Vega Enduro - e-mail, 10-04-2003

I bresciani Vega Enduro, a dir la verità non particolarmente loquaci, rispondono alle nostre domande via e-mail per soