Abbattere il patriarcato con un Elastico

L’etichetta bolognese Elastico debutta con “Twelve”, primo ep del trio queer Fucksia, che affronta il tema del dolore e quello decisivo del consenso. Abbiamo parlato con le protagoniste di questo progetto per raccontare la loro battaglia transfemminista in un ambiente ancora fortemente sessista

Le Fucksia, prima band pubblicata da Elastico Records - foto stampa
Le Fucksia, prima band pubblicata da Elastico Records - foto stampa

È evidente come, sempre di più attorno a noi, ci sia – per fortuna – un'attenzione particolare nel modo di intendere la realtà e la nostra società, di come sempre più persone si rendano conto dei soprusi quotidiani del patriarcato e cerchino, anche nel loro piccolo, di rovesciarlo. Ci sono interi progetti artistici che tengono questo aspetto come centrale nel loro percorso, se non addirittura come principale ragione d'essere: è questo il caso delle Fucksia, trio transfemminista e orgogliosamente queer formato da Mariana Mona Oliboni, Marzia Stano e Poppy Pellegrini, reduci dalla pubblicazione del loro ep Twelve.

Twelve, composto da 6 tracce che partono dal dolore di un anno di lockdown per, invece, celebrare la vita, la creatività e la sessualità, è la prima pubblicazione dell'etichetta Elastico Records – di cui la stessa Marzia fa parte –, nata dall'associazione ELaSTiCo e che si occupa proprio di femminismo e transfemminismo, argomenti che avevamo già toccato recentemente. Vi presentiamo sia la band che l'etichetta in questa chiacchierata con Marzia e Poppy delle Fucksia e Ilaria Mancosu di Elastico Records.

Le Fucksia
Le Fucksia

Cosa significa l'espressione transfemminismo nel 2021?

Ilaria Mancosu (Elastico Records): È una visione che auspica all’alleanza tra donne, persone transessuali, queer, non binarie, sex workers, migranti e tutte le soggettività non conformi che qui si sentono rappresentate. È sostegno reciproco ed empowerment, è volontà di autodeterminazione. È un movimento che parte dal femminismo, dalla la lotta per la parità di diritti, di dignità, di possibilità nel mondo del lavoro, economico, politico, racchiude il concetto di intersezionalità della lotta che mette al centro i bisogni e i diritti di tutte le minoranze oppresse da un sistema patriarcale e classista.

Come la si declina nell'arte e nella musica, cioè cos'è la musica transfemminista?

Marzia Stano (Elastico Records, Fucksia): Ti confesso che siamo un po' riluttanti all’utilizzo di definizioni rigide però quando ci fanno questa domanda ci piace parlare di noi soprattutto come “Artiviste” ovvero artiste che fanno del proprio lavoro di musiciste anche una questione di impegno politico. Musica transfemminista significa diffondere messaggi di empowerment, significa fare dei propri corpi e soggettività non conformi la propria bandiera di lotta per una società anti patriarcale, significa rivendicare una vita meno precaria, significa contrastare ogni forma di discriminazione di genere, razza e classe attraverso il potere della musica. Penso a band e musiciste come Madame Gandhi e Tribade in cui il loro percorso artistico e impegno politico non hanno linee di separazione e  grazie a ciò molte giovani generazioni si stanno avvicinando a tematiche sociali e all’impegno politico. 

Spieghiamo meglio, invece, il concetto di queer.

Marzia Stano (Elastico Records, Fucksia): Potrei spiegarlo con una citazione di William Burroughs, forse tra i primi artisti ad utilizzare questa parola che in passato veniva usata in tono dispregiativo (“checca” o “diverso”). Resterò invece sul suo utilizzo quotidiano perché è una parola che ha subito un’interessante riconfigurazione nell’arco della storia. Da termine usato per denigrare e offendere a termine usato per identificarsi orgogliosamente come soggettività differenti dall’etero normatività, è una parola utilizzata da chi non ama le etichette e le didascalie per definire la propria persona o sessualità. In breve, queer è chi si sente diverso tra i diversi.

Che momento è nel mondo e in Italia per il transfemminismo?

Ilaria Mancosu (Elastico Records): È il momento di prenderne parte. È vivo ed è la nostra lotta! 

Continuamente vediamo nascere nuovi progetti che si definiscono, a seconda dei casi, fluidi, queer (qualche volta), senza genere. Quanto c'è di autentico (è anche moda?), quanto è importante questa nuova "wave"?

Poppy Pellegrini (Fucksia): La musica è una marea potente che connette anime simili anche se lontane fra loro. Per noi è importante che nascano sempre più progetti che si definiscano queer, in un periodo storico in cui la società ostacola i valori di libertà individuale e sessuale. Per quanto mi riguarda se dietro la forma della definizione Queer c’è la pratica di valori come il rispetto di ogni soggettività, la libertà di vivere il proprio orientamento sessuale liberamente e l’impegno ad estinguere ogni forma di discriminazione, be', sarebbe solo una grande conquista. La moda non è tout court una cosa negativa se dietro di essa c’è una consapevolezza. Nel nostro piccolo cerchiamo, attraverso la musica e i nostri testi, di difendere la libertà e la dignità di tuttə da ogni ostacolo che tenda a limitarla.

