Ci siamo fatti un tour nella storia di Napoli grazie al rap

Un viaggio con il bus scoperto che parte da Castel dell'Ovo e tocca tutti i punti e le epoche storiche di una città magica. Ecco quello che abbiamo imparato grazie alle "barre didattiche" di Clementino nel pezzo "Neapolis"

Veduta di Napoli dalla spiaggia di Chiaia - Quadro di Consalvo Carelli
Veduta di Napoli dalla spiaggia di Chiaia - Quadro di Consalvo Carelli

Se avessi avuto un professore come Clementino, forse avrei fatto almeno un anno di liceo in meno. Ma con i se e con i ma non si fa la storia, materia che ha aiutato più di uno studente a sconfiggere l’insonnia.

Se quindi avete in programma una qualsiasi interrogazione sulla storia di Napoli, probabilmente l’ascolto di Neapolis, pezzo del producer campano Endly assieme al buon Iena White potrebbe rendere lo studio più interessante. Difatti la canzone, che compare nella colonna sonora di Posso entrare? An Ode to Naples, il nuovo docufilm firmato da Trudie Styler – tra le altre cose moglie di Sting – è una lettera d’amore alla storia della città partenopea, partendo dal mito di Partenope e arrivando fino alla cacciata dei tedeschi nel 1943, le celebri "quattro giornate di Napoli", l'insurrezione popolare con la quale, tra il 27 e il 30 settembre di quell'anno, la città fu liberata, e di cui da poco si sono celebrati gli 80 anni.

Ecco tutto quello che possiamo imparare dal rap didattico di Clementino su Napoli, una città da conoscere e amare sempre. 

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Da Partenope a Neapolis: le origini del mito

In realtà il mito di Partenope, sebbene in forma sentimentale, ce lo aveva raccontato bene già LIBERATO, nell’omonima canzone. Ma un ripasso non fa mai male prima di un esame. Stando al mito, il corpo esanime della sirena Partenope sarebbe giunto esattamente dove oggi si erge imperioso il Castel dell’Ovo. Se quindi dovessero chiedervi come mai ci si riferisce a Napoli come città partenopea, ricordatevi della prima strofa di Neapolis.

Dal punto di vista prettamente storico, invece, Napoli nasce dai greci che fondano la Palepolis nel VI a.C..Sarà poi l’ateniese Diotimo a voler creare una città nuova (nea polis, appunto), e quindi Neapolis. 

Romani e bizantini, eruzioni e insurrezioni

Dall’Impero Romano a quello bizantino, il testo di Neapolis ripercorre cronologicamente le dominazioni della città in epoca imperiale, passando per la violenta eruzione del Vesuvio che trasformò Pompei in un mare di lava. La storia medievale prosegue citando il 536 a.C., quando la città venne saccheggiata dal generale Belisario, e il ducato indipendente di Basilio. La prima strofa si chiude con una data: 1182, con la nascita del Regno di Sicilia.

I quartieri spagnoli nascono per volontà di Fernando Álvarez de Toledo, sotto l’egemonia del viceregno di Spagna. Non è un caso, infatti, che una delle vie più popolari della città si chiami proprio Via Toledo. 

Tommaso Aniello d'Amalfi, meglio conosciuto come Masaniello (citato anche in un celebre brano di Pino Daniele con la rima in doppia Z), fu colui che nel luglio del 1647 guidò l’insurrezione contro il viceregno spagnolo. Finì male però: Masaniello venne assassinato su ordine degli spagnoli meno di una settimana dopo aver preso il potere. Il cadavere venne decapitato, con il corpo gettato nella spazzatura e la testa portata come prova al viceré di Spagna.

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I martiri trattati da criminali

Masaniello non fu l’unico martire della città, anzi. Nel testo Clementino cita due nomi spesso dimenticati: Eleonora Pimentel Fonseca e Luisa Sanfelice. Si tratta di due donne simbolo della Repubblica Napoletana, che durò appena 6 mesi, ma che in quel lasso di tempo sfidò la dominazione dei Borbone. Entrambe furono condannate a morte, con la Sanfelice giustiziata mentre aspettava un bambino.

La rivoluzione durò ben poco però, e dopo gli spagnoli arrivarono i francesi, con Napoleone che consegnò a Murat le chiavi della città. I Borbone tornarono nel 1815, come conseguenza del Congresso di Vienna. Altro secolo e altra dominazione, e con esse altre rivolte. Guglielmo Pepe guidò la lotta all’assolutismo monarchico di Ferdinando I, costringendolo a concedere una prima costituzione, immediatamente ritirata una volta ristabilito l’ordine.

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Non ti disunire, Clemente

Il 7 settembre 1860 Garibaldi entrò a Napoli, sancendo l’inizio del Regno d’Italia sotto la monarchia di Vittorio Emanuele. La macchina del tempo targata Clementino ci porta ai primi del ‘900, con le migrazioni negli States per cercare fortuna. Un evento omaggiato in tantissime canzoni della tradizione napoletana, tra cui la spettacolare Lacreme napulitane del 1925 (e ripresa dai Therivati, band capitanata dal fratello di Clementino, nel brano Emigrante, che trovate qua sopra).

Ma la storia del ‘900 napoletano ha ancora un evento che deve essere raccontato: le 4 giornate di Napoli del 1943. Anche in questo caso la storia è stata raccontata in numerose canzoni, tra le quali citiamo Scugnizzi dei 24 Grana. Per quattro giorni i napoletani insorsero contro i tedeschi, e coloro che non avevano i fucili per combattere cominciarono a lanciare pietre. Questi ragazzi passarono alla storia come scugnizzi, termine usato ancora oggi per indicare adolescenti particolarmente ribelli.

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L'articolo Ci siamo fatti un tour nella storia di Napoli grazie al rap di Marco Brunasso è apparso su Rockit.it il 2023-11-15 12:31:00

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