Biografia Duodenum

29/01/2016 - 12:34 Scritto da Duodenum Duodenum 0
Siete marinai del rock rotti a ogni esperienza. Avete navigato le rotte dell’underground e del mainstream, siete sopravvissuti alle mode e ai generi: negli anni le avete viste proprio tutte. Sappiamo che siete vecchie volpi sornione e niente vi può stupire: formazioni con due bassi, con quattro chitarre, senza basso, con due batterie... oppure one-man band alla Otto e Barnelli o con strumentazione ricavata dagli utensili da cucina. Tutto bellissimo, ma il vostro sbadiglio è perennemente in rampa di lancio.
È quindi un piacere avere modo di servirvi, calda calda, un’esperienza che vi manca: signori e signore, benvenuti nel fantastico mondo dei Duodenum.

Non mettiamo in dubbio che siate tutti equipaggiati dell’omonimo segmento di intestino tenue, per carità, ma senza dubbio non avete mai visto prima d’ora un gruppo (un duo, pardon) formato da un batterista/chitarrista e da un cantante/kazooista.
In altre parole, questi sono i Duodenum:
- Massimo Avitabile (aka Number 71 Monobanda) alla chitarra, batteria e grugniti assortiti
- Luca Tanzini (aka tab_ularasa) alla voce e kazoo

Massimo è un pilastro della scena punk campana degli ultimi 20 anni, con trascorsi in innumerevoli band e progetti – attualmente, oltre a esibirsi come one man band (Number 71 Monobanda) è anche nei selvaggi Barsexuals e nei Female Troubles.
Dal canto suo, tab_ularasa non è da meno, visto che al momento è nei Centauri e nel Trio Banana, oltre a perseguire il proprio progetto solista omonimo (ma si occupa anche di fanzine, grafica, produzione discografica e video).

Cosa suonano questi due loschi individui – che peraltro abitano a centinaia di chilometri di distanza l’uno dall’altro e, nonostante questo, continuano imperterriti da anni a pubblicare materiale?

Il Duodenum-sound è un collage su cartavetro a base di blues, proto-punk da mercato delle pulci, punk minore ad alta infedeltà, rock primordiale, disperazione adolescenziale fuori tempo massimo e pessimi alcoolici da discount.
Dal lo-fi blues anni Novanta di alta caratura, alla scuola di Cleveland pre-punk, passando per le perle più indigeste dei volumi Killed By Death.
In alternativa, immaginate la colonna sonora di una rissa fra venditori abusivi di magliette intossicati dal limoncello da due euro a bottiglia... fuori da un concerto di reunion degli Oblivians... organizzato in una pizzeria di periferia. Così avrete un’idea piuttosto fedele al modello.

Questa è musica selvatica, che non ha mai capito – e mai ha voluto farlo – cosa fossero la moda, il trend, il “genere”. Un wild side che farebbe scappare anche il Lou Reed dei tempi d’oro, come un ragazzino senza biglietto davanti a un plotone di controllori al capolinea della metropolitana.
Take a walk on the Duodenum side.

Per fan di: Oblivians, Country Teasers, Abner Jay, Rocket From The tombs, Peter Laughner, Cheater Slicks, Lead Belly

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