Come proporsi a un locale per suonare? Ce lo spiegano i proprietari dei live club italiani

13/04/2017 - 11:25 Caricato da Redazione
Suonare dal vivo è fondamentale per i musicisti: che sia su un grande palco o in un minuscolo scantinato, il rapporto con gli ascoltatori è uno dei pilastri dai quali non si può prescindere. Il problema, però, è che non è sempre semplice riuscire a trovare delle date in giro per l'Italia. Per questo, con l'aiuto di KeepOn Live abbiamo chiesto direttamente ai gestori dei live club italiani quali sono i parametri con i quali scelgono gli artisti per la programmazione dei loro locali: cosa cercano, e cosa invece non sopportano? Ecco cosa ci hanno risposto.
Cap 10100, Torino
Quando riceviamo una proposta di concerto valutiamo principalmente tre elementi.
Innanzitutto la proposta deve essere in linea con la della direzione artistica del locale.
Poi bisogna anche avere coscienza di quelle che sono le esigenze del locale e dell'artista. Il classico equilibrio tra capienza e potenziale engagement... fare un buco non è utile a nessuno.
Infine bisogna realizzare una proposta economica che possa essere sostenibile per la tipologia di evento in questione. Quando si dice "a fine serata siamo tutti contenti".
Aldilà di tutto è la qualità e originalità di proposta artistica a essere fondamentale, se ci arrivano delle proposte di band emergenti o nuove le inseriamo all’interno di festival oppure giriamo la proposta ad altri direttori artisti in città, perché quel gruppo può essere più adatto agli standard di altri locali e in qualche modo ci sentiamo in dovere di contribuire per portarlo a Torino.

(Daniele Citriniti)
Lanificio 25, Napoli
Normalmente do la giusta attenzione alle proposte di booking che ricevo anche se tre o quattro mesi prima dell’inizio della programmazione di solito faccio una ricerca leggendo le riviste di settore, controllando le prossime uscite discografiche e vedendo l’hype che si è creato intorno a una band. In questo modo provo a dare una certa coerenza alla programmazione del locale dedicando la giusta attenzione alle band nazionali con un occhio sempre attento ai progetti campani anche se spesso è difficile investire per far quadrare le economie.
Io comunque ascolto tutte le proposte che mi arrivano e alcune volte ne ho preso in considerazione qualcuno: ad esempio un anno fa mi è arrivata la proposta di Anudo e l’ho bookato ancor prima che avessero tutto questo successo, stessa cosa con Cosmo (già dai Drink to me) , Calcutta e Giorgio Poi. Alla fine ogni anno provo a dare un taglio artistico particolare, ma qui principalmente facciamo indie, elettronica live, jazz.
Ad ogni modo non do mai tagli netti, alla fine ascolto tutto almeno una volta, anche alle band emergenti e autoprodotte. Bisogna ascoltare tutti, anche chi è alle prime armi!

(Salvatore Dell’Aversano)
Le Mura, Roma
In tutta onestà, di band che ci mandano solo una mail scrivendo: “Salve, vorremmo suonare nel vostro locale”, ne prendiamo una ogni 100 concerti. La programmazione la prepariamo chiudendo accordi con band che vengono di persona al locale, con promoter o agenzie di booking, a volte anche su segnalazione di amici.
Ad ogni modo la cosa più importante è la qualità della proposta, se trovo nei gruppi un tentativo di dare qualcosa in più al loro genere di riferimento, allora susciti la mia curiosità. Se devi fare qualcosa pari pari a un gruppo che suona 100 volte meglio di te, sei inutile.
Proprio per questo a me basta un link Soundcloud, non voglio scaricare roba su Wetransfer o Google Drive. A me non serve sapere che una band ha fatto un’apertura a “Tizio o Caio”, perché questo per me non vale assolutamente come una certificazione di qualità.
Io sto attento solo al materiale che mi propongono: perché l’equazione buona musica = gruppo che funziona è quasi sempre vera. Chi fa cose fighe sarà apprezzato anche da altri locali oltre a me e suonerà più di qualsiasi altro.
Io cestino sempre i gruppi cover o i progetti jazz, ma lì è una questione di genere. A parte questo do una possibilità a tutti, anche a chi mi manda una presentazione lunghissima. Tanto io clicco direttamente il link degli ascolti e dopo in caso mi leggo la presentazione!

