BEBA: questo è l'anno delle donne nel rap

BEBA è l'unica donna ad essere presente nel MACHETE MIXTAPE ed è pronta a prendersi tutto.

- tutte le foto di Beatrice Mammi @beynot /Rockit

"Questo è l'anno delle donne nel rap" me lo ha detto BEBA che è passata in redazione qualche giorno fa e secondo me ha proprio ragione. Non solo il rap ma il mondo musicale italiano sembra evolversi sempre più nella direzione che vede le donne protagoniste, non solo nei dischi ma sui palchi, nelle collaborazioni, nel fare squadra.

Un'altra squadra di cui Beba fa parte, anzi come la definisce lei "una famiglia" è la MACHETE di Salmo, nel quarto mixtape uscito qualche settimana fa quando parte IO PUO' a un certo punto rappa pure lei, unica presenza femminile all'interno di uno dei dischi più importanti di questo 2019, e non le manda di certo a dire.

Il rap non è cosa nuova per l'artista torinese che viene da 7 anni di duro lavoro, sperimentazioni, influenze artistiche e cambiamenti; è stata la prima a voler sul palco con lei un'altra donna Rossella Essence, sua dj e producer, con cui fa coppia fissa dagli inizi. Gli piace tanto MYSS KETA e quando scrive prende ispirazione ovunque, anche al supermercato. Il rap è qualcosa che non si spiega, ce l'hai e basta e BEBA ne è la dimostrazione. 

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Come ci si sente ad essere dentro il MACHETE MIXTAPE 4?

Sembra un po’ una frase fatta ma per me è stata proprio la realizzazione di un sogno, quando ho iniziato a fare questo genere di musica vivevo la Machete da fan e il mio sogno era entrare in questa realtà, li ho sempre stimati moltissimo vedendoli da fuori e conoscendoli la mia stima è aumentata ancora di più. Se avessi dovuto immaginare una realtà a cui avrei voluto essere associata son sempre stati loro; già lavorare con loro è stato metter un piede dove avrei voluto, quando poi c’è sta l’occasione di entrare in questo disco faccio comunque sempre parte di quei fan che aspettavano questo disco da cinque anni, esserci dentro per me è proprio difficile quasi da spiegare.   

Il fatto di essere l’unica donna dentro questo disco ti fa onore; da fuori la sensazione è che sia un ottimo momento per le donne, soprattutto nel rap, un po' come è successo negli ultimi anni oltreoceano dove molte artiste si sono fatte valere non poco all'interno del music business

La visione che si vede dall’esterno è vera, nel senso che secondo me questo è davvero l’anno delle donne; la sensazione è proprio che i tempi siano un po’ cambiati, noi in Italia siamo sempre un po’ più in ritardo ma più maturano i tempi più sarà naturale il processo. Come in tutte le minoranze è difficile anche per un ascoltatore, io ho sempre pensato che uno dei motivi per cui c’era poco rap femminile in Italia è che essendo una minoranza è difficile che l’ascoltatore abbia la presa di coscienza di dire ascolto lei piuttosto che qualsiasi altro artista maschile; più donne ci saranno che fanno questa musica più il pubblico storce meno il naso, apparirà meno strano. Per esempio stanno iniziando a chiamarci nei festival, anche se purtroppo ne chiamano solitamente sempre e solo una; l’altra sera in realtà quando ha suonato anche Carl Brave eravamo tutte donne sul palco ed è stato fighissimo. Cominciano ad esserci queste novità come io dentro il mixtape, ci sono cose che si muovono sempre più. 

Mi piace il fatto che sei diretta e incisiva, bisogna essere senza peli sulla lingua per sopravvivere in un genere che per anni è stato praticamente solo rappresentato da uomini? 

