PERCORSI >>> Bastano le canzoni

Tutto il cantautorato del MI AMI 2019, tra acustiche, elettriche e sampler.

grafica di @beynot
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01/01/2019 - 11:04 Scritto da Redazione

Il cantautorato è una di quelle forme d'arte che non morirà mai, ci scommettiamo ciò che volete. Può trasformarsi e mimetizzarsi quanto volete, ma sarà sempre vivo a lottare contro le brutture del mondo. Non è un mestiere facile quello del cantautore, almeno non nel 2019 quasi 2020, periodo storico in cui nuovi linguaggi e nuove urgenze espressive bypassano la ricerca del senso della frase (come lo chiamava il compianto Andrea G. Pinketts) per arrivare al pubblico con un linguaggio asciutto, crudo e mutuato dal lessico della strada (o dell'internet, che oggi è come un sinonimo), eppure ce ne sono di cantautori in giro che resistono arroccati dietro parole importanti che, messe insieme, formano un universo poetico costantemente in divenire.

Quando si pensa a un cantautore, l'immagine mentale che ci facciamo è quella di un Luigi Tenco con la faccia scura e il dolcevita, un Gino Paoli coi baffi e gli occhiali da pentapartito, un Fabrizio De André curvo sulla chitarra e via discorrendo. Giovani uomini che sembrano già di mezza età, che cantano di un range di cose che vanno dal maliconcio al drammatico, con l'aria sottilmente snob o il piglio da capopopolo su cui amava scherzare Edoardo Bennato proprio nella canzone Cantautore. Oggi le cose sono decisamente cambiate e al MI AMI 2019, se volete rifugiarvi nel potere delle parole, di cantautori ce ne sono quanti ne volete.

Quello con la canotta che sega il pianoforte per portarlo in giro, che quando scrive sembra che parli proprio a te e non sai se lo fa per ridere o è serio come la morte. Giovanni Truppi è effettivamente imperdibile, un concerto come il suo ti fa anche crescere. C'è il Motta con lo sguardo torvo anche quando è innamorato, che sembra sempre incazzato ma poi tira fuori canzoni dolci come i sorrisi e pesanti come l'Italia, oggi. C'è il Maestro Giorgio Canali, che ha insegnato e insegna quanto la passione, quella vera, bruci l'anima. 

Girando per i palchi trovi Giorgio Poi, con la voce esile come la corda di un palloncino e le canzoni che sembrano scritte con la testa che guarda le nuvole, ma anche Riccardo Sinigallia che è il progenitore della scena romana e che ha dato un nuovo senso alla malinconia e all'impegno sociale. Ancora: Dimartino con le sue storie che sembrano uscire da un libro Cuore per adulti, Caso che applica il cantautorato all'attitudine punk, Andrea Lazslo De Simone che canta il rapporto uomo donna come pochi altri, Any Other che padroneggia l'inglese per mettere a nudo la propria anima e La Rappresentante di Lista che spinge il cantautorato al di là dell'ostacolo dei tempi bui che stiamo vivendo.

 

video frame placeholder

 

Se credete davvero che il cantautorato abbia già dato tutto ciò che poteva dare e detto tutto ciò che poteva dire, forse non avete ancora prestato attenzione al video qui sopra, che vede per l'occasione suonare insieme dal vivo Truppi e La Rappresentante di Lista, una nuova e toccante versione di Conoscersi in una situazione di difficoltà, tratta da  Poesia e Civiltà, l'ultimo album del cantautore napoletano. Si accappona la pelle ed è difficile trovare parole adatte a descriverne l'emozione. Le parole sono importanti, lo ripeteva Nanni Moretti in Palombella Rossa alla giornalista che lo intervistava usando un campionario di frasi fatte e neologismi.

Nel 2019, il cantautorato ha la nobile funzione di ricordarci che anche dietro la ricerca delle parole adatte si nasconde la bellezza ed essa non deve essere mai percepita come pesante o fuori moda, perché rimette in pace col mondo e con tutte le sovrastrutture di cui ci siamo dotati per farcela, per arrivare alla fine. Il cantautorato, oggi più di ieri, ci ricorda che saper raccontare le storie è il mestiere più nobile e più utile dall'inizio dei tempi.

Non è uno stile musicale, si può cantare sopra ogni ritmo e ogni arrangiamento, da quello garage, ridotto all'osso alle orchestrazioni ridondanti, passando per la synth music e il pop o quello che volete voi: il cantautorato nel 2019 si è liberato dal fardello dei cantautori del passato, ha imparato la lezione e, nel farne tesoro, l'ha rivoluzionata. Oggi possiamo trovare parole importanti in classifica, in radio e di sicuro in ogni palco del MI AMI. Ci vediamo lì sotto a cantarle insieme.

 

Segui il percorso Bastano le canzoni al MI AMI 2019

 

Venerdì 24

 

Fadi Ore 17, Palco Jowae

Bartolini Ore 17.30, Palco Jowae

Clavdio Ore 20.30, Palco Tidal

Giorgio Poi Ore 22.15, Palco Jowae

 

Sabato 25

 

Caso Ore 20, Palco Retro

Riccardo Sinigallia Ore 20.50, Palco Tidal

Motta Ore 22.20, Palco Tidal

 

Domenica 26

 

Giovanni Truppi Ore 18.20, Palco Tidal

Giorgio Canali Ore 19.20, Palco Tidal

Any Other Ore 19.40, Palco Jowae

Andrea Laszlo De Simone Ore 20.45, Palco Jowae

Dimartino Ore 21.30, Palco Tidal

Luca Carboni Ore 22.50, Palco Tidal

La Rappresentante di Lista Ore 23.15, Palco Jowae

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L'articolo PERCORSI >>> Bastano le canzoni di Redazione è apparso su Rockit.it il 2019-01-01 11:04:00

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