Biografia Marco Montagnini

Nasce incazzato, di una chitarra viene munito, scrive canzoni che lo rendono quieto. Artista eporediese, eclettico e poliedrico, con un passato da busker.

Depressione, attacchi di panico, turbamenti emotivi. Dentro ognuno di noi si celano lati nascosti, segreti, che spesso le persone preferiscono ignorare. E allora tutti sui social a far vedere quant'è bella la propria vita, quanto si è felici, fortunati, appagati. La famiglia, la macchina, la casa, il viaggio, il lavoro, i soldi. Ogni cosa è incantevole, strabiliante, fantasmagorica! Non c'è niente di male nel familiarizzare con le proprie debolezze. Non c'è niente di male nel decidere di non partecipare a questo circo quotidiano di perenne ostentazione. Non c'è niente di male nello stare male. E comunque... c'è un principio, c'è una fine, e in mezzo un po' di tutto. Sentenza oltremodo scarna? Difettosa? Manchevole? Forse, ma allo stesso tempo estremamente egualitaria. Una verità alla quale niente e nessuno può sfuggire. C'è chi la trova poetica e liberatoria, chi non vuole accettarla negandone l'autenticità, chi non ci pensa affatto. Esce nel 2023 l'album "Decadenza", che parla di tutto questo.

Con un pizzico di fantasia, un semplice foglio A4 può assumere molteplici significati e trasformarsi in un luogo assai reale, un crogiolo di emozioni. Uno spazio da riempire, da contemplare, oppure da svuotare e riprogettare; fisico o mentale che sia. "A4" è il disco del 2022. Ed è così che il viaggio inizia tra kintsukuroi, evoluzione della vita, finti agenti immobiliari, collisioni galattiche, satira, antiche divinità hawaiane, studentesse suicide, domande esistenziali, dimensioni parallele, indiani d'America, disagi adolescenziali e amori poliglotti. Questi sono solo alcuni degli argomenti toccati dal cantautore che trasforma "A4" a volte in uno specchio della realtà, altre volte in una porta d'accesso per l'immaginazione.

Anche la sperimentazione pura è parte dell'animo creativo di Montagnini. A fine 2022 vede la luce "Creatures". Un album caratterizzato da sonorità ambient, minimal, a tratti avanguardistiche. Due mani su di un piano ondeggiano, si cercano, si respingono, sicure, incerte, sinuose, aspre, ripercorrendo alcune delle tappe fondamentali della vita, tra attimi di luce e voragini di oscurità. "Creatures" è un tappeto di tasti maltrattato dall'inesorabile scorrere del tempo.

Il bequadro è un simbolo musicale che, anteposto a una nota, annulla tutte le alterazioni precedenti, riportandola al suo valore naturale. In una società che altera, annichilisce, monitora e cataloga le persone sempre più, immagina come sarebbe il mondo se tornassimo tutti, in un istante, al nostro stato naturale, semplicemente: esseri umani. La realtà, però, è un film con il lieto fine? 2021 è l'anno di "Bequadro".

"Soundtrack" è il disco strumentale del 2020, ogni brano rappresenta un genere cinematografico, come suggerisce l'evocativa tracklist.

Del 2020 è anche il disco rock "Sogni presunti", suonato con gli Stranatrama.

"Cantautore Psicopatico 1" e "Cantautore Psicopatico 2" è il doppio concept album pubblicato nel 2019. Le canzoni, suddivise in due volumi, sono brevi racconti che descrivono personaggi che ci circondano, dai caratteri più disparati; ma allo stesso tempo potrebbero rappresentare personalità multiple che albergano nella mente di un unico soggetto, schizofrenico e psicopatico. Musica lo-fi: chitarra e voce, le canzoni sono nude e crude, così come sono nate. Musica outsider: i testi parlano di qualunque argomento, compresi quelli più inusuali come masturbazione femminile, eroinomani, intelligenza artificiale, senzatetto, eutanasia, psicoterapia, prostituzione maschile, omicidi, misofonia, fake news. Un concept album; questa è la scintilla, l'idea originaria che ha spinto il compositore a creare i centocinquanta personaggi-canzone: avere settant'anni; sedersi; rilassarsi contemplando l'orizzonte e ricordando piacevolmente coloro che incrociando il nostro percorso (anche solo per un attimo) lo hanno inconsapevolmente arricchito con la loro splendida unicità; stacco; immagine di un ospedale psichiatrico; buio.

