Dal lavoro in banca a guida riot è un attimo. Per Cesare Isernia (Cè per gli amici) è stato questo il percorso. Laurea in economia, come dice anche il suo disco del 2014, poi il lavoro autonomo, fino a DASPO a Sanremo il suo nuovo album che ne ha per tutti. PONTE MORANDI, SOCIAL, GAZA, A SILVIO, SCIOPERO GENERALE, GOMORRA non sono solo alcuni dei temi, ma proprio i titoli delle canzoni.
Di Cè sappiamo che è di Napoli, che è nato nel 1966 e che ha smesso di suonare per un sacco di anni. Poi si è ripreso e ha sfornato sei dischi in 13 anni, collaborando tra gli altri con Gnut e Blindur. Ma per farci raccontare il resto abbiamo chiesto direttamente a lui.
Come ti sei formato a livello artistico?
Scrivo canzoni dall'età di 14 anni e ho cominciato subito dopo con i primi accordi sulla chitarra proprio per creare le linee melodiche. Ho cominciato con le prime band nei garage a 16 anni con varie interruzioni per motivi di studio, prima, e lavoro, poi. Dal 1992 al 1999 ho lavorato in banca. A quel periodo (1994-1997) risale l'esperienza musicale che ti lascia l'impronta indelebile: la band ARA MARTIS. Erano gli anni del rock italiano post Litfiba (Negrita, La Crus, Ustmamò, Bandabardo, 99 Posse, Bisca, Almamegretta, Yo Yo Mundi, Mau Mau...), noi eravamo in scia. Tra Avellino e Benevento serate musicali, contest e musica inedita fino all'illusione di un contratto discografico svanita nel nulla che lascia dentro una voglia di riscatto silente. Quindi ho lasciato la banca e mi sono dedicato alla libera professione. Quando ho raggiunto un'indipendenza economica adeguata, nel 2010, riprendo con la musica incidendo il primo disco al quale seguiranno altri 5 (mai smesso di scrivere canzoni): ANIME (2012), album del tutto autoprodotto, SONO LAUREATO IN ECONOMIA (2014), DI VITA, MORTE E MIRACOLI (2016) e LA STRADA DELLA FELICITÀ (2019), co-prodotti con Blindur, e VIA D’USCITA (2021), co-prodotto con GNUT.
Con chi collabori?
Ho collaborato molto con Blindur (4 album co-prodotti artisticamente) e con Gnut (1 album co-prodotto). Paolo Alberta (fonico prima di palco e poi di studio dei Negrita, di studio Ligabue). Organizzo collettivi cantautorali su Napoli dal 2013 ad intermittenza (anche lì molte collaborazioni nate).
Come definiresti la tua musica?
La mia musica è commedia Rock.
Quali sono i tuoi ascolti e a chi ti ispiri?
Ho iniziato ascoltando i POOH, Bennato, Baglioni e De Andrè per poi passare agli America, Neil Young, Eagles e James Taylor, quindi attraverso il dark rock di U2, Smiths, Cure e contemporaneamente ho strizzato l'occhio a Sergio Caputo e ai Simply Red (seconda metà anni '80). Infine tutto il rock degli anni successivi dai Nirvana fino ai Fontaines, passando per REM, Radiohead, Coldplay, Kasabian, Artic Monkeys, The National e il cantautorato romano, tutto il rock italiano e Daminen Rice... ma con attenzione a tutta la musica possibile in generale.
Cosa c'è dentro a DASPO a Sanremo?
DASPO a Sanremo è stato pubblicato il 28 marzo 2025. Il titolo del disco è provocatoriamente dedicato al senatore della Lega e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alessandro Morelli che ha invocato, dopo il Festival di Sanremo 2024, regole per impedire agli artisti di parlare di attualità: SOCIAL, GAZA, A SILVIO, GOMORRA, PONTE MORANDI, SCIOPERO GENERALE, LOCKDOWN, ESTETICA, NIENTE RESTA UGUALE ed EVOLUTION i titoli dei brani, non a caso. Si tratta un disco rock registrato in presa diretta con la band dopo 3 mesi e mezzo di sala prove.
Si parte con un’analisi critica dei Social media che spesso accendono gli animi fino a portarli all’esasperazione. A partire da Facebook per arrivare a incresciosi video su TikTok. Dopo SOCIAL, in una successione quasi logica di eventi, arriva lo sterminio di GAZA e il senso esclusivamente economico delle guerre che costantemente si susseguono nel mondo, quasi alternandosi, mentre migliaia di bambini ancora muoiono di fame o, addirittura, di sete. In un crescendo quasi punk arrivano la dedica satirica al ‘lutto nazionale’ previsto dal governo in seguito alla dipartita di Silvio Berlusconi (con il titolo A SILVIO che evoca l’opera di Leopardi... ma non è una canzone d'amore), e la feroce critica all’eccesso di rappresentazioni visive e uditive riguardanti la malavita organizzata: GOMORRA. Quindi è il turno di PONTE MORANDI che appare come giusta metafora a rappresentare il crollo del dialogo: il ponte che unisce gli esseri umani.
PoiSCIOPERO GENERALE, un invito al popolo a manifestare pubblicamente in massa il proprio dissenso senza subire passivamente. LOCKDOWN, pezzo acustico, inevitabile richiamo ad un periodo che ha sconvolto un po' tutti e alla sensazione strana della ripresa della cosiddetta ‘normalità’ a maggio 2020. Subito dopo si fa largo un richiamo all’ESTETICA e a questa ossessionante ricerca della forma da parte di tantissime persone. Quindi si passa a NIENTE RESTA UGUALE ed EVOLUTION: una pioggia di meteoriti a fare selezione naturale sul pianeta terra lasciando solo anime pure a riprodursi per un mondo migliore.
Ci racconti un live fatto negli ultimi mesi?
L'ultimo al Nevermind di Napoli il 17 aprile. Grande attenzione all'ascolto del disco e delle sue tematiche. Il locale, benchè di piccole dimensioni, era pieno nella sua capienza (100 posti a sedere, 150 persone in tutto).
Progetti futuri?
Suonare il più possibile nei locali di resistenza rock di piccole/medie dimensioni che ancora dedicano attenzione alle piccole realtà musicali fatte di abnd e cantautori sommersi, quei pochi che ancora fanno cultura e formazione.
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L'articolo Cè un banchiere rivoluzionario di Redazione è apparso su Rockit.it il 2025-07-15 17:23:00
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