Vergo: “Io ho un’identità e cose da dire, voi siete solo un mulino scassato”

Il cantante noto per aver partecipato a X Factor 2020 è stato preso di mira dalla stampa di destra contraria al ddl Zan per la sua partecipazione al Pride milanese. Questa è la sua replica, affinché nessun artista e nessuna persona che si batte per i propri diritti debba sentirsi discriminata

#UnoCosì

Ho scelto di usare le loro stesse parole e ribaltarne l’accezione negativa perché rispetto a loro, non mi sento di aver fatto del male o offeso nessuno.
Mi trovavo sul palco del Milano Pride a cantare Bomba, un brano che invita a sciogliere le catene ideologiche, a fregarsene dei giudizi altrui soprattutto quando si tratta di prendere consapevolezza su chi sei e cosa vuoi per te.

In un’altra dimensione, se fossi un professore, utilizzerei gli strumenti che ho per lanciare gli stessi messaggi. Penso che ognuno di noi, con le skills che possiede, possa comunicare dei messaggi importanti e, se vuole, influenzare positivamente. Io lo faccio con la musica, con la mia arte e lo faccio rivolgendomi con estrema umiltà e dedizione a tutt*.
Ho un’identità, non sono un’immagine da usare per portare acqua boomer al tuo mulino scassato.

L'articolo di Libero
L'articolo di Libero

Queste sono le parole che Vergo, vero nome Giuseppe Piscitello, 29enne palermitano, cantante e performer che abbiamo già visto nell'edizione 2020 di X Factor, ha voluto scrivere tramite Rockit a Libero, il quotidiano che con l'intento di attaccare il ddl Zan, ha titolato un articolo a firma Sallusti (e chi se no?) "GENDER A SCUOLA: Con Zan uno così può finire in cattedra". Avremmo potuto far finta di niente, forse ignorare Libero e i suoi lettori sarebbe più opportuno vista la mole di articoli offensivi che negli anni hanno colpito ogni genere di minoranza non omologata al pensiero conservatore, ma sbattere un artista in prima pagina per farlo deridere e diffamare ci sembra davvero una pratica che fa venire i brividi. Dal canto suo, anche Vergo ha deciso di rispondere a Libero con un post sul suo account Instagram

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"Io non sono solo un partecipante del Pride. Ho un’identità. Sono Giuseppe, un ragazzo che si impegna per i diritti di tutt*. Sono un artista Queer e sono fiero di essere #UnoCosì.

Sei #UnoCosì se riesci a comprendere che “il carnevale” può venire fuori più da parole che mancano di sensibilità che da quello che sei libero di indossare.

Sei #UnoCosì se riesci a comprendere che oltre pailettes, corone, trucco e parrucco, c’è un’anima, una persona che sta dicendo qualcosa.

Sei #UnoCosì se vedi la scuola non come la “fabbrica degli uomini” ma come uno dei primi luoghi protetti, liberi dai pregiudizi che dia gli strumenti a tutt* di essere se stess*.

Sei #UnoCosì se riesci a comprendere che ieri c’erano uomini, donne, transgender, non binari, disabili, padri e madri a manifestare per i diritti di tutt*.

Sei #UnoCosì se ti sconvolge più un 12enne picchiato perché andava al Pride che un Cristo Lgbt.

Sei #UnoCosì se hai ben chiaro e da tempo che la battaglia da combattere è quella per la vera uguaglianza di ogni cittadino, anche per chi finge di non capire.

Raghy vi ringrazio di cuore per il supporto"

 

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Nel post, Vergo si riferisce all'aggressione omofoba nei confronti di un 12enne insultato e picchiato mentre si recava al Pride milanese, proprio quello in cui ha cantato anche lui. Il ddl Zan, occorre ricordarlo, serve esattamente perché gli insulti diventino reato, in un Paese in cui è vietato offendere la divinità o le autorità, ma si può devastare la vita di ragazzi e ragazze giudicandol* in base alle preferenze sessuali o all'identità di genere. È di poche ore fa la notizia del 18enne torinese che si è suicidato gettandosi sotto un treno perché costantemente deriso per via della sua omosessualità. Un fatto atroce che dovrebbe scuotere le coscienze, e invece Orlando è stato offeso anche dopo la sua scomparsa, con messaggi con su scritto "Morte ai gay". 

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Di fronte all'ignoranza e alla cattiveria gratuita, solo la legge può prendere provvedimenti adeguati. Ancora non riusciamo a comprendere in che modo un omosessuale possa nuocere a un etero solo esistendo o manifestando per i propri diritti, così come non capiamo come i diritti possano essere opinabili solo in base a discriminazioni arbitrarie e non inalienabili. È talmente inopportuno che un qualsiasi mezzo d'informazione possa anche solo indirettamente istigare alla diffamazione, al bullismo o alla violenza omofoba, che non ce la siamo sentita di girare la testa dall'altra parte. D'altra parte, come scriveva Italo Calvino ne Il barone rampante, "Viviamo in un paese dove si verificano sempre le cause e non gli effetti".  Meglio occuparsi anche degli effetti affinché nessun artista, nessuna persona che manifesta per i propri diritti e per la propria esistenza, debba subire simili violenze. 

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L'articolo Vergo: “Io ho un’identità e cose da dire, voi siete solo un mulino scassato” di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2021-06-28 14:22:00

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