Roy Paci & Aretuska - Arezzo Wave 2002, 04-07-2002

Il “prezzemolino” più allegro e simpatico che abbia mai intervistato…
Roy, sei un grande!

Continua la lotta per la tua amata Sicilia e non mollare mai!

Baciamo le mani.



Rockit:Il pensiero di Roy Paci su Arezzo Wave?

Roy:Una manifestazione simbolo per tutto ciò che concerne gli artisti italiani. Ha una bella visibilità anche all’estero grazie appunto a personaggi come Mauro Valenti che hanno fatto tanto per il sostrato underground italiano e per aver fatto uscire un sacco di bella gente da bei progetti. Penso che sia diventato una bandiera dei festival italiani. Mi fatto molto piacere essere stato invitato.

Rockit:Sei stato definito uno dei musicisti più conteso del momento…
Roy:Sono Ronaldo…Anzi mi farò chiamare Roynaldo.

Nel corso della mia vita ho seminato parecchio, qualcuno mi ha anche criticato per essere stato in molti posti, un po’ come il prezzemolo, però tutto questo fa parte della mia natura.

Ora ho parecchie richieste sia come arrangiatore che come compositore di colonne sonore, appuntamenti con la Banda Ionica ma è lo spazio in agenda che mi manca per poter lavorare con tutti, per dare a tutti la mia disponibilità. Sono contento, mi reputo una persona abbastanza semplice e ho ancora molto da imparare nonostante mi senta 64 anni e non 32 addosso!! Ci sono un sacco di belle cose da fare.

Rockit:Il tuo curriculum vanta conoscenze e collaborazioni importanti, dall’incontro con Stefano Maltese ai Mau Mau, Fred Casadei, le produzioni con Africa United, Fratelli di Soledad, 99 Posse, la Banda Ionica, Manu Chao e oggi con gli Aretuska.

Roy: Si dopo aver suonato con tutti sono riuscito a mettere su un progetto sperimentale. E’ stato tutto così naturale. Sono tornato in Sicilia e tra una festicciola e l’altra ho messo insieme i migliori giovani musicisti della Sicilia. E’ stato un percorso interessante e non ancora finito. Poi grandi e belle esperienze con Manu Chao, con altri grandi cantautori come Fossati che è stato anche qui ad Arezzo un po’ di anni fa. Viene tutto naturale, io non ci bado, io produco come il nostro vulcano, l’Etna, che si fa spesso sentire.

Rockit:Con “Cantu siciliano”, il nuovo singolo di “Baciamo le mani”, viene raccontato uno spaccato di vita siciliana.

Roy: Si abbiamo girato il video tutto in Sicilia e adesso ho deciso che se c’è una cosa che voglio portare avanti questa è la mia terra, la mia cultura. Voglio dare spazio e lavoro a chi vive nella mia terra. Nel video abbiamo ripreso antiche rovine lasciate lì alla deriva come tante altre cose in Sicilia e mi sentivo in dovere di denunciare la cosa senza troppi peli sulla lingua. Resta comunque un progetto abbastanza ironico e nel video, infatti, rappresento un padrino mafioso che prende per il culo la stessa mafia. Con ironia e con sarcasmo si riesce a parlare di certe realtà. Io sono così, ho un modo di fare abbastanza clownesco, un pò come un folletto pazzo. Mi sono anche detto che se non ci pensano gli altri a denunciare ora voglio farlo io. E’ una sorta di riconoscenza a questa grande madre.

Rockit:Manu Chao ti ha definito il miglior trombettista del mondo… una bella responsabilità?

Roy: Molto pesante anche perché non mi ci sento e tra l’altro conosco un sacco di personaggi più o meno noti, molti trombettisti, che vorrei che uscissero fuori. Non si finisce mai di scoprire gente che con solo due note ti spacca la schiena.

Manu è rimasto molto contento del mio background, del mio essere un personaggio abbastanza versatile, di essere un po’ a 360° sul versante musicale e un torello sul palco .Con lui si guizzava come pesci nell’acqua, da una parte all’altra. Non avendo trovato nessun altro per sostituirmi è rimasto sicuramente flesciato dal mio modo di fare. E poi con lui c’era un ottimo rapporto umano, soprattutto.

Rockit: Allora puoi raccontarci qualche aneddoto tuo e di Manu.

