Biografia B.E.S.T

Una fanatica passione per il soul aggrega nel 2005 una manipolo di musicisti provenienti da diverse e variegate esperienze musicali, tra le quali quella della Marcus Pepper Love Revue, gruppo nato dalla impellente necessità di rendere tributo al compianto Curtis Mayfield nell’anno della sua scomparsa. Sulle ceneri di questa esperienza nascono i B.E.S.T. acronimo ironicamente autocelebrativo di Blue Eyed Soul Team, nome che riporta all’appellativo con cui i neri chiamavano il soul suonato negli anni ’60 dai bianchi. I B.E.S.T. affondano le proprie radici innanzitutto nel soul targato Motown, ossia in quella esplosiva miscela di pop e soul che proprio in quegli anni sbancava le classifiche di tutto il mondo fondando, da quella parte dell’oceano, i codici di tutta la pop music a venire. Marvin Gaye, Martha Reeves and The Vandellas, Gladys Knight and The Pips, Isley Brothers, The Supremes, The Temptations, Edwin Starr sono solo alcuni dei nomi che ispirano il gruppo e ai quali i B.E.S.T. rendono deferente omaggio proponendone i brani dal vivo. La necessità di andare più in là porta il gruppo ad attingere al repertorio del Northern Soul, come veniva chiamato dai DJ inglesi il soul più raro e oscuro che spesso in patria non aveva trovato il meritato successo. E’ proprio grazie a questa passione che dagli impolverati scaffali delle case discografiche americane vengono riesumati veri e propri riempipista con il sapore del classico intramontabile, ma allo stesso tempo della gemma ritrovata che venivano proposti negli “allnighter”, frequentati da folle di amanti del soul e veri e propri antesignani degli odierni rave party. Il repertorio dei B.E.S.T. attraversa tutto il periodo d’oro della musica soul dalla metà degli anni ‘60 fino alla prima metà del decennio successivo con l’intenzione di proporre brani che, almeno nel nostro paese, non vengono mai eseguiti dal vivo. Da una ballata ‘70 come “let’s stay togheter” del reverendo Al Green, ad un classico anni sessanta degli Isley Brothers come “This old heart of mine” tornando a tempi piu recenti con “Hold back the night” dei Trammps per guardare di nuovo indietro con il Rythm and Blues di una Etta James o di Gail Anderson, i B.E.S.T. propongono una miscela esplosiva di Soul Music impreziosita da R&B, Pop e Gospel. Dopo alcuni cambi di formazione i B.E.S.T. sono giunti ad un assetto definitivo che vede la line-up schierare ben quattro voci che si alternano nei pezzi solisti e nei cori.

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