Il Canzoniere Grecanico Salentino ha vinto i suoi Europei

La vittoria ai World Music Charts Europe di "Meridiana", ultimo album del gruppo pugliese, mostra come anche la musica della tradizione possa volare alto. Tanto più se a suonarla è una band in continuo rinnovamento, attiva da 50 anni e capace di sognare il futuro partendo dalle proprie radici

Il Canzoniere Grecanico Salentino - foto di Vincenzo De Pinto
Il Canzoniere Grecanico Salentino - foto di Vincenzo De Pinto

Che il 2021 sia stato, al netto delle tante difficoltà, un anno a dir poco magico per l’Italia anche e soprattutto della musica lo si sapeva già. Eppure, nonostante siamo ormai (quasi) a Capodanno, non smettono di arrivare soddisfazioni. È infatti notizia di pochi giorni fa il trionfo ai World Music Charts Europe di Meridiana, il nuovo disco dei Canzoniere Grecanico Salentino, una delle storiche formazioni nostrane che negli anni, dal 1975 a oggi, hanno diffuso in largo e largo per la penisola (e non solo) la loro tipici musica etno-folk. Il gruppo pugliese ha, davvero, sbaragliato la concorrenza nella classifica stilata da EBU, il network che raggruppa le principali radio e televisioni europee. Avendo amato Orfeo o Vulía, alcuni dei pezzi più distintivi del disco Meridiana, abbiamo raggiunto Mauro Durante, figlio dello storico leader della band Daniele Durante e primo violino leader del gruppo dal 2007 e a oggi, per farci raccontare tutti i segreti dei Canzoniere Grecanico Salentino e anche, perché no, svelarci come si sta “in vetta all’Europa”.

Il Canzoniere Grecanico Salentino - foto di Francesco Sambati
Il Canzoniere Grecanico Salentino - foto di Francesco Sambati

La nostra chiacchierata parte dal fatto che, curiosando sul sito del gruppo salentino, le prime cose che saltano agli occhi sono i numerosi giudizi lusinghieri delle più importanti riviste internazionali di musica e non, tra cui The New Yorker e The Independent, quasi a volere marcare fin da subito il tratto internazionale di un tipo di musica che solo all’apparenza potrebbe suonare come locale: “Il nostro desiderio è sempre stato quello di rendere la pizzica una realtà internazionale, ritagliarle uno spazio importante accanto ad altre musiche del mondo come samba, fado, balkan, musica irlandese, desert-blues, ecc." ci spiega il violinista. "Partendo da questo presupposto bisognava creare una musica, un sound e un immaginario che fossero unici e inconfondibili, ma allo stesso tempo istintivi ed accessibili. In questo processo la danza ha giocato un ruolo fondamentale. Chi ci ascolta, anche scoprendoci per la prima volta, ha la possibilità di farlo attraverso il proprio corpo. È un’esperienza più fisica, alcune volte liberatoria ed inebriante. C’è qualcosa di ancestrale nel ritmo pulsante del tamburo, e su quel battito abbiamo costruito la nostra storia”.

A proposito di definizioni, una è davvero troppo interessante da non citare in tutta la sua interezza, ovvero quella del Guardian: “Una lezione su come trasformare una musica locale in un brand globale". “Siamo incredibilmente orgogliosi di queste parole", ci racconta Daniele, "ma naturalmente non ci sono ricette. Amiamo quello che facciamo, ci riconosciamo in questo, e siamo fortunati che una parte di noi arrivi ad altre persone. La musica ha questo potere”.

Essendo nati a metà degli anni Settanta, i Canzoniere Grecanico Salentino sono una realtà più unica che rara: ma come si a continuare a proporre un tipo così particolare di musica da quasi cinquant’anni a questa parte? “Si parte dalla ricerca e dallo studio del materiale etnografico, dall’innamoramento per una musica, una cultura che ci arriva dal passato, ma che nonostante tutto continua ad avere elementi che risuonano incredibilmente attuali. Cerchiamo di comprendere e metabolizzare un linguaggio traducendolo per il presente. La filosofia del gruppo è sempre stata quella di trattare i materiali tradizionali senza un atteggiamento nostalgico. Conoscere le proprie radici per vivere più consapevolmente il presente e sognare il futuro. Il Canzoniere esiste da 47 anni, la nostra musica non ha mai smesso di cambiare”.

Foto di Francesco Sambati
Foto di Francesco Sambati

Una carriera lunghissima quindi, costellata da una marea di aneddoti che mostrano come la band si sia trovata a rendersi conto di stare facendo qualcosa di importante. "Mio padre e mio madre mi raccontavano di uno storico concerto allo stadio Atene nel 1977, stracolmo. La gente cantava i loro brani per strada la mattina dopo. Ricordo di avere provato un’emozione fortissima", ricorda Mauro. "Invece per noi, per noi della, diciamo così, seconda guardia uno dei momenti più significativi è stato il tour in Nord America del 2011, 22 concerti in 23 giorni. La risposta del pubblico e della critica e della gente fu incredibile. Quel successo ci diede la consapevolezza che la nostra musica poteva arrivare ovunque”.

Una consapevolezza che parte da lontano, visto che l'aspirazione a superare i confini geografici c'era fin da molto presto. "Io e mio padre sognavamo insieme, e quel sogno è ancora vivo”. E il trionfo ai World Music Charts Europe mostra come non solo sia ancora vivo, ma sia anche molto reale. “Quella vittoria è stata una sorpresa stupenda! Eravamo stati in testa alle classifiche mensili durante l’estate, ma il riconoscimento di miglior album dell’anno è stato qualcosa di meraviglioso e inaspettato! Meridiana è il risultato di uno sforzo collettivo importante, portato avanti durante le prime durissime fasi della pandemia. La musica può viaggiare ed arrivare laddove noi non potevamo a causa delle restrizioni. Una delle magie più belle è quando una parte di te entra nella vita di altre persone, anche lontanissime”.

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Questa vittoria è frutto anche della fatica che portare avanti un progetto del genere richiede: "Strumenti come tamburelli, zampogna, organetti hanno bisogno di una cura particolare, sono pochi gli artigiani che ancora li realizzano e si occupano della manutenzione", spiega Mauro. "Lo sforzo viene ripagato quando riusciamo a creare un suono unico, in cui passato e presente si intrecciano in modo indistinguibile, e diventano 'noi'". Un noi in cui tutti i membri del CGS hanno un ruolo attivo, ognuno porta un contributo fondamentale. A volte anche vestendo panni non suoi, come ci racconta in chiusura il musicista: "Ero bloccato mentre cercavo di trovare le parole giuste per il brano che poi è diventato Balla Nina. Avevo il ritornello che per l’appunto dà il nome al brano, ma mancava tutto il resto. Mia moglie Silvia, la ballerina del gruppo, assisteva ai miei tormenti e non ne poteva più. Tant’è che, a un certo punto, si è messa a scriverlo lei, firmando il suo primo testo!".

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L'articolo Il Canzoniere Grecanico Salentino ha vinto i suoi Europei di Mattia Nesto è apparso su Rockit.it il 2021-12-23 14:00:00

Tag: premio

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