The Assyrians - Tra il Tigri e l'Eufrate

Come si parta dai Marcury Rev e si finisca sotto il mare - secondo la legge darwiniana, il posto dove Pirati e Austronauti possono normalmente convivere - lo scoprite in questa intervista. Si parla anche di Sterven Jonger, di Battisti, di Battiato, di Alan Sorrenti e, naturalmente, di questo nuovo b

Come si parta dai Marcury Rev e si finisca sotto il mare - secondo la legge darwiniana, il posto dove Pirati e Austronauti possono normalmente convivere - lo scoprite in questa intervista. Si parla anche di Sterven Jonger, di Battisti, di Battiato, di Alan Sorrenti e, naturalmente, di questo nuovo b
Come si parta dai Marcury Rev e si finisca sotto il mare - secondo la legge darwiniana, il posto dove Pirati e Austronauti possono normalmente convivere - lo scoprite in questa intervista. Si parla anche di Sterven Jonger, di Battisti, di Battiato, di Alan Sorrenti e, naturalmente, di questo nuovo b - Foto di Sterven Jonger

Come si parta dai Marcury Rev e si finisca sotto il mare - secondo la legge darwiniana, il posto dove Pirati e Astronauti possono normalmente convivere - lo scoprite in questa intervista. Si parla anche di Sterven Jonger, di Battisti, di Battiato, di Alan Sorrenti e, naturalmente, di questo nuovo bellissimo disco e di come sono arrivati a scriverlo. Nur Al Habash ha incontrato gli Assyrians.

Iniziamo subito con una domanda a gamba tesa: mettetevi per un attimo nei panni di una persona che ascolta per la prima volta il vostro nuovo disco, “Tundra”. Cosa pensate abbia di bello in più degli altri? Quale pensate sia il valore aggiunto?
Sinceramente non la viviamo come competizione, con i suoi pregi e difetti riteniamo sia un buon disco, avendolo fatto noi va incontro al nostro gusto e cerchiamo di fare al meglio ciò che ci piace.

Va bene, continuiamo allora con una più semplice. Il nome della band mi fa subito pensare ai libri di storia delle elementari, quelli in cui si studia la Mesopotamia, il Tigri, l'Eufrate e quelle cose lì - da dove è uscito fuori?
È uscito fuori molto a caso, avevamo registrato un paio di pezzi da un nostro amico a Bergamo e tornando a Milano è saltato fuori Assyrians, mi piace esteticamente vederlo scritto, anche se all’inizio suonava un po' da metal del deserto.

Il disco invece com'è nato? Avete avuto suggestioni&ispirazioni particolari durante la scrittura e la registrazione?
È partito da tre pezzi che avevo scritto un bel po' di tempo fa e che avevo accantonato perché non mi convinceva la resa (“Fossyls”, “Emerald” e “Buccaneer's”). Mi sono venuti in mente un paio di accorgimenti che avrei potuto fare e per curiosità ho provato a registrare qualcosa, ci è piaciuto e abbiamo cercato di sviluppare quell'immaginario che stava emergendo. In principio è stato davvero molto istintivo. Poi Giulio (Calvino, degli Hot Gossip, NdR) si è interessato a noi e si è proposto di aiutarci, ha molta esperienza in più e questo ha giovato molto.

Perché quasi tutti i pezzi hanno titoli che rimandano alla storia naturale?
Premetto che è sempre partito tutto da un'idea musicale, ma nella maggioranza dei casi c'era già un testo o dei pensieri che hanno influenzato molto lo sviluppo della canzone, l'immaginario che si è venuto a creare quindi ha origine in questi simboli o testi che siano. Va detto anche che queste idee sono nate assieme ad un mio caro amico che prima suonava insieme a noi.

