I Seneca Effect sono quattro musicisti valtellinesi con vite diurne da ingegneri, hacker e insegnanti, e notti passate a disertare il presente a colpi di post-punk. La loro musica nasce dalla provincia e da un’epoca di fermento locale.
Con Disertare, concept album sulla crisi ecologica, hanno distorto e suonato sulla fine quotidiana del mondo. Cantano l’apocalisse a tempo sincopato, e quando sotto al palco i bambini ballano la fine del mondo, loro sorridono. Perché, dicono, «la musica o è per tutti, o è per nessuno».
Come vi siete formati a livello artistico?
Tutti e quattro abbiamo gravitato, in momenti diversi, nella scena musicale valtellinese degli anni Dieci del Duemila. Suonavamo in band differenti, ma ci ritrovavamo nella stessa sala prove — un vecchio seminterrato chiamato Lokalino — e agli stessi concerti nei locali della zona. Era un periodo vivo, pieno di fermento, festival, circoli e sperimentazione. Si suonava ovunque: era il tempo dei Milaus, dei Manetti!, e la musica si viveva.
Quando avete cominciato a fare musica assieme?
Ci conosciamo da sempre, come spesso accade in provincia. Musicalmente abbiamo già collaborato in passato in diverse combinazioni e progetti, spaziando dal grunge al post-rock, passando per il post-folk e lo stoner. Seneca Effect è solo l’ultima incarnazione di un sodalizio che ha radici profonde.
Come definireste la vostra musica?
La definizione più vicina potrebbe essere post-punk, anche se le etichette raccontano sempre solo una parte della storia. Siamo in formazione classica: basso, chitarra, batteria e voce in italiano. Il basso è centrale, con uso massiccio di chorus e distorsione, linee sincopate e arpeggiate che creano tensione e profondità. La batteria richiama le sonorità anni '90/2000, ma con tempi più dritti, a favore dell’immediatezza, mantenendo l’impatto sonoro del grunge e dello stoner. La chitarra cerca un equilibrio tra anni '90 e primi 2000, con qualche incursione negli '80, tra suono elaborato e accessibilità. Vogliamo fare musica che arrivi perché crediamo che la musica o è per tutti o è per nessuno.
A chi vi ispirate?
Ascoltiamo molto e di tutto, ma non ci ispiriamo direttamente a nessuno. Anche se, come diceva Omero, dietro Nessuno c’è sempre Qualcuno. Quando ci dicono che ricordiamo i primi Litfiba, i Diaframma, ma anche i Marlene Kuntz, gli Afterhours o The Cure, non ci offendiamo. Il cantato in italiano attiva certi frame mentali e crea connessioni spontanee, anche nel pubblico.
Qual è il significato di Disertare?
Disertare è un concept album in dieci brani che indaga il nostro tempo, in particolare la crisi ecologica e climatica. L’abbiamo registrato al Bleach Recording Studio con Andrea Maglia. È un lavoro che suona la fine del mondo in corso, questa apocalisse a rate che viviamo e alimentiamo ogni giorno. Qualcuno ha detto che è l’incontro tra il post-punk e la filosofa delle catastrofi. L’intento era chiaro: confrontarci in chiave esistenziale con la crisi, declinandola attraverso il nostro suono. Disertare è un artefatto sonoro e cognitivo che vuole raccontare lo spirito del tempo.
Ci raccontate qualche live che vi è rimasto impresso?
Ce ne sarebbero tanti. Ma ci piace ricordare quando suoniamo in eventi dove ci sono anche bambini, che finiscono per ballare e rotolarsi sotto il palco sulle note della fine del mondo. Un contrasto che ci regala sempre un sorriso. Oppure quella volta in cui abbiamo condiviso il palco con i Motorpsycho: durante l’esecuzione di Obbedire alla notte — una cavalcata punk con uno spoken-word in italiano ispirato alla premeditatio malorum — ce li siamo ritrovati sotto palco, ad ascoltarci increduli. Probabilmente non capivano molto della nostra dissertazione sulla crisi climatica, ma erano lì, coinvolti.
Progetti futuri?
Suonare il più possibile e portare il nostro lavoro a più persone. Nel frattempo continuiamo a scrivere nuova musica, perché è quello che ci piace fare. Non sappiamo ancora dove ci porterà ciò che stiamo già costruendo, ma non escludiamo che i temi possano cambiare, pur mantenendo lo spirito punk di denuncia del tempo che ci è toccato in sorte.
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L'articolo Disertare l'effetto Seneca di Redazione è apparso su Rockit.it il 2025-07-17 10:35:00
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