Albanopower - Circolo degli Artisti, Roma, 17-04-2009

Madonne, canzoncine natalizie, limoneti, mood pinkfloydiani, malinconoia: il Mondo Albano è questo e molto altro. Ce lo dimostra "Maria's Day", un disco denso di tante influenze e bellissimo (si posiziona fin da subito tra i migliori del 2009). Lo hanno presentato a Roma, Elisabetta De Ruvo li ha intervistati .



Albanopower: chi, come, dove e quando?
Toti: Siamo cinque fantastici ragazzi di Siracusa, tranne Lorenzo Urciullo, che è di Solarino…
Lorenzo: New York…
T: Ma sempre nella zona del siracusano. Il gruppo è nato nel 2004, quindi sono già diversi anni. Il progetto è nato in pieno clima natalizio, per fare un regalo agli amici.

L: Cioè le cento copie che abbiamo poi regalato in giro. Poi abbiamo avuto feedback positivi da parte degli amici, e anche giornalisti, anche Rockit ci diede evidenza quando uscì il primo ep, quindi abbiamo deciso di continuare. Comunque volendo fare l'appello siamo: Lorenzo Urciullo, Toti Valente, Beppe Sindona, Andrea Romano, Carlo Barbagallo.

Parliamo finalmente del vostro primo album ufficiale. Una gestazione di due anni, come gli elefanti…
L: …forse è molto eterogeneo anche per questo motivo. E' che siamo molto puntigliosi. Quindi abbiamo lavorato molto, fino a tre mesi fa registravamo ancora il singolo "Darling…" ("Merry Christmas, Darling", NdR)

Tre mesi fa… e allora non c'era il rischio, essendo voi così pignoli, che cambiavate di nuovo tutto?
L: No infatti, poi abbiamo affidato tutto a Giacomo Fiorenza e a Emiliano Colasanti (entrambi di 42 records, NdR), per evitare appunto di smanettarci ancora.

T: In realtà, inizialmente i brani che avevamo fatto erano di più. Avevamo una ventina di brani, e tra questi abbiamo scelto quelli che andavano nel disco. Il tempo è quindi servito per comporre più brani, poi ogni brano ovviamente ha una storia diversa, alcuni sono fatti di getto, ma altri no.

L: Anche per metabolizzarli…
Beppe: La ragione è anche che il progetto Albanopower nasce come progetto a quattro mani, cioè Lorenzo e Toti, con i brani regalati agli amici. Poi la cosa diventa più seria, e veniamo coinvolti anche io, Andrea e Carlo.

T: ...e si complicano le cose!

B: Beh… sì, alla fine è così.

T: Senza contare i nostri tempi siciliani, in campagna.

L: La verità è che gli Albanopower sono degli stacanovisti, facciamo tantissime altre cose.

Certo, questo è l'album, e comunque durante questi anni sono uscite molte altre cose…
L: Ci sono stati gli ep, le cover per altre compilation, remix. Tutto perché ci piace, noi durante la settimana dobbiamo lavorare, fare queste cose.

T: Poi siamo stati coinvolti anche da altri gruppi.

L: Sì, dai Maisie e dai Fitness Pump.

(A Ghost O)

Il limoneto ha partecipato alla leggera acidità (psych) che è nel disco?
T: Io abito in questo limoneto, e abbiamo, ho, lo studio lì. Nel senso che quando io e Lorenzo ci siamo conosciuti avevo già un piccolo studio, poi ovviamente lo studio è cresciuto grazie anche agli Albanopower, inizialmente proprio in funzione dei nostri progetti, inoltre adesso lo studio lavora a tempo pieno. Sicuramente il luogo, proprio il posto dove è ubicato lo studio, questo limoneto molto grande, cambia proprio l'intenzione, l'atmosfera che si crea quando si compone.

L: Crea un campo energetico particolare…
T: Compresi i tempi lunghi, ovviamente. E per quanto riguarda l'acidità: i limoni li mangiavamo.

Le canzoncine di Natale, il Giorno di Maria nel titolo… Ora, io mi chiedo: è arrivata la rivincita del cattolicesimo nel pop?
T: In realtà Lorenzo è un sacerdote, anzi un pastore protestante.

L: E' stato un po' casuale. Perché, come ti dicevamo prima, tutto è nato nel periodo natalizio, quindi ci sembrava carino omaggiare l'aspetto che comunque c'ha portato fortuna, che c'ha fatto conoscere appunto Emiliano e Giacomo, c'ha fatto firmare con la 42, e quindi due brani natalizi ci volevano per forza.

Andrea: E' comunque una bella componente per noi, il sacro e il profano.

A parte la religione, comunque, si avverte un po' di malinconia…
T: Un po'?

L: Durante la gestazione del disco è successo un po' di tutto.

B: Siamo delle persone profondamente malinconiche noi.

L: Ma non è malinconoia… (ridono, NdA)
B: Intendevo proprio sotto il profilo artistico. Voglio dire, ognuno di noi ha anche degli altri progetti e fa delle canzoni, e se tu le ascoltassi non ne troveresti due allegre e solari di seguito.