Chi sono le Fucksia? Quale percorso musicale hanno?

Poppy Pellegrini (Fucksia): Siamo tre amiche, tre non più giovanissime “punkettone”, tre matte certificate, tre streghe urbane che vivono in tre città diverse dell’Italia, Bologna, Lecce, Murano. Ci siamo ritrovate nel pieno del periodo pandemico per incoraggiarci e proteggerci a vicenda dal pericolo di cadere in depressione durante il lockdown. Personalmente ho condiviso la maggior parte delle giornate con il mio computer e i miei strumenti. Chiusa nella mia stanzetta mi sono lasciata trasportare dalle frequenze delle mie drum machine, sintetizzatori e software per produrre basi che solo dopo, accompagnate dalle voci di Marzia e Mari hanno dato vita al progetto Fucksia e al nostro primo EP Twelve. In passato ho fatto parte come chitarrista e bassista, degli Jolaurlo, band fronteggiata da Marzia. Quando ci siam sciolti, decisi di andare a vivere nella capitale della musica elettronica, Berlino, dove ho vissuto alcuni anni e ho potuto conoscere e vedere dal vivo artisti di grande livello che mi hanno ispirata. Proprio li ho cominciato a produrre e portare in giro per i party della scena berlinese i miei live set.

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Twelve è un ep incentrato sulla sofferenza. Perché questa scelta?

Poppy Pellegrini (Fucksia), Marzia Stano (Elastico Records, Fucksia): Il numero dodici nella numerologia antica è il numero che rappresenta il concetto di ritrovata armonia e di rinascita. Questo disco è stato concepito nell’arco di 12 mesi in cui ognuna di noi ha superato prove molto dolorose tra cui la perdita di persone care, l’isolamento e la paura.  L’evento più triste e drammatico che ha inciso sulla scrittura di alcuni testi delle Fucksia è stata sicuramente la perdita prematura di Riky, compagno di vita e di progetti musicali come i Dadi Etro e Killanation. Mari gli ha dedicato Tre 6, brano completamente composto e scritto da lei. Per quel che mi riguarda invece, posso dire che alcune basi le ho create dopo aver vissuto situazioni tristi della mia vita, come la perdita di mia madre. La musica, l’amicizia e l’amore mi hanno sempre aiutata a superare i momenti bui della vita, il dolore mi ha aiutata a crescere e il suo superamento ad essere una persona più consapevole. Twelve ne è la prova.

Perché il tema del consenso è cosi importante?

Ilaria Mancosu (Elastico Records): Il tema del consenso è fondamentale sempre, sta alla base delle relazioni umane, è il rispetto delle volontà altrui. Un'azione tra due o più persone se non è consensuale è violenta. E solitamente a farne le spese sono le soggettività “più deboli” all'interno del sistema patriarcale in cui viviamo. Pensiamo alle donne che dicono NO: diventano oggetto di conquista, prede, vittime. Pensiamo alle spose bambine, a pratiche che vengono abusate sui corpi di bambine nelle mutilazioni genitali e sulle donne quando non si garantisce loro la possibilità di interrompere la gravidanza. È importante parlarne ieri, oggi, sempre perché troppo spesso viene dato per scontato soprattutto da chi ha avuto la fortuna o il privilegio di non doverlo mai rivendicare. 

Elastico Records: una nuova etichetta (dopo un lungo percorso di cultura e attivismo), perché?

Marzia Stano (Elastico Records, Fucksia): La decisione di fondare un’etichetta nasce da un bisogno personale, cioè pubblicare i progetti che ci piacciono facendolo con i nostri tempi e i nostri modi; ma ci siamo presto rese conto che un’etichetta discografica le cui fondatrici sono tutte donne sta catturando l’attenzione di diverse persone. Per noi dovrebbe essere una cosa del tutto normale, cioè così come non ci stupiamo del fatto che ci siano etichette fondate da soli uomini dovrebbe essere anche il contrario, eppure così non è. Questo fatto ci ha dato la misura di quanto lavoro in realtà ci sia da fare in termini di parità ed equità di genere e abbiamo pensato che forse sottolineare questa nostra caratteristica possa servire a lanciare un segnale di cambiamento in una discografia ancora molto sessista e machista.

 

Twelve è una specie di manifesto per voi?

Marzia Stano (Elastico Records, Fucksia): Più che un manifesto è un’epifania, come l’aver capito che non ci sono emozioni inutili, negative. Per esempio la rabbia, la paura, la tristezza sono emozioni che vanno indagate, affrontate e attraversate perché altrimenti è impossibile accedere davvero alla consapevolezza e alle emozioni di gioia, estasi e piacere.

Prossime uscite?

Marzia Stano (Elastico Records, Fucksia): Dopo la release dell’ep uscirà il nuovo singolo Life is a Gun, la nostra ballata techno che racchiude tutto il significato di Twelve. Dopo di che stiamo pensando già al disco nuovo ed un tour all’estero. Ci piacerebbe infatti sconfinare, oltre che dai generi e dalle etichette anche dai confini.

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L'articolo Abbattere il patriarcato con un Elastico di Redazione è apparso su Rockit.it il 2021-10-22 14:39:00

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