(Emanuele Mancini)
New Age, Roncade (Treviso)
Per quanto riguarda le band emergenti, in 21 anni di carriera abbiamo speso tanti soldi su progetti che ci sembravano promettenti e che speravamo potessero destare la curiosità del nostro pubblico, però purtroppo - nella grande maggioranza dei casi - non gliene frega niente a nessuno e alla fine dobbiamo fare i conti con questo.
Se avessimo la possibilità, come succede in Francia, di poter ricevere dei fondi pubblici, saremmo molto più audaci nelle proposte e potremmo dare spazio a band che ci piacciono e potrebbero avere un valore culturale. Tuttavia essendo un’azienda privata dobbiamo far quadrare le finanze, soprattutto di questi tempi.
Quando ci scrivono diamo importanza alla qualità della proposta artistica, al costo della band / produzione e all’appeal che può avere sul nostro territorio. Poi ovviamente la proposta deve essere adatta alla nostra programmazione abituale. Magari ci stanno produzioni valide che possono portare tanto pubblico, ma non le prendiamo in considerazione perché non è in linea con quello che facciamo ogni settimana.
Ad ogni modo quando mi arriva una proposta vado subito a guardarmi un link YouTube e mi ascolto la musica e l’estetica legata al video, come si presentano insomma.
Cosa ci sta nella mail è abbastanza irrilevante. Poi faccio attenzione ai social e vedo i numeri e come si muovono con la comunicazione.

(Gabriele Vian)
Off, Modena
"Una proposta di booking riceve maggiore attenzione quando ha una presentazione corta, essenziale in grado di farmi capire che tipo di gruppo mi si sta proponendo e con tutti i link ben visibili e comodi da cliccare.
Riguardo il tuo storico devi mettere dati veritieri o quantomeno credibili, non mi puoi scrivere che hai aperto agli U2 per tutto il tour mondiale quando non hai ancora un contratto!
Insomma deve essere una roba leggera con tutte le informazioni necessarie. Anche mettere la scheda tecnica non fa male: se siete un gruppo di 3 elementi senza batteria avrete maggiori possibilità di aprire concerti per una semplice questione di spazi sul palco e canali del mixer. Magari la si inserisce nel sito del gruppo e il link delle pagine social.
Nella proposta di booking ci devono essere i contatti a cui ti rispondono: una mail e un numero di telefono attivo. A volte volevamo risentire una band per farla suonare, ma come contatti avevamo solo un mail: piedidifuoco@hotmail.com, o citofonaregiusi@gmail.com e nessun numero di telefono… hanno suonato degli altri.
Sicuramente uno degli errori più clamorosi è mandare proposte completamente inadatte perché non si guarda programmazione di un locale: se ho una programmazione rock non mi puoi mandare musica classica, perdiamo tempo tutti quanti e inutilmente, anche se mandi proposte cover band per un locale che fa solo musica originale, la storia non cambia.
Poi quando ho a che fare con una band emergente senza ancora un management trovo controproducente un atteggiamento troppo “aggressivo” e “autocelebrativo”.
Tutte le grandi band e artisti sono state emergenti, ciò che vogliamo sentire è una persona che abbia le idee chiare sul progetto, sulla direzione che sta seguendo e su quali sono i suoi punti di forza (ricordate che vi state vendendo). Per il resto è sempre apprezzato un atteggiamento serio e professionale: se un club vi chiama per darvi una possibilità non impiegate giorni per dare una risposta… altrimenti suona sempre l’altro gruppo.

