“Magica Musica” e altri incanti: che spettacolo Venerus

È questo uno dei regali più preziosi che ci fa la musica: un ricordo che dura nel tempo. Che sia un momento, una sensazione, una commozione, una gioia; una canzone, una luce, un volto, una notte intera. Il ricordo di tutto questo: potersi lasciare andare al movimento dei suoni e realizzare per un attimo (che sia ad occhi chiusi), che quello che conta è essere lì, con le orecchie e l’anima tese verso il palco, a lasciarsi assorbire dalla musica prima di volare con i pensieri altrove.

Difficilmente svanirà il ricordo di ieri sera. Grazie a Venerus, grazie a tutti i musicisti che erano lì con lui. È stato un concerto magico, per davvero. Di Magica Musica, anzi. Al momento della fine, quando con Luci la platea si era trasformata in un campo di lucciole (con gli smartphone di ognuno accesi), riuscivo a vedere gli occhi pieni del pubblico, che brillavano e assistevano spalancati a un sogno.

Verso l’uscita, la gente continuava a scambiarsi sguardi in silenzio. C’era chi sorrideva, chi, invece, diceva all’amica quanto fosse stato incredibile: "Concertone", ripetevano tutti, mentre lentamente la platea si svuotava. E rimaneva immobile, illuminata così com’era sempre stata (come un faro che aveva vegliato su di noi per tutta la durata del concerto), la torre del Castello Sforzesco.

Abbracciati dalle sue mura di cinta, stavamo lì, tutti riuniti ad ascoltare, come una corte che partecipava a uno spettacolo. Sul palco, come su una piazza, i giullari e una dama: Venerus, la sua band e Arya Delgado. La voce femminile che riempiva ogni canzone con i suoi cori e la sensualità delle sue movenze. Poi, le chitarre, il sax, la batteria, il pianoforte a coda. E la voce di Andrea, impeccabile. Fluttuava nell’aria, avvolta dalle luci, come qualcosa di irresistibile.

Sarà stato forse che noi, incantati dal flauto magico del nostro mago (che non svela mai i suoi trucchi, ndr), eravamo entrati in un’altra dimensione. Saranno state le stelle sopra di noi, le luci perfette, il caldo estivo, la pace assecondata dalla musica. Lui, un po’ santone, un po’ visionario, stregone, illusionista, esoterico.

Sotto queste vesti, anche Arlecchino: verso la fine del concerto, quando Magica Musica era già stata suonata quasi tutta (ed era passata la carica esplosiva di Frah Quintale, il romanticismo di Gemitaiz, l’erotismo di Love Anthem No.1), Venerus scende a prendere il pubblico sulle note di IoxTe.

Cantano tutti: da seduti qualcuno si abbraccia, c’è chi si bacia, chi urla a squarciagola. C'è chi vorrebbe alzarsi in piedi, ma va bene così. C’è anche uno sdraiato sul prato, morto da un po’, che si gode la musica a occhi chiusi.

Alla fine dello spettacolo, gli applausi. I nostri giullari di corte si inchinano al loro pubblico per ricevere il calore dei ringraziamenti. Con il cuore pieno di Magica Musica, cala il sipario su questa notte. Chissà se qualcun altro, oltre me e una mia amica, ha visto una stella cadere dal cielo, come un segno proprio alla fine di questo spettacolo incredibile. 

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L'articolo “Magica Musica” e altri incanti: che spettacolo Venerus di Claudia Mazziotta è apparso su Rockit.it il 2021-07-30 14:00:00