Andrea Brunini, un cantante che scotta

Il cantante toscano racconta i suoi primi tour autogestiti. Una chitarra, qualche studente incontrato per strada e un camper da revisionare sono gli ingredienti dei suoi live "altamente infiammabili", in attesa di portare fuori dall'Italia il suo nuovo ep

Andrea Brunini è un ingegnere toscano cresciuto a Borgo a Mozzano, in Garfagnana. Ha dedicato i suoi primi 28 anni di vita a studi scientifici, ma ora si dedica alla musica. Quando non insegna organizza eventi culturali con il movimento Look my Art per promuovere musica e arte locale. Tutto questo quando non suona o non parte alla volta di tour in interrail o in camper.

Andrea ha da poco pubblicato il suo nuovo ep – ALTAMENTE INFIAMMABILE – dove compare anche Finaz, chitarrista della Bandabardò. È un mix di pop-rock, temi sociali e confessioni esistenziali, con un tocco elettronico. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare com'è nato e del viaggio in camper fino a Praga per il suo ultimo tour.

Andrea Brunini live – foto stampa
Andrea Brunini live – foto stampa

Come hai iniziato a cantare e suonare?

I primi input musicali derivano proprio dalla mia famiglia che, alla tenera età di 5 anni, mi regalarono una chitarra, ma a dirla tutta non ero ancora interessato allo strumento. Crescendo, intorno ai 12/13 anni, ho cominciato a scrivere pensieri e poesie, ispirato dall’ambiente naturale in cui è immerso il mio paesino. In seguito alla maggiore età, pensieri e poesie cominciarono a trasformarsi in canzoni e da lì mi armai di microfono e cominciai a sperimentare le sonorità della musica rock e metal insieme ad alcuni amici. Poi, come è evidente anche dai miei album, ho cominciato a capire che la musica, come anche lo strumento della chitarra e del pianoforte, era qualcosa che mi pulsava nelle vene e mi rendeva sempre più vivo e felice. Cominciai a indirizzarmi verso generi musicali diversi, mixando varie armonie e stili con cui ho raggiunto la musicalità che oggi mi appartiene.

A che artisti ti ispiri?

Dopo il metal ho iniziato ad approfondire altri generi musicali, tra cui quello del cantautorato, rock italiano, e indie-folk. Diversi sono i personaggi dello scenario musicale a cui mi sono ispirato e che stimo molto: Lucio Dalla, Edoardo Bennato, Daniele Silvestri, Fabi, Negrita, Tom Petty, David Bowie, Ed Sheeran, Coldplay, U2, Eddie Vedder e altri ancora.

Come definiresti la tua musica?

È una musica di stampo autoriale orientata per lo più al rock e al folk-pop. I temi affrontati nei miei album sono svariati e vanno dalla condizione esistenziale e quotidiana di ognuno di noi fino al sociale. Nelle mie canzoni cerco sempre di mettere quel pizzico di freschezza e spensieratezza che – oggi più che mai – serve per riconsegnare una speranza in questa nera e angosciosa realtà che si profila davanti ai nostri occhi. Soprattutto davanti a quelli di noi giovani.

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Con chi collabori?

Negli utlimi anni ho avuto diverse collabarazioni: Kee Marcello – chitarrista degli Europe –, Thegiornalisti, Marco Ligabue, IKE STUBBLEFIELD, Steve Hill, Sonohra, Vaudeville Smash, Tolo Marton, Giuseppe Povia, Skiantos, Alteria, AmbraMarie e Jiro Okabe. Tra le collaborazioni ancora all’attivo ci sono quelle con il chitarrista Finaz – della Bandabardò – cominciate nel 2019, e con la Bandabardò e Cisco. Questo è il secondo anno che giro con il loro tour Non fa paura, al quale ho avuto il privilegio di partecipare come artista spalla.

Qual'è il significato di ALTAMENTE INFIAMMABILE?