Roy: Mi ricordo quando è venuto a trovarmi in Sicilia voleva vedere a tutti i costi l’Etna. Alle otto del mattina dopo una festa durata tutta la notte è voluto partire in vespa insieme ad un amico. In due, lui dietro e di spalle con la sua inseparabile chitarrina. Verso i mille metri si sono dovuti fermare perchè stavano gelando dal freddo. Nel pomeriggio ci ha chiamato la Guardia Forestale per andarli a riprenderli, li aveva trovati per caso in un rifugio quasi assiderati. E lui che è sempre così audace, così intraprendente, imprevedibile questa volta si è reso conto che non poteva certo scalare l’Etna con una vespetta…
Ma poi Manu è cosi umile! Qualche volta bisognerebbe emularlo…. soprattutto di fronte a certi artisti che con soli 5.000 dischi si bruciano il cervello!

E’ l’anti - leader per eccellenza. Manu Chao rimane sempre Manu Chao qualsiasi cosa si dica….

Rockit: Nuovi gruppi si stanno affacciando alla scena ska, rock steady e con un bel riconoscimento anche da parte del pubblico. Tu che ne pensi?

Roy: Si è vero c’è questa rivalutazione della musica ska da circa un anno, l’hanno chiamata: “ska-invasion”, per la seconda volta, il movimento ska che si riaffaccia. Io sinceramente non mi riconosco nella corrente ska anche perché sono così selvaggio e così disgraziato! Odio le etichettature perché anche se il mio concerto è vicino a certe sonorità preferisco starne lontano. Non è che voglio estraniarmi, ma mi sento doverosamente di onorare e omaggiare coloro che veramente hanno dato la spinta iniziale, ai pionieri dello Ska. Gli Skatalites sono i pionieri, sono stati un progetto da considerare. In Italia lo ska denomina tutto, è un po’ come il jazz. Io mi sento abbastanza aperto e insisto non è solo ska quello che si fa in Italia. Comunque mi fa piacere che siano venute fuori delle belle realtà che tra l’altro le considerò più vicino al mio livello timbrico. Io prediligo sempre un utilizzo di ottoni ben brillanti, essendo trombettista e adesso anche cantante… ma mettetevi i tappi alle orecchie… Oggi mi sento vicino a Mr T-Bone che mi ha sostituito nei Bluebaters,un bel gruppo con una bella timbrica. Mi piace la scena perché lo ska è vicino alla mia terra… diciamo che la Sicilia è un po’ Giamaica????? Dai diciamolo…

Rockit:E adesso quale prossima esperienza ci aspetta?

Roy: Adesso siamo avvelenati di date, oberati di lavoro con questo progetto! Io non avrei mai immaginato! Pensavo di fare come quel detto inglese che recita: to play, to play, giocare e suonare. Anche se non posso dire che suonare è un lavoro questo ci impegna comunque giorno dopo giorno. A livello mentale forse anche di più degli impiegati o dei banchieri che a fine giornata timbrano il cartellino e via. Io, invece, la notte a volte mi alzo con gli incubi della semicroma che mi entra nel cervello, o dell’accordo che mi arriva ed entra nell’ipofisi… Mi eccito anche con al musica, mi capita di tutto… Ho sempre accanto al comodino i fogli pentagrammati pronti a scrivere le idee che mi vengono. E’una cosa con cui vivi costantemente e anche un po’ ansiosa… Ma tornando alla domanda siamo oberati dal lavoro e ogni data nuova ne spuntano altre tre, un centinaio in tutta Europa. Poi ci siamo dati uno stop altrimenti il cervello ci andava in brodo di giuggiole… A fine settembre un mini tour in Giappone da dove abbiamo richieste dalle nostre comunità siciliane e dove il fenomeno ska sta avendo un grosso successo grazie alla Tokyo Ska Paradise Orchestra al 5° posto nella classifica nazionale. Poi mi fermerò per una vacanzuccia nella mia terra e a ottobre ricomincerò a preparare il lavoro nuovo. Farò altri due eventi con la Banda Ionica e dopo di che nel 2003 mi faccio ricoverare….

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L'articolo Roy Paci & Aretuska - Arezzo Wave 2002, 04-07-2002 di Simona Cortona è apparso su Rockit.it il 2002-07-28 00:00:00

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