Marco si ispira alla natura e all'immaginazione, agli amici e agli sconosciuti, a Florence Foster Jenkins e alla musica del '900. Nel 2018 pubblica una raccolta di due centinaia di sue reinterpretazioni di brani, prevalentemente del secolo scorso, utilizzando lo pseudonimo anagrammatico "Oncoming Martian".

"Piccole riflessioni d'una mente sott'acido" è il libro uscito nel 2011. Diario esistenziale di Paolo Prometeo, un ragazzo che decide di scrivere stati d'animo e domande che lo accompagnano e lo affliggono nel corso di dieci anni della sua vita. Lo stato confusionale, in cui si trova, è un passaggio obbligato attraverso il quale tutti transitano durante la propria esistenza; qualcuno lo porta con sé per sempre, qualcun altro trova il modo per reprimerlo, infine, pochi, ma senz'altro i più fortunati, scovano le risposte che cercavano. Questa fase di vita è vista con gli occhi del protagonista, convinto che la via migliore per giungere a una conclusione sia quella di affrontare in prima persona le proprie paure. Così, inizia ad assecondare con carta e penna i suoi ragionamenti più astrusi, senza però lasciarsi trascinare in modo passivo dalle circostanze. Molti dei temi trattati verranno poi ripresi e sviluppati dall'autore, nelle canzoni presenti in "Cantautore Psicopatico 1" e "Cantautore Psicopatico 2".

«La società mi regala frustrazioni, le frustrazioni diventano poesia, le poesie mutano in canzoni, tali canzoni sono la mia terapia» (Marco Montagnini - Stress Aramis)

Dischi:
• "Decadenza"
• "A4"
• "Creatures"
• "Bequadro"
• "Soundtrack"
• "Sogni presunti" (Stranatrama)
• "Cantautore Psicopatico 1"
• "Cantautore Psicopatico 2"
• "Oncoming Martian"

Libro:
• "Piccole riflessioni d'una mente sott'acido"



Recensioni / Interviste

TomTomRock
«...E che cazzo, questo è un genio assoluto. Sfido chiunque, al giorno d'oggi, a trovare ancora qualcosa di in/audito, nel senso estremamente significante del termine e Marco Montagnini è un genio, l'ho scritto e lo riscrivo, soprattutto perché è assolutamente inconsapevole di esserlo e anche questo, nel periodo degli autoproclamatisi artisti, lo rende unico e necessario. Lo stesso Montagnini, con spiccata autoironia (o consapevolezza?) si definisce cantautore psicopatico e, se così è, mi auguro non cada mai in mano a soloni che impongano trattamenti Ludovico al suo pensare, scrivere, cantare e suonare... Io ci ho trovato le filastrocche amare di Syd Barrett, la patafisica di Jarry piegata ad intuizioni Canterburiane, un nonsense degno del miglior Gruppo Motore del Derby (si notino alcune inflessioni Lauziane davvero da brividi) e persino la poetica dolorosa dei lavori di Mauro Pelosi, altro genio sacrificato all'altare del silenzio ma che con quattro lavori negli anni '70 ha anticipato tutto, persino Jeff Buckley... Marco Montagnini usa le parole giuste, anzi, addirittura ingiuste, plasma la grammatica e la metrica a suo uso e consumo con una ferrea disciplina sonora che non sovrasta mai il messaggio della sua poetica Escheriana, le parole ed i suoni infatti sono scale che si intersecano sfiorando l'ipercubo e, solo per questo, non ci si può esimere dall'approcciarsi all'ascolto tralasciando le solite logiche musical provinciali ed abbandonandosi ad un vero e proprio trip. È bravo Montagnini ad illuderci che le sue composizioni musicali siano figlie di un coltivato Lo Fi ma, se si presta assoluta attenzione, il landscape caleidoscopico degli arrangiamenti lo elegge davvero ai più alti podii della musica pop contemporanea. Questo "ragazzo" ha compiuto una On The Road dei generi lisergicamente prossima alla assoluta perfezione... Insomma amanti di Julian Cope, Syd Barrett, Robert Wyatt (faccio sintesi...) scavate nelle vostre orecchie obnubilate da troppi malaugurati ascolti e fate largo al Maestro Marco Montagnini che, se ce lo propinassero da Albione, avrebbe già schiere di fans...» (Marcello Valeri) - https://bit.ly/3VRwflk