Cosa rispondereste all’utente “spacegeneration” che ha commentato il vostro album su rockit scrivendo "cercano spudoratamente di copiare i Tame Impala, sono da denuncia" ?
Ahah, be', ci sono un paio di pezzi che rimandano a loro. Nel complesso non mi sembra così, è un'influenza come lo sono molte altre, ad esempio Mercury Rev, Donovan, Guccy Boy, Flaming Lips

Rispetto all'ep del 2012 che era molto più allegro e folk, in “Tundra” i toni si fanno molto più psichedelici e oscuri. Da cosa è dato questo cambio di suono in così poco tempo?
Come ti dicevo, ho scritto parte di questi pezzi un bel po' prima di quelli dell'ep. È un nostro lato che c'è sempre stato, come continua ad esistere quello più giovincello e allegro dell'ep. Non ci sono testimonianze, a parte forse un paio di video live, ma giuro di non dire le bugie.

”Ocean” è una canzone davvero molto bella, ti si appiccica in testa. Quando l'ho ascoltata ho avuto la sensazione di averla sempre conosciuta - e nel pop secondo me questo è un bel segnale. Qual è la fine migliore che augurate ai vostri pezzi? C'è chi spera che siano presi per una colonna sonora di un film o una pubblicità, mentre altri si accontenterebbero di entrare per sempre (o quasi) nella vita degli ascoltatori... voi che ne pensate? Avete delle aspirazioni per la vostra musica?
Ti ringrazio. Quello che ci auguriamo è che qualcuno si affezioni al disco e che lo senta suo, in qualche modo. So che suona un po' buonista, ma personalmente mi affeziono davvero tanto ai dischi e aver creato qualcosa che possa offrire sensazioni analoghe alle mie sarebbe il riconoscimento migliore.

Allora rigiro la domanda al contrario: quali sono i dischi italiani ai quali siete veramente affezionati?
I miei sono “Fetus” e “Pollution” di Battiato e, anche se da poco, “Anima Latina” di Battisti. Giovanni invece ti risponderebbe “Aria” di Alan Sorrenti e “Mio fratello è figlio unico” di Rino Gaetano

Ho visto che il primo video uscito è opera di Sterven Jonger. Mi interessava sapere innanzitutto come siete arrivati a lui, e poi volevo sapere se avete discusso del video in sé, di quali atmosfere dovesse avere. Vi chiedo questo perché ho notato una cosa (secondo me un po' fastidiosa) in tutti i video che ha diretto, in tutte le grafiche che ha creato per i musicisti italiani: quasi mai ha tenuto in considerazione il carattere, la storia e l'immaginario della band e ha fatto un po' come se lavorasse da solo. Da una parte è normale, visto che è un artista e, per quello che ho letto in giro, anche piuttosto eccentrico. Dall'altra come fan e ascoltatrice rimango sempre un po' stranita.... detto questo il video mi piace moltissimo, ma c'entra poco sia con l'atmosfera del disco che con l'immagine della copertina, secondo me.
Sì, abbiamo deciso noi di lasciargli carta bianca perché ci erano piaciuti i suoi lavori precedenti. L'avevo già conosciuto in giro, anche se non avevo associato, come spesso capita, il nome alla persona. Ci ha contattato lui dopo aver sentito il disco tramite altre persone, gli è piaciuto e si è proposto di aiutarci con il video. Quanto alla discordanza con l'atmosfera del disco e con la copertina, capisco che lo si possa trovare poco coerente, ma in un certo senso è stato proprio questo a convincerci.

Bene, e ora chiudiamo con la domanda che sarebbe dovuta venire per prima: presentatevi al pubblico italiano
Ciao pubblico italiano, siamo i Tundra e abbiamo fatto un disco che si chiama “The Assyrians”, parla di ellebori color smeraldo, fossilizzati su un baobab di Orione, dove la teoria dell'evoluzione di Darwin ha dimostrato che gli astronauti pirati possono sopravvivere sul fondo dell'oceano.
 

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L'articolo The Assyrians - Tra il Tigri e l'Eufrate di Nur Al Habash è apparso su Rockit.it il 2013-11-11 00:00:00

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