantando anche brani più emotivi del suo repertorio come Fila Indiana, sempre tra la folla in delirio. Due grandi performance, ma un settimo posto, prima di una crisi personale e fisica che l'ha portata a tirare il fiato, cancellare gli impegni e prendersi tempo per sè.
A San Marino – in una diretta storica per la sua tragedia – vincono i Megara, spagnoli, battendo Loredana Bertè.
Basilea 2025: Lucio Corsi - Volevo Essere Un Duro
È oggettivamente la cosa più Rockit che ci sia mai stata sul palco dell'Eurovision, da sempre. Lucio porta il suo immaginario, il suo songwriting e una performance non dissimile da quella di Sanremo e del suo tour, con grandi amplificatori sul palco e una chitarra speciale e magica, accompagnato come sempre dal fido Tommaso Ottomano. Lucio è già in finale, perchè l'Italia è una Big 5, e in finale arriverà anche Michelle Hunziker a condurre. Solo la finale perchè Mediaset non voleva farla andare in onda contro Striscia. In quota italiana abbiamo anche Tommy Cash con Espresso Macchiato che ci sfotte e ci ha fatto incazzare ma anche spanciare e arriverà anche Gabri Ponte per San Marino. Con la sigla di Sanremo. Che si intitola Tutta L'Italia. È Assurdo? No, è l'eurovisione, bellezza.
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L'articolo Angelina, Mengoni e gli altri: tutti i risultati dell'Italia all'Eurovision di Marco Mm Mennillo è apparso su Rockit.it il 2024-05-12 10:35:00
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