Per non ricevere io stessa una discriminazione di genere non l’ho mai fatta io in primisi nelle cose che faccio, ho sempre preteso di essere trattata come i miei colleghi maschi in ogni situazione, mi sono sempre messa al pari di, mi sono confrontata con tutti in maniera neutrale, ho partecipato a contest in cui partecipavano praticamente solo maschi, non ho mai fatto leva sull’essere donna, altrimenti diventa un atuoghettizzazione che non ha senso. Mi sono mossa sempre in questo modo qua e credo che questa cosa abbia ripagato. 

Come è nata la collaborazione con Machete? C'è qualche aneddoto?

L’aneddoto è che ho scritto la strofa, Slait mi ha mandato lo screen di quello che ne pensava Mauri (Salmo); adesso ci collaboro e ho l’onore di poterlo chiamare collega, ma è sempre stato per me il massimo di quello che c’è, è in assoluto l’artista italiano che stimo di più, ho sempre osservato il suo percorso per trarne grande ispirazione lo trovo un leader in quello che fa. Ho visto che a Mauri era piaciuta la mia strofa, il disco lui lo ha gestito in maniera molto precisa, doveva essere entusiasta di tante cose diverse vista la sua coralità, quindi aver visto che era entusiasta anche della mia strofa non ti dico che mi sono messa a piangere ma quasi. E’ una cosa che credo di non aver ancora del tutto realizzato, nonostante abbia suonato anche live con lui, in queste ultime due settimane mi riguardo i video mentre siamo sul palco tutti insieme e per me è incredibile.  

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Sei cresciuta con qualche artista in particolare? Chi ti ha ispirato anche nel tuo processo creativo?  

Io non ho un modello preciso specifico, sono una persona che cerca di trarre ispirazione da tutto, da qualsiasi cosa, anche le cose più banali tipo quando vado a fare la spesa e la cassiera mi dice una cosa piuttosto che un’altra, so che sembra un paradosso ma credo che ogni cosa, ogni persona, ogni tipo di musica, ogni genere possa essere utile alla crescita personale ed artistica di qualcuno. Sicuramente ti posso dire che Nicki Minaj è stata una presenza importante, la sua forte femminilità ma allo stesso tempo la sua tecnica impeccabile mi ha molto stimolato, il suo mettersi sempre a confronto con i suoi colleghi maschi senza mai sfigurare, anzi. Facendo rap da 7 anni per me è Nicki è stata la prima, nonostante stimi molto anche Cardi B, quindi sempre su quella strada lì per me ci sono Lil' Kim, Missy Elliot. Per un buon periodo due o tre anni fa mi sono fatta ispirare da Shay che è una rapper francese soprattutto per il suo suono della voce, mi focalizzavo più su aspetti del genere che nel complesso; Kehlani anche mi piace molto e negli ultimi due anni vado matta per Rosalia. Anche Stefflon Don, ce ne sono davvero tante di donne e le ascolto parecchio, ma ti potrei fare anche il nome di Tory Lanez Asap Rocky per la sua  impostazione vocale.  

Scrivere un pezzo rap non credo sia qualcosa che si può fare a tavolino: o ce l'hai dentro oppure diventa impossibile, qual'è il tuo metodo di scrittua? 

Mi lascio sempre ispirare quotidianamente da tutto ciò che mi succede e il mio processo di scrittura funziona più o meno in questo modo: io durante le giornate ho degli input, e mi vengono magari in mente delle frasi, o delle cose, o dei concetti e me li scrivo sempre subito sul telefono, cerco di scrivere tutti i giorni sopratutto in questo periodo qua che sto producendo tantissime cose, cerco di mantenermi allenata. Quando mi metto a scrivere ascolto il beat, mi faccio delle melodie in testa e poi tiro giù il testo in modo molto istintivo, tipo ieri ho scritto un pezzo e l’ho fatto in un’ora, poi magari lo sistemo in un secondo momento, però se mi viene mi viene, non la forzo mai come cosa. Anche la strofa del Machete l’ho scritta di getto in due ore poi in un secondo momento l’ho sistemata tra accenti e impostazione vocale, il mio modello di scrittura è davvero tanto istintivo. 