ALTAMENTE INFIAMMABILE è il mio ultimo ep. Lontano dal concept di album tradizionale, si può definire come una raccolta di singoli che spaziano tra vari generi, senza tradire la matrice rock, che riassumono gli ultimi anni di vita dell’artista. Una raccolta di storie che narrano della nostalgia degli amori universitari fino a toccare tematiche che hanno scosso la quotidianità di tutti negli ultimi anni e non solo. Dalle ingiustizie e le negligenze di alcuni gruppi di persone durante il periodo pandemico alla questione ambientale e alle sue inevitabili e disastrose conseguenze, fino al mood autodistruttivo adottato dall’essere umano, che lo porta a inseguire stereotipi di vita dannosi per l'integrità psichica e fisica con la promessa di un’istantanea e fallace felicità. Ma se in queste storie il mondo appare avvolto da un caos freddo di emozioni, lascio uno spiraglio di luce che può riportare l’umano a una dimensione più propria, passando attraverso la forza motrice dell’amore che spazza via ogni lato negativo dell'esistenza. L’amore interpretato e cantato tramite il gesto più romantico per antonomasia: La serenata. Questo excursus di storie cantate si concludono con la tematica del viaggio. Il viaggio – che non comporta un termine, ma una continua sospensione – si esprime come un lungo cammino che ognuno di noi intraprende per andare alla ricerca di quell'Itaca che ci spinge da un posto all’altro. Quell'isola è sempre l’occasione di un’esplorazione interiore e ci porta all'evoluzione di ciò che siamo e che potremmo essere.

Andrea Brunini live – foto stampa
Andrea Brunini live – foto stampa

Quali sono i ricordi più belli dei tuoi live?

Tra i più belli metto quelli vissuti durante i miei primi due tour all'estero. Un'esperienza immensa, come il messaggio che ho voluto portate e che ha dato il titolo al primo album: Vietato calpestare i sogni. Durante questa esperienza mi sono messo in gioco, come fosse una prova di valore, se così la si può definire. Assieme al mio avvocato e amico Gege – che documentava con il telefono le giornate – siamo partiti con pochi euro in tasca, campando alla giornata con l'arte di strada, le vendite del primo CD fisico e i cachet esigui delle serate nei pub. Siamo stati negli ostelli in giro per l'Europa – tra Parigi, Praga, Berlino, Amsterdam, Monaco e Innsbruck – con un biglietto interrail,  chitarra, amplificatore e microfono. I pomeriggi li passavo in strade e piazze a fare arte di strada.

Tra gli aneddoti più belli ci sono sopratutto il concerto nella camionetta della police a Parigi a Garde du nord, con l'intera squadra di poliziotti che cantava assieme a noi, le dediche agli innamorati sotto la Torre Eiffel o sul ponte Carlo a Praga. L'intervista/documentario di alcune studentesse universitarie parigine sulle scale del Sacro Cuore. Le canzoni cantate alle commesse negli alimentari ad Amsterdam per una colazione gratis (la città costa e noi mangiavamo molto). In Piazza Dam assieme ai giovani manifestanti universitari delle confraternite, con cui abbiamo fatto amicizia, portandoceli in seguito la sera all'unica data nel pub olandese, con cui abbiamo fatto l'alba. Oppure quelli del secondo tour fino in Repubblica Ceca, quando ho percorso tutta strada normale in camper, perché dopo 50 km dalla partenza non entrava più in quinta. Ritrovandosi con i vecchi amici del precedente tour e ammirando la campagna austriaca e ceca. 

Chiaramente ci sono moltissimi aneddoti anche recenti riguardanti il tour con quella che posso considerare seconda famiglia, la Bandabardò, ma li lascerò alla prossima intervista o chissà magari a un libro.

Progetti futuri?

Comunque la voglia di mettermi in gioco è inesauribile, ho tante storie ancora da far sentire, emozioni da regalare e molti posti da visitare. Sicuramente voglio continuare a crescere insieme ai miei progetti musicali ed è all’orizzonte anche un tour che inizierà a settembre, con più di una decina di date, sempre in Europa (stavolta gestite da un agenzia estera professionale). Oltre alla ripartenza a fine aprile del tour di presentazione del nuovo ep, dove vi aspetto tutti.

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L'articolo Andrea Brunini, un cantante che scotta di Redazione è apparso su Rockit.it il 2023-05-02 12:19:00

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