Il piacere di vedere Angelica sul palco per portare il suo disco - pubblicato proprio in questi giorni lo scorso anno - Sconosciuti superstar, il cui tour si chiude oggi all'Arci Bellezza di Milano, non è dettato solo dal fatto di trovare a esibirsi una cantautrice di talento. Negli ultimi anni la musicista, come ormai è noto, si è trovata coinvolta in una vicenda terribile e inaccettabile nel proprio privato: non vale la pena riportarla qui, sono cose ormai pubbliche, doverle di nuovo raccontare è un po' far rivivere un dolore che si vorrebbe solo far sparire.
Il che non significa che di questi casi non si debba parlare, anzi: la storia di Angelica, purtroppo, è quella di tante donne in questo Paese, che si trovano a dover fronteggiare situazioni inaccettabili, troppo spesso senza gli aiuti necessari per evitarle. Proprio per questo il suo tour è stato realizzato da DNA Concerti in collaborazione con due realtà che si occupano quotidianamente di aiutare donne in difficoltà: DonneXStrada, l’associazione non profit che si occupa di violenza di genere, e l’app per la sicurezza in strada Viola Walk Home, per offrire un'assistenza concreta in tempo reale a tutte le utenti di ritorno dai concerti. Ne abbiamo parlato con Angelica e con la criminologa Caterina Fantetti, socia fondatrice di Donnexstrada.
Angelica, che tour è stato per te? Cosa ha significato per te portare live il tuo ultimo disco?
Angelica: Per me stare in tour è la parte più “facile” del lavoro da un punto di vista emotivo, scrivere dischi invece significa spesso imbruttirmi, tirare fuori a parole, suoni e melodie quello che ho dentro e non è sempre un lavoro piacevole. Soprattutto per questo disco, avevo tanto da comunicare. Questo tour però è stato particolarmente divertente e umanamente pieno di amore, Sconosciuti superstar è divertente da suonare e grazie a lui (e all’esperienza), ho imparato a godermi molto di più il palco.
Da un punto di vista emotivo, dopo quello che ti è successo e il fatto che sia stato reso pubblico, questo tour cosa ha significato?
Angelica: Il tour più difficile è stato quello del mio secondo disco, dove stavo nel vuoto tra due procure diverse e avevo appena scoperto di essere il target di due pregiudicati, quindi avevo proprio paura a stare sul palco e l’ho fatto nel silenzio tenendomi tutto dentro, ora che è una storia pubblica è come se si fosse tolto un po’ di peso dalle mie spalle e da quelle di chi lavora con me. Le date di questa estate sono state molto emotive e ho ricevuto tanto anche solo guardando le prime file negli occhi. Ora sento un po’ più di leggerezza e sono felice perché per me la priorità è la mia musica, che chiaramente tratta di emozioni e di vita privata, ma preferisco quando è lei a farlo per me.
Perché questa collaborazione con Donnexstrada e Viola Walk Home? Come hai scelto le due associazioni?
Angelica: Con DNA concerti abbiamo deciso di fare questa collaborazione con Donnexstrada e Viola Walk Home perché ci sembrava un modo pratico per fare qualcosa di veramente utile. I concerti sono spesso la sera, sarebbe bello vivere in un mondo dove tornare a casa di notte non comporti dei pericoli ma è così, queste realtà offrono un supporto in videochiamata a chi rientra a casa in orari notturni senza compagnia.
Caterina, che ne pensi di Angelica e della sua vicenda?
Caterina: Tutte le accuse di violenza sono gravi e tutte necessitano essere trattate con serietà, rispetto ed attenzione. La violenza infatti, in qualsiasi forma, è inaccettabile e merita di essere condannata senza ambiguità. È fondamentale che le le vittime, nessuna esclusa, abbiano il supporto adeguato per affrontare e denunciare questi abusi, e che si crei uno spazio sicuro per poterlo fare senza paura di ripercussioni o stigmatizzazione, tema per il quale Donnexstrada si batte ogni giorno. Personalmente penso che Angelica, come individuo e anche come personaggio pubblico, abbia mostrato molto coraggio nell esporsi pubblicamente. Sfortunatamente le dinamiche mediatiche e sociali possono influire molto sulla percezione delle situazioni. Esporsi in pubblico ahimè, comporta ancora oggi un rischio enorme, sia a livello personale che professionale. Tuttavia, il fatto che abbia scelto di farlo e raccontare la sua esperienza servirà da esempio per molte altre persone che si trovano in situazioni simili, dimostrando loro che non sono sole e che c'è sempre la possibilità di chiedere aiuto e cercare giustizia.
Cosa può fare la musica in questi casi, perché è preziosa?
Caterina: La musica è magia. È cura. Ha un potere incredibile. Sempre a mio personale parere, è la più grande medicina ed antidolorifico. Da voce, sensibilizza, sfoga, crea una comunità. Può offrire conforto, dare voce a emozioni difficili da esprimere. La musica è tanto. Serve, continuerà a servire e viva chi ne fa mezzo per vivere e sopravvivere!
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L'articolo Angelica: nella musica (così come nella vita) non c'è spazio per la violenza di Redazione è apparso su Rockit.it il 2025-03-07 14:30:00
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