 

Con così tanti artisti dentro, quanto ci avete messo a produrre il mixtape? 

E’ partito da Mauri (Salmo), erano cinque anni che tutti lo aspettavano, erano in bocca a tutti che prima o poi sarebbe arrivato un altro Machete Mixtape, c’era grande attesa; io credo che Mauri a un certo abbia detto “basta ora lo facciamo” , lui è anche molto istintivo e calcolando che si deve raggruppare un grande numero di artisti e bisogna anche riuscire a mantenere l’esclusività del progetto, senza spoiler, per ovvie ragioni penso (sono deduzioni più mie che altro) che sia un tipo di progetto da chiudere il prima possibile, quindi alla fine lo hanno chiuso e confezionato nel giro di pochissimi mesi. E’ davvero una famiglia in questo senso, non c’è la burocrazia delle cose, è hip hop allo stato pure. E’ il disco dell’estate e non ha neanche una traccia estiva, bellissimo.  


Quanto dissing c'è tra donne nel rap?  

Ma no, non c'è n'è! L’altro giorno ad esempio abbiamo fatto una cosa bellissima, era una masterclass di Spotify, ci siamo viste tra tutte donne della scena musicale e parlavamo del fatto che c’è questa idea dall’esterno che noi donne ci stiamo tutte sulle palle, ma invece non è vero, è che magari non ci conosciamo bene; lì ci siamo ritrovate tutte insieme e di certo non ci sono stato problemi; poi è chiaro che c’è chi si sta più simpatico e chi più antipatico ma non è una questione tra donne, funziona lo stesso come tra maschi. 

 

Un’artista con cui tu piacerebbe tantissimo collaborare?

MYSS KETA, senza dubbio. 

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Com'è stato collaborare con Lazza? 

Siamo amici da anni. Abbiamo anche lo stesso cognome, in tanti pensano siamo fratelli. Probabilmente il pubblico si aspettava un pezzo diverso, dall’attitudine più tamarra. In realtà è tutta apparenza, sotto sotto siamo molto sensibili, c'è un momento in cui è giusto essere più intimistici a volte quando si scrive e "Male o Bene" ne è l'esempio più palese. Volevo testare la risposta del mio pubblico, a Real Talk ad esempio ho dimostrato che ci so fare con un certo tipo di rap, nei prossimi lavori vorrei far emergere maggiormente la mia componente conscious.

Sei originaria di Torino, che è stata una delle città con una delle scene musicali più importanti della musica contemporanea. 

Devo molto alla mia città, ho iniziato a scrivere ascoltando i Subsonica, credo sia stata la culla del rap italiano, quantomeno del freestyle. Forse al momento l’unico esponente veramente rappresentativo è Willie Peyote. Negli ultimi anni la situazione è cambiata radicalmente, con l’esplosione del genere molti esponenti della città si sono dovuti trasferire a Milano. A Torino c’è una mentalità diversa, quando Ensi si è spostato a Milano provavano tutti invidia, lo stesso è successo con Fred. Anche a Milano magari si fanno tutti la guerra, ma allo stesso tempo son più furbi perché fanno gruppo. 

Sei stata la prima a volere con te un'altra ragazza come dj e come producer.

Siamo state le prime a fare qualcosa di totalmente femminile, le prime a pensarci. Ho registrato il mio primo album (che non rinnego ma non è certo stato il mio lavoro migliore) ed in seguito ho incontrato Rossella. C’è stata subito una grande alchimia umana ed artistica, siamo state le prime ad imbastire un progetto totalmente femminile. Una delle cose che non apprezzo del rap italiano è il “benestare”, la protezione che ogni artista deve avere da un'esponente maschio, come per giustificarne la credibilità. Ora anche noi abbiamo un team, siamo state le uniche donne presenti nel Machete Mixtape. Ma ci siamo fatte da sole. 

 

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L'articolo BEBA: questo è l'anno delle donne nel rap di Chiara Lauretani è apparso su Rockit.it il 2019-07-19 13:00:00

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