(Valerio Gilioli)
Retronouveau, Messina
Principalmente prendiamo in considerazione le proposte fatte da booking con cui abbiamo rapporti di lavoro avviati. Anche perché facciamo suonare progetti che possano soddisfare le esigenze di un locale con una capienza di 350/400 persone. Inserire band piccole è più difficile perché non gli si può dedicare un’intera serata.
Poi quando ricevo una mail do attenzione al press kit, deve essere fatto bene: con link bene in vista, una rassegna stampa e un testo che sia chiaro, un prodotto professionale insomma.
Se riceviamo una mail generica: “Ciao sono Tizio e vorrei suonare, stop..” non la possiamo neanche prendere in considerazione.
Anche una proposta scritta in un italiano decente non sarebbe male!
Alla fine però ascoltiamo tutto, a meno che non sia una cover o una tribute band.
In generale vista la facilità che si ha nel registrare le proprie produzioni, riceviamo tantissime proposte e non tutte sono di livello.
Bisogna stare molto attenti a quello che che si propone di appuntamento in appuntamento e cercare di mantenere una soglia qualitativa oggettivamente alta.

(Davide Patania)
Urban, Perugia
È un discorso molto personale, anche perché ognuno ha un proprio modo di lavorare e di valutare le proposte.
In generale quando contatti qualcuno devi mandare una bella presentazione, anche a livello grafico.
A livello formale ci vuole innanzitutto il video e le tracce, il testo di una proposta non deve essere troppo lunga e deve avere informazioni essenziali. Tutto deve essere impaginato per bene, perché anche l’impatto visivo ha un suo effetto.
Ma la cosa più importante per me è ricevere un video live. Quando faccio scouting e cerco una band non conosciuta, voglio assolutamente vedere qual è la sua presenza scenica, il video deve essere di buona qualità anche a livello audio.
Quello che invece non devi assolutamente fare è insistere troppo: non mi puoi chiamare 10 volte al giorno, magari anche nei giorni di festa!
Io provo a rispondere a tutte le mail che ricevo (che sono tante) e se ti rispondo: “Grazie, se siamo interessati ci facciamo vivi noi”, non puoi insistere se non ti ho chiamato.

(Andrea Orlandi)
Off Officine Sonore, Lamezia Terme
In una proposta la cosa più importante è proporre un contenuto artistico originale. Devono esserci pochi riferimenti musicali con altre band e non devi stare troppo dietro alle mode del momento. Ad esempio adesso vedo tanti nomi di solisti e poche band. La cosa che mi da’ più noia è lo stress derivato dalle agenzie o le band che insistono troppo. Non puoi contattarmi al telefono ad orari assurdi.
Molte persone non pensano che chi gestisce un locale non pensa 24 ore su 24 solo ed esclusivamente alla programmazione musicale. Dobbiamo affrontare anche altre questioni.
Poi quando mandi una proposta devi sapere a chi la mandi e devi sapere che non puoi suonare ovunque. Capisco che si vuole chiudere più date possibili, però qui da queste parti bisogna stare anche attenti a lavorare con professionisti perché possono capitare anche situazioni spiacevoli riguardo pagamenti e professionalità!

(Fabio Ferlaino)
Arci Ohibò, Milano
Noi riceviamo una quantità di materiale e di proposte impressionanti. Se la metà dei gruppi che ci scrive per suonare venisse davvero ai nostri concerti avremmo il locale quasi sempre pieno!
Molte band poi ti contattano perché vogliono suonare per divertirsi e basta, però a quel punto devi sapere a quale tipo di locale stai mandando la proposta e quali sono le relative esigenze sia artistiche che lavorative. Mandare mail a caso non serve né a me né a loro, si perde tempo e basta.
Le proposte che teniamo in considerazione sono sicuramente quelle più strutturate: devi inviare una mail con materiale audio o video abbastanza curato, una bio con uno storico di date o un calendario di concerti futuri qualora ci fosse.
Il requisito minimo è un contenuto audio o un video YouTube, perché a volte ricevi proposte in cui ti dicono il genere che fanno, ma non ci sta nessun materiale da ascoltare!
È importante anche avere un tono professionale. Se mi scrivi: “Ciao voglio suonare nel vostro locale”, già stai perdendo punti.

(Andrea Sannio)

---
La gallery Come proporsi a un locale per suonare? Ce lo spiegano i proprietari dei live club italiani è apparsa su Rockit.it il 2017-04-13 11:25:24