Di Capua da Napoli

Gabriella Di Capua viene da Napoli, ha studiato a Milano e ora vive a Roma. Tra tutti questi spostamenti non ha mai smesso di cantare. Ecco la sua storia e qualche spoiler sul nuovo album

Gabriella Di Capua è una cantante nata a Piano di Sorrento e cresciuta in una piccola città in provincia di Napoli. Dopo aver studiato canto jazz a Milano si è trasferita a Roma. Ormai vive nella capitale da più di un anno e il canto è rimasto il suo punto fisso tra mille spostamenti. "Non faccio altri lavori e fortunatamente – almeno finora – sono sempre riuscita a vivere di musica", racconta. Ha appena pubblicato il suo nuovo singolo, I Need You, Man (Aqvamarine), ma sta già lavorando al suo prossimo album. Ci facciamo raccontare com'è arrivata fino a qui e come suona il suo nuovo brano.

Come ti sei formata a livello artistico? 

Ho cominciato a suonare il piano a 4 anni e quando da piccola chiedevano la classica domanda cringe: "Cosa vuoi fare da grande?" rispondevo sempre di voler essere una pianista. Per motivi personali poi ho smesso verso i 9 anni, avvicinandomi in adolescenza alla pittura e al disegno. Ero quasi convinta di voler studiare grafica e arti figurative, ma sentivo di aver lasciato in sospeso la musica e non potevo vivere con questo rimpianto. Subito dopo il liceo, ho iniziato il Conservatorio e mi sono trasferita a Milano per studiare canto jazz al Conservatorio di Milano G. Verdi.

Con chi collabori?

Il 2021 ha portato nella mia vita Pellegrino, con cui all'inizio collaboravo come voce femminile nel suo progetto. Nel corso dei mesi siamo diventati anche grandi amici, abbiamo iniziato a lavorare insieme al mio progetto e a quelli della sua etichetta: Early Sounds Recordings. Ci definiamo "una squadra fortissimi".

Gabriella Di Capua – foto stampa
Gabriella Di Capua – foto stampa

Che genere di musica fai?

La mia musica viene da tutto ciò che ascolto, anche se non sono un’ascoltatrice seriale. Le mie prime influenze vengono dal jazz, poi ho iniziato ad ascoltare hip hop, new soul, passando per il new jazz fino ad arrivare al trip hop, che è la definizione in assoluto che preferisco. Ciò che cerco nei miei ascolti è perdere la cognizione del tempo e dello spazio, riuscire a tirare fuori immagini dalle note, piombando in una sorta di trip (ma senza drugs). L’immancabile pulsazione della batteria groovy, con influenze hip-hop, lo-fi e sintetizzatori, e pad che danno sensazioni elettroniche.

A chi ti ispiri?

Nei miei ascolti c’è di tutto. Seguo le melodie e le armonie che reputo interessanti, possono esserci anche generi contrastanti a quelli che seguo per la mia musica. In generale, ascolto e mi ispiro a Jordan Rakei, Little Simz, Jonwayne, James Blake, Theo Croker, Jamie XX, SBTRKT, Massive Attack, SAULT, BADBADNOTGOOD, Hiatus Kayote, KAYTRANADA e la smetto se no la lista non finisce più. 

Genesi e significato complessivo del tuo ultimo lavoro?

Il brano I Need You, Man (Aqvamarine) nasce a Milano nel 2019 circa. Ero sul divano della mia prima casa, mentre cercavo di buttare giù le emozioni di una strana storia che stavo vivendo in quel momento. Il brano – una miscela di trip hop, jazz ed elettronica urban, cantato in inglese – è una storia struggente di bisogni, dubbi e negazione che parla delle profondità dell'animo umano, di due persone che si trovano per poi allontanarsi, lasciandosi dietro un senso di nostalgia e rimpianto. È un viaggio alla scoperta di se stessi, verso un risveglio emotivo. L’estetica è incentrata sull’immagine plastica di un momento, intesa come fotografia di un’emozione. È ispirata al mio vissuto e ad un quadro di Hans Adolf Bühler dal titolo Die Heimkehr (Ritorno a casa). Nel ritornello, come nel quadro, si parla di un uomo che posa la testa sulle ginocchia di una donna, cercando riparo e conforto.

Gabriella Di Capua – foto stampa
Gabriella Di Capua – foto stampa

Ci racconti un aneddoto di un tuo live?

Personalmente voglio che ogni live sia un’esperienza a sé. Anche se la scaletta è sempre uguale, ci tengo che i pezzi vengano suonati in modo diverso, per lasciare spazio all’improvvisazione e all’inventiva di ogni musicista. La sensazione più bella è quella che provo quando le persone vengono sotto al palco e si perdono con noi in un viaggio. Spero sempre possano essere trasportati dall’immaginazione e dalle vibrazioni della musica. In ogni live c’è uno spazio speciale per il mio batterista Salvatore Rainone. Tutte le volte che torna in posizione dopo l'assolo ridiamo. Riprende il groove e io, con voce suadente, dico il suo nome. È diventato un audio che inoltriamo su Whatsapp per prenderci in giro.

Progetti futuri?

Con Pellegrino stiamo lavorando al mio nuovo album, questa volta in italiano. Stanno uscendo fuori tante belle idee, diverse da ciò che ho fatto finora e sono molto contenta proprio di queste differenze che ci sono tra noi, dalle reference musicali, dal background, all’approccio alla produzione. Ho intenzione di cambiare molte cose, a partire dal nome (spoiler), creando anche un’estetica nella quale poter essere riconoscibile ancor di più e provare anche a portare questo progetto fuori dall’Italia.

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L'articolo Di Capua da Napoli di Redazione è apparso su Rockit.it il 2023-05-24 19:10:00

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