T: E' che c'è del nichilismo nel vezzo del romanticismo.

B: Malinconia e romanticismo sono legati tra loro. Perché tu che sei malinconico tendi a scavare dentro te stesso e a sondare quelli che sono i tuoi sentimenti più profondi.

A: Comunque siamo anche persone allegre e gioiose, eh! Ci divertiamo come dei matti in studio.

T: Non è che sono solo padellate sulle palle, come dici tu. Il 90% del tempo lo passiamo a ridere.

A: Certe volte anche a prescindere dalla canzone in sé, comunque anche il suono, pure quando le atmosfere sono un po' diverse è proprio il suono. Lui è davvero floydiano quando registra.

T: Sì, in effetti siamo pinkfloydiani fino allo svenimento.

Va bene. Ok la malinconia, ma perché le delusioni d'amore ispirano più canzoni dell'amore felice?
T: Perché è rarissimo l'amore felice!

B: La mia esperienza personale mi porta a dire che quando qualcuno è intrinsecamente malinconico, anche le canzoni sull'amore felice possono uscire così, magari non per intero, però una nota, una chiusura.

L: Quel la minore napoletano, insomma. (ridono, NdA)
T: C'è anche un gioco da questo punto di vista. Mentre l'atmosfera sonora può essere riconducibile alla malinconia appunto, i testi possono essere anche più divertenti.

L: Fortemente ironici.

Di cosa parla l'intermezzo polacco? Come v'è saltato in mente?
L: Eeeeh! Quella doveva essere l'apertura del disco, poi abbiamo deciso che stava meglio a metà. Perché poi cambia anche un po' l'atmosfera, anche perché è un cd, ma l'abbiamo pensato un po' come un vinile. Comunque la canzone è un po' la descrizione degli Albanopower. A dire il vero il brano doveva essere in coreano, poi abbiamo perso il ristorante nippo-bolognese.

T: Questa è vera. Avevamo chiesto a questa ragazza coreana che ci lavorava, ma che è una cantante, di cantare su quella base. Poi le cose sono andate per le lunghe, il ristorante ha chiuso e abbiamo perso i contatti, quindi l'abbiamo chiesto alla nostra amica Olga, appunto polacca. Doveva essere il brano che apriva il disco e non volevamo che fosse né in italiano né in inglese.

E a proposito, chi ha lo zio in Nuova Zelanda?
T: Abbiamo uno zio in comune.

L: Ma tu dimmi chi non ha, al sud, un parente in Nuova Zelanda.

E invece, di chi è la zia Margherita?
T: E' la moglie dello zio che sta in Nuova Zelanda!

L: Sono un po' tutti personaggi stereotipati.

Anche Rose è inventata?
T: C'è un filo conduttore in tutto il disco. In realtà, Maria non si riferisce esattamente alla Maria cattolica, è un po' la storia di tre ragazzi, Rose è una di questi, che vivono delle passioni ma anche delle situazioni molto dure, ciniche. Comunque nessuno di noi ha una ragazza che si chiama Maria.

L: Maria è un po' la donna simbolo dell'eccellenza.

(Love will tear us apart)

Ma tornando un attimo al disco, più in generale, per voi in amore è meglio la pazzia o la serenità?
T: Ma è marzulliano! …e non è ancora mezzanotte.

L: La pazzia serena! Ci vuole sia la serenità che la pazzia, ambire ad un equilibrio. Forse un po' più di serenità, ma la serenità non fa scrivere le canzoni.

B: Un amore folle però può dare serenità.

Partendo dalla descrizione del disco della nota che l'accompagnava, sembra che ogni canzone prenda spunto da dediche più o meno evidenti ad altri artisti. Ogni artista corrisponde anche ad uno stato d'animo?
L: Non è esattamente così. Forse è stata una cosa inconscia: scrivendo quella cosa lì, è venuta fuori per associazioni. Ma non siamo direttamente accostabili a qualcosa.

T: In realtà non c'è mai un'intenzione in partenza, ogni volta cerchiamo di dimenticare tutto quello che conosciamo quando suoniamo.

A: Lorenzo ha creato un po' il mondo Albano. Ovvero quello stare abbastanza attenti a non fare in ogni pezzo la stessa cosa, così come a mettere in ogni pezzo una chicca Albano, comunque fuori dai generi indie, piuttosto che surf, o elettronico.

Bene ragazzi. Questa sera è la presentazione ufficiale del disco. Cosa vi aspettate?
L: Ci aspettiamo che le persone vadano a vedere i Subsonica e Ben Harper. (quella stessa sera a Roma, NdR)
T: E che restino solo le persone che vogliono veramente ascoltare gli Albanopower!

L: Noi siamo bravissimi e non abbiamo paura.

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L'articolo Albanopower - Circolo degli Artisti, Roma, 17-04-2009 di Elisabetta De Ruvo è apparso su Rockit.it il 2009-05-25 00:00:00

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