Roseislandroad - Bologna, 01-01-1999

Se alla fine di questo 1999 si vorrà stilare una classifica dei migliori esordi nello Stivale non si potrà prescindere, almeno per il sottoscritto, da "Awaked and astrayed", primo genito dei Roseislandroad. Ne abbiamo parlato con Francesco, voce e chitarra del gruppo. Assenti giustificati i due Stefano, le due colonne della sezione ritmica.



Roseislandroad: Partiamo dal presupposto che i 3 componenti differiscono principalmente per l'età, in quanto se io e il batterista abbiamo entrambi 22 anni, il bassista ne ha dieci di più. Ma queste differenze si colgono anche negli ascolti: se i miei ascolti sono targati principalmente 'anni '60', il nostro batterista si concentra invece sulle produzioni post-rock e il bassista su certo sound americano degli anni '80. Non a caso il nostro nome proviene da una canzone degli Squirrel Bait, altro riferimento del nostro background. Se provi a miscelare tutto ciò è probabile che tiri fuori qualche indizio, anche se rispetto agli esordi il nostro suono è cambiato: adesso ci sentiamo molto più gruppo e mimetizziamo meglio le influenze.

Rockit: Riascoltando il primo lavoro, alla luce anche delle passate esperienze, vi ritenete soddisfatti?

Roseislandroad: Molto. Innanzitutto perché l'aver registrato con David (fonico dei Three Second Kiss, ndr) ci ha dato l'opportunità di confrontarci con una persona già esperta in merito. Tra l'altro lui stesso ha confidato che questo gli sembra il suo lavoro migliore, considerando anche il fatto che eravamo in uno studio piccolissimo e non abbiamo avuto l'opportunità di registrare tutti assieme. Alla fine, a parte il nostro approccio, David è comunque riuscito a tirar fuori dei suoni bellissimi e già questo è un buon motivo per essere soddisfatti.

Rockit: Quando siete entrati in studio avevate già le idee chiare?

Roseislandroad: Sostanzialmente non abbiamo cambiato nulla nel nostro approccio: il suono che senti dal vivo non differisce poi tantissimo sul risultato ottenuto in studio. Considera che non volevamo fare delle cose troppo elaborate, anche se gente del calibro dei Motorpsycho, che io prediligo in assoluto, e dei Mercury Rev mi attirano per la loro capacità di essere ridondanti senza risultare pesanti…

Rockit: Sono rimasto stupito dalla grafica che avete scelto per il disco, in quanto le immagini rimandano all'aggettivo 'desertico'…

Roseislandroad: Beh, la componente 'stoner' riaffiora ovunque, anche nelle immagini. Non dimenticare che io e il bassista ascoltiamo i Kyuss 'a manetta' e non potevamo non essere influenzati; il resto è venuto un po' da se, in quanto un nostro amico, dopo essere stato in Messico, ci ha gentilmente offerto la foto di copertina, mentre il retro è una base artica tratta da un giornale degli anni '70. Ci interessava suscitare curiosità nel momento in cui ci si avvicinava al nostro disco, e ci fa piacere sentirsi dire che l'aspetto grafico rimanda alle nostre sonorità.

Rockit: Che peso hanno i testi nelle vostre canzoni, considerando che forse voi date più peso all'aspetto musicale?

Roseislandroad: Ritengo siano molto importanti, anche se l'osservazione che tu hai fatto non è sbagliata. Io e Stefano, il bassista, ci alterniamo alla voce e cerchiamo di arrangiarci perché nessuno dei due ha le doti di un vocalist vero e proprio. Per quanto riguarda la stesura delle liriche queste riflettono le mie situazioni di vita, al punto da essere a volte molto crude e in altre occasioni anche molto ironiche.

Rockit: Ti viene spontaneo scrivere in inglese?

Roseislandroad: Fortuna che tu non mi hai chiesto il perché della nostra scelta di non 'usare' l'italiano! Comunque, supposizioni a parte, la mia è una scelta legata non solo agli ascolti ma anche alla conoscenza della lingua: io butto giù il pezzo direttamente in inglese e perciò non sono costretto ad una traduzione. A volte ci è passato per la testa che si potesse fare un brano in italiano, ma alla fine è la musica a catalizzare di più la nostra attenzione.

Rockit: Ho apprezzato molto una canzone come "Amnesy machine", molto lunga e con un finale 'adrenalinico'. Ce ne parli?

Roseislandroad: Il titolo di questo brano è tratto da "Microservi" di Douglas Coupland, un suggerimento del nostro fonico. A livello personale è uno dei brani che preferisco, pur essendoci molte controversie a riguardo; infatti, se riuscisse ad andare in porto una eventuale distribuzione estera con un'etichetta da concordare, sarebbe sicuramente uno dei due pezzi esclusi.

Rockit: L'aspetto ritmico contraddistingue in modo particolare il vostro sound. E' solo una mia impressione?

Roseislandroad: È una cosa che non piace a tutti, al punto che sui nostri brani i rilievi vengono fatti proprio riguardo a ciò. Tutti e tre preferiamo invece non fossilizzarci sullo stesso giro, ma cercare di spiazzare l'ascolto e non ragionare secondo i soliti schemi… Pur tuttavia siamo sempre sulla strada della ricerca al punto che io ho comprato un moog e da ora in poi cercheremo di sperimentare altre soluzioni, perché se da una parte si tenta sempre la carta dell'originalità, devi pure considerare che siamo solo in tre e non è facile trovare spesso idee nuove con una formazione ridotta. Pur tuttavia non dimentichiamo il ruolo di Gianluca, una sorta di curatore del nostro suono, perché viene alle prove, ha assistito alla registrazione del disco e alla fine qualsiasi decisione che riguarda i Roseislandroad viene presa in quattro.

Rockit: Con un disco vero e proprio sul mercato le aspettative cambiano, vero ?

Roseislandroad: Certo, è una situazione nuova perché non siamo ai livelli di un demo e né tantomeno si tratta di un lavoro da classifica. Abbiamo scelto di non farlo pagare più di £ 20.000, sia per allinearci alla politica della Gamma Pop, ma soprattutto perché non è nostra intenzione fare del business; quello che ci interessa più di ogni altra cosa è suonare dal vivo, ed è naturale che con un album in veste ufficiale le opportunità aumentano…

Rockit: Ultima curiosità: perché "Awaked and astrayed" ?

Roseislandroad: Tradotto in italiano significa, più o meno, "risvegliato ed estraniato"; naturalmente il tutto è riferito ai testi che scrivo io e alla situazione di disagio che oggi si vive nel momento in cui ci si ferma un attimo a pensare ad 'occhi aperti' e subito dopo, quando si riattivano i processi cerebrali, si ha come una sensazione di 'smarrimento'. Non è un caso che anche la nostra musica cerchi di suscitare le stesse impressioni…

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L'articolo Roseislandroad - Bologna, 01-01-1999 di Faustiko Murizzi è apparso su Rockit.it il 1999-02-19 00:00:00

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