Per Centomilacarie è tempo di otturazioni

17 anni, dalla provincia di Varese, di vero nome fa Simone ma si è scelto un moniker parecchio insolito. Dopo un mare di freestyle e roba su SoundCloud, pubblica “Strappami la pelle a morsi”, suo primo singolo che suona un po’ come una lastra della sua anima lo-fi. Il debutto al MI AMI il 28 maggio

Centomilacarie - foto stampa
Centomilacarie - foto stampa

Simone: 17 anni, Varese, frequenta il liceo a Legnano (in provincia di Milano). Per caso, un pomeriggio, mentre stava fumando la sua sigarettina sul letto senza troppe pretese, ha inviato un link a Gno (che poi che sarebbe diventato il suo manager assieme a Michele) di Maciste Dischi, su Instagram: "Mandai dei pezzi che avevo pubblicato anni prima su Soundcloud. Li avevo registrati con i miei amici in armadi pieni di vestiti o in camerette da mezzo metro quadro. Da lì è nato tutto. Non so dirti se avrei immaginato che potesse succedere, ma sapevo che era quello che volevo fare: la musica è l’unica cosa che mi faccia sentire capito fino in fondo, e ho molta paura del futuro a dir la verità".

Il suo nome d’arte è Centomilacarie, un moniker insolito, ma fine a sé stesso, spiega: "Difatti è un concetto, non ha un minimo di significato letterale. La musica non deve essere solo estetica, ma è importante che lasci un messaggio che vada oltre all’apparenza, senza limitarsi a un nome accattivante che compare su un cartello pubblicitario o su uno schermo". Dietro di esso, un mondo (dalle sonorità sporche, lo-fi e un'attitudine punk).

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Il primo passo per entrarci è Strappami la pelle a morsi, il debutto ufficiale del giovane cantautore (prodotto da Mila Moon e Jacopo Senigallia, ndr): un urlo che gli esplodeva in testa con la paura di non essere ascoltato. Invece, è successo: "L’ho scritta un paio di anni fa e all’inizio doveva essere solo uno sfogo sul mio diario, una specie di dialogo. Ogni volta che lo aprivo e scorrevo tra le pagine leggevo qualcosa di diverso; ogni volta ritrovavo tra le parole un dettaglio o un’immagine nuova, come se facessi una parafrasi delle mie stesse frasi. Così è nata la canzone", racconta.

E continua: "Scrivevo di lei per immaginarla ancora di fianco a me. Un anno dopo l’ho pubblicata su SoundCloud e ho iniziato a scrivere con più costanza altre canzoni. La canzone credo possa arrivare come un film pieno di immagini sfocate che si uniscono sotto forma di musica. Fanculo la perfezione delle lune piene e luminose".

Centomilacarie - foto stampa
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Gli chiedo spiegazioni a proposito della frase, nel testo del singolo: "Ti prego parlami di me". Mi risponde così: "Se qualcuno ti ama, parla di te e lo capisci anche solo dal semplice modo in cui alza la tazza per bere il caffè. La frase non va intesa letteralmente, ma spero possa aiutare ad accendere ciò che ci fa stare bene o ciò che ci fa stare male, lasciando un peso sul petto fortissimo di chi ascolta o meno. Inconsciamente capisci tante cose che forse non ti sei mai detto. O che, forse, non hai ancora accettato". La musica tocca quelle corde lì, ed è sempre un pugno al cuore.

Simone non ama parlare di sé direttamente a parole, non lo sa fare, ma per descriversi preferisce dire ciò che gli piace: il cibo, la musica che spacca i timpani, il sesso, i cani di grossa taglia, i viaggi notturni e l’odore dell’asfalto bagnato. Divide il suo tempo libero tra due grandi passioni: le moto e la musica, l’unico modo che ha per combattere i suoi mostri (e per crearne di nuovi). "Sono costantemente in giro su due ruote o a casa di amici a fare freestyle dalla mattina alla sera e registrare con microfoni scarsi roba in macchina che avrò disseminato su mille computer differenti. Il tempo con i miei amici scorre così velocemente che si passa al giorno successivo senza nemmeno accorgersene", dice.

Centomilacarie - foto stampa
Centomilacarie - foto stampa

La provincia in cui è cresciuto ha influenzato tantissimo, per anni, la persona insicura che era da piccolo: "Qui la maggior parte delle persone hanno un retaggio culturale imposto dalle famiglie che nasconde il vero valore delle persone che vogliono essere diverse o semplicemente se stesse", dice. E continua: "Esternarne la propria omosessualità o differenza estetica, religiosa o ideologica che sia, da queste parti porta veramente a una discriminazione. Ti si insidia dentro come un verme in una mela. È qualcosa che se non vivi è difficile da spiegare". 

Il lockdown, poi, ha interrotto tantissimi rapporti che riteneva importanti: "Ma forse sai, ti dirò: meglio così. I legami umani li inizi a comprendere e capisci che fine faranno dopo che li tiri come una corda, li calpesti e li metti a dura prova. Cazzo, ti posso assicurare che ciò che è destinato a durare, dura, non si può perdere tempo a forzare qualcosa che forse vuoi che esista e perduri nel tempo, ma è solo nella tua testa imbambolata". 

 

Centomilacarie - foto stampa
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Dalla provincia di Varese Centomilacarie arriva sul palco del MI AMI Festival, il 28 maggio 2022. È il suo primissimo live, ed è carichissimo: "Mi sono promesso di andare lì senza troppi preconcetti né ansia (quella mi fotte sempre). Non posso immaginarmi un pubblico che canti con me, nessuno sa minimamente chi io sia, ma voglio solo che le persone ascoltino ciò che ho da dire. Mi piacerebbe creare con loro un legame che ci accomuni tutti, senza troppe maschere o veli".

D'ora in poi Simone vuole portare avanti un progetto che racchiuda tantissimi aspetti e sfaccettature della musica, senza limiti di genere. "Da grande appassionato ti posso dire che c’è un problemone che accumuna alcuni artisti: la monotonia", dice. Lui, però, vuole fare tanto, dire tanto, in modo da non cadere nella stesso vortice. "Voglio tutto subito", aggiunge. Staremo a vedere, e ad ascoltare.

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L'articolo Per Centomilacarie è tempo di otturazioni di Claudia Mazziotta è apparso su Rockit.it il 2022-04-14 12:45:00

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