Supercool-Undercool
«...Montagnini è un cantautore factotum... è un personaggio incredibile. Sono rimasto veramente sorpreso dal sentire questa modalità sghemba, ma anche un po' autoironica, un flusso di coscienza e di parole, e tantissime argomentazioni che potreste riscontrare nell'ascolto... È molto di più di quello che sentite... Ho avuto la fortuna di scoprirlo per caso tramite Facebook. A un certo punto scopro che esce un album, fa tutto completamente da solo, e dico: "Va beh, questo senza uffici stampa, senza nessun tipo di supporto esterno!", prende e va per la sua strada, ne ha tantissime da dire, e poi non ho potuto non notare questo bell'incastro chitarristico che utilizza nelle varie canzoni... davvero gran roba! Il buon Montagnini sembra rassicurante e alieno nello stesso tempo...» (Simone Brunello) - https://bit.ly/3Bhc0ph

Indie For Bunnies
«...Autore e chitarrista di Ivrea che negli anni si è fatto notare con una produzione di brani eclettici e sempre diversi, destreggiandosi bene tra album acustici, rock e strumentali, nei quali non disdegna folk e lo-fi... Ci sono autori che cercano di ritagliarsi uno spazio, Marco Montagnini se lo crea riempiendo il suo foglio A4 con testi che esprimono una libertà di scrittura dove fa coesiste realtà e fantasia, il vissuto e l'immaginazione riuscendo a mantenere sempre una certa originalità e personalità di stile. La strada intrapresa da Marco Montagnini si fa sempre più importante, un cantautore moderno che si lascia ascoltare dall'inizio alla fine e offre il suo mondo da scoprire, dedicategli del tempo non ve ne pentirete...» (Fabrizio Siliquini) - https://bit.ly/3Hn34T0

Riforma
«...Riesce a dare forma a un carattere musicale molto personale, che si traduce in un suono pulito e fresco, ma senza sacrificare la giusta dose di energia e sperimentazioni. Ci troviamo nel terreno del cantautorato, ma di quel tipo che non si prende troppo sul serio, anzi sembra scherzare con sé stesso, giocherellando con il pop e il folk, montando e smontando le parole, lasciando che il mondo entri dalla finestra e si faccia musica... Scivola veloce, grazie alla sua ariosità e alla capacità di Montagnini di non incaponirsi sulle parole e non arrovellarcisi, ma di proporle e lasciarle andare, permettendo di accoglierle o meno, senza imposizioni, raccontando di tutto come fosse uno zapping sull'esistenza, lasciando che l'attenzione si posi di volta in volta su qualcosa di diverso... Una collezione di frammenti, di impressioni. Ci si può così ritrovare in scene di vita vissuta o in ragionamenti bizzarri e a dir poco fantasiosi, ma la forza di Montagnini è proporli tutti con la medesima leggera profondità, conducendo in una dimensione giusto un passo più in là del solito, tanto quanto basta per poter alleviare la pressione della realtà...» (Denis Caffarel) - https://bit.ly/3o97nK4

Extra! Music Magazine
«...Un disco volutamente "lo fi", ma ben calibrato in tutti i suoi momenti. Si tratta del nuovo album di Marco Montagnini, chitarrista e compositore di pregio... Un foglio "A4" vuol significare una pagina bianca, tutta da riempire, un capitolo nuovo e Marco Montagnini riesce molto bene nell'intento e inserisce nell'album sia storie prese dalla vita reale che fantasie, comunque dense di emozioni... incastonate all'interno di una formula indovinata, all'interno della quale scorre una musicalità naturale e convincente... Da ascoltare...» (Giancarlo De Chirico) - https://bit.ly/3ur2ig7

La Sentinella del Canavese
«...Considerazioni e temi che Montagnini svilupperà nel decennio successivo declinandole in brani dai testi particolarissimi e interessanti non meno delle sonorità con cui li accompagna. I testi valgono davvero una attenta lettura e il suo mondo musicale, per chi ancora non l'avesse fatta, è una scoperta in grado di regalare emozioni e favorire riflessioni... Lui è se stesso e lo è in modo certamente gratificante per sé e per quanti apprezzano la sua musica...» (Franco Farnè) - https://bit.ly/3twVUEr

