“Diciamo che non abbiamo mai perso il gusto però saiPolaris dura mezz'ora. Mezz'ora in quattro anni non è che sia poi tutto questo gran lavoro” BBDai, al secolo Alioscia Bisceglia, voce e molto di più dei Casino Royale mi risponde così quando ad inizio intervista gli dico che Fumoil nuovo bellissimo disco arriva solo dopo 4 anni dall'ultimo, Polaris. Polaris aveva rotto un silenzio lungo anni. E adesso siamo qui. Alioscia aggiunge “però bisogna anche capire come nasce questo lavoro. È fatto da persone che vivono una vita, persone normali che purtroppo non hanno come priorità il fare musica. Viviamo di altri lavori, gestiamo famiglie e tutto il resto. Per cui si, ci fa piacere che sia passato meno tempo del solito. Non è un tempo breve, anche se abbiamo sempre pensato che l'intervallo fisiologico tra un lavoro un altro sia almeno due anni, perché uno ha bisogno di vivere vita prima di mettersi giù e scrivere”. Il racconto della gestazione di Fumo prosegue “secondo me siamo un po' quella tipologia di artisti, parlo per me poi, che se non ansie non scrive, non fa musica, fa dell'altro. Diciamo che questo periodo sicuramente per me è un periodo molto favorevole alla riflessione della scrittura”.
Fumo è un disco, anzi di più, è un affresco dell'oggi che mescola Casino Royale e Clap! Clap!, ovvero una delle più innovative band della musica italiana con uno dei più innovativi artisti internazionali di oggi. La somma è un qualcosa di clamoroso, potente, lontano dalle logiche del commercio, più vicino alle opere jazz, dove non c'è il singolo ma una sorta di escalation musicale. Ma Fumo è anche sostanza, impegno sociale e politico. E' un disco, è un lavoro, che rischia seriamente di stare saldamente tra la miglior musica del 2025.
I Casino Royale avevano già cercato di fare qualcosa con Clap! Clap! ai tempi della ristampa di CRX. Alioscia mi racconta “ho lavorato con Cristiano a Matera, in studio, per il progetto OSA e mi sono reso conto di quanto fosse geniale, talentuoso, bravo e ipercinetico in studio. Quindi l'ho approcciato per il disco e gli ho mandato quello che era il provino di una prima parte, di un quarto d'ora. Lui è stato subito entusiasta, ci ha mandato, nel giro di 3-4 giorni, ben tre versioni: 'light', 'medium', 'heavy'. In una seconda rilaborazione quella 'heavy' è diventata quella 'light', c'era un'altra 'medium' e c'era un 'extreme'. A un certo punto abbiamo dovuto fermarlo perché continuava a buttare fuori la sua creatività e aggiungere 'boost' a quello che era il nostro lavoro. È stato molto rispettoso dei nostri brani, della nostra strada. Si è allineato molto, ha composto lui delle cose di sana pianta, come se fosse uno della band, è stata un'esperienza molto naturale di scambio, anche perché credo che cristiano un che secondo quegli artisti che da ragazzino ha anche seguito la genesi di Casino Royale. Quindi era sempre dimostrato, molto contento di collaborare con noi. È stato un produttore molto presente ma poco invasivo, così l'abbiamo percepito”.
Fumo è un disco compleso sia per suoni che per testi. Un disco da ascoltare fino in fondo con pazienza, senza aspettarsi il “pezzone” da pista da ballo. Un disco di altri tempi che guarda avanti, ma anche all'oggi. È un disco che esce oggi, nel 2025, per stare nel 2025. Non ci sono rimpianti per il passato. Alioscia dice Fumo “è un disco che parla dell'oggi. Non ti so dire a chi si rivolge perché in verità è un disco fatto per noi, per esternare tutta una serie di riflessioni è stato d'animo. È poi chiaro che se butti fuori un disco cerchi di intercettare una comunità che non si defisce per età, perché secondo me c'è gente di 20 anni che è matura e può allinearsi e condividere certe tensioni, certe ansie, un certo pensiero, e poi c'è gente over 50 a cui proprio non gli può entrare in testa e non ha voglia di riflettere".
Secondo Alioscia è "un disco attuale direi dove si riflette quello che è un po' la tensione, l'area pre-apocalittica che c'è. Però è anche un disco, abbastanza, di speranza e che invita all'incontro e al confronto tra generazioni. Penso sia fondamentale per riuscire a fare un po' quadrato, a fare un po' più comunità che è poi la cosa che manca visto che tutta una serie di meccanismi e l'aria che tira ci ha portato a vivere una vita molto da singoli, con l'utilizzo di social”.
Nel disco oltre alla voce di Alioscia e Patrick ci sono quelle di di Marta Del Grandi, Alina B e Alda. Un mix interessante che impreziosice, e molto, il disco. Sono un po' diabolico e mi piace fare ciò che non si dovrebbe e non si dovrebbe ripetere. Così esprimo ad Alioscia il mio amore per 2 delle 15 tracce Riprendermi Tutto e Siamo chiunque siamo.
“Riprendermi Tutto” dice Alioscia “arriva dopo Odio ed Oro, il pezzo con Alda, dove si cerca un punto di contro e confronto con una generazione nuova, giovane, potrebbe essere benissimo la generazione dei miei figli. Ad Alda avevo chiesto di scrivere qualcosa che portasse, diciamo, un lìeto fine, la volontà del cambiamento. Lei mi ha detto che sentiva questo forte senso di abbandone di rabbia. Da qui poi ho scritto quel breve testo di Odio e Oro e di conseguenza poi è scattata la riflessione con Riprendermi Tutto. È un po' un passaggio del testimone, un invito a non mollare, la speranza che ci siano generazioni nuove che riescano a portare un cambiamento, trovare la giusta maniera di opporsi agli accadimenti e c'è anche una riflessione sul fatto che è importante crescere insieme, quindi è importante confrontarsi".
Poi prosegue: "Io credo che ci siano i margini, e dobbiamo trovarli, per incrociare le nostre vite con quelle dei più giovani, per avere uno scambio in modo da poter capire dove sta andando il mondo, quali sono le tensioni e dall'altra parte avere uno scambio di esperienze in cui magari i nostri racconti possono dare modo di evitare di commettere errori che noi abbiamo già commesso. Il disco si chiude con mia figlia Alina B, che ha sette anni, che dice 'se tocca a me Riprendermi tutto'. Mi auguro che questa cosa accada, perché veramente stiamo vedendo fuori dalla porta di casa tutto quello che non avremmo mai voluto vedere, tutto quello che, come dire, non sarebbe più dovuto riacadere con una complicità, con una sfontatezza che veramente lascia allibiti. Per questo nella copertina la doppia lettura del turribolo che un po' butta fuori questo fumo: il potere che cerca di annebiarti la vista, di creare dualismi, di polarizzare le persone. Dall'altra parte il turribolo che dispensa incenso per purificare, che è la cosa che alla fine un po' avremo bisogno”.
Fumo è un gran disco, un disco di cui si aveva bisogno. Un disco non facile e non immediato, forse colto una volta si sarebbe detto. Un disco che mescola elettronica, ritmi in levare, drum'n'bass, rock, che tiene assieme la storia dei Casino Royale con il futuro. Certo sono di parte, amo i Casino Royale da sempre. Però a volte non li ho capiti, a volte non sono entrato in sitonia. Questa volta di Fumo ho consumato il pre-ascolto e continuo ad ascoltarlo.
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L'articolo Casino Royale: la nostra comunità non ha un genere e non ha un'età di Andrea Cegna è apparso su Rockit.it il 2025-05-28 16:41:00
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