Off Topic
«...Un invito ad ascoltare l'ultimo lavoro di Marco Montagnini. Testi peculiari che catturano l'attenzione, la realtà, le visioni nel linguaggio del reale e dell'immaginifico. Il pop declinato in diversi stili musicali, da quelli classici, ai sapori brit pop. Quadri in musica che ci accompagnano...» (E. Joshin Galani) - https://bit.ly/3iBPXjf

HypFi
«...Sono piuttosto umorale, quindi mi capita di scrivere in balia di qualunque stato emotivo. Certamente posso dire che scrivere canzoni, per me, è terapeutico... Qual è la canzone più triste del tuo album? Molte canzoni (anche degli altri miei dischi) sono malinconiche più che tristi. La malinconia è uno stato d'animo come un altro, quando si presenta vuol dire che è necessario e utile; è un viaggio introspettivo, non lo vedo come qualcosa da cui fuggire, è un percorso di consapevolezza e di accettazione della parte più scura di noi stessi...» (Alberto Brumana) - https://bit.ly/3ul7D8j

Torino Oggi
«...Cosa ispira la scrittura dei suoi testi? Qualunque cosa. Magari anche questa intervista, o questa domanda in particolare. Una volta ebbi la sensazione di non avere più nulla da dire, poi però mi venne da scrivere subito una canzone sul fatto di non avere nulla da dire. Non sono uno di molte parole, mi piace quasi di più ascoltare, però l'arte è la mia valvola di sfogo per esternare al meglio quello che ho dentro e che si sedimenta, a volte nel cervello, altre volte nello stomaco, nelle budella. Nulla di organico eh, non temere... Ha da poco pubblicato il disco Bequadro, che storia ci racconta? Il bequadro è un simbolo musicale che, anteposto a una nota, annulla tutte le alterazioni precedenti, riportandola al suo valore naturale. Ok, così non si capisce granché (soprattutto per chi non conosce la notazione musicale), però l'ho utilizzato come spunto per provare ad applicare quel concetto alla realtà. Cioè, immagina come sarebbe il mondo se tornassimo tutti al nostro stato naturale, soltanto: esseri umani. Sarebbe bello? Brutto? Utile? Inutile? Ognuno si può fare la sua idea. Ma poi cosa significa tornare a essere tutti semplicemente esseri umani? Beh, può voler dire tante cose, per esempio: considerarci tutti uguali, ma non soltanto a parole, tutti con lo stesso valore. Il problema è che poi vai a scuola e ti danno dei voti, vai a lavoro e contano i risultati. La competizione è ovunque. E poi potrebbe voler dire eliminare le sovrastrutture che abbiamo, e magari non avere dei ruoli, delle gerarchie. Ma anche volendo, saremmo mai in grado di farlo? Anziché cittadini, esseri umani. Tornare alle proprie radici, togliere il superfluo. Ovvio che nessuno ha la bacchetta magica, però è bello ogni tanto fermarsi e riflettere, ragionare, o anche solo analizzare dei pensieri, delle idee. Io lo faccio scrivendo canzoni, ma ognuno ha il suo modo (ed è bello così)...» (Federica Monello) - https://bit.ly/3549bem

Primo Ascolto
«...Artista che si dimostra eclettico e profondo nella ricerca di parole e suoni... L'atmosfera prende forma grazie ad una voce intensa e coinvolgente, alla chitarra che è lo strumento principale al quale si affida il disegno delle melodie... I brani raccontano storie di vita e di persone, arricchiti da citazioni e messaggi profondi e da uno stile visionario. Marco Montagnini si dimostra un artista completo che si lascia trascinare dalla propria arte e dal brivido dell'ispirazione, senza voler provare a copiare o a strizzare l'occhio a generi o artisti del momento, portando avanti uno stile assolutamente unico e personale...» (Antonio Contù) - https://bit.ly/3Ju4Znb

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L'articolo Biografia Marco Montagnini di Marco Montagnini è apparso su Rockit.it il 2023-10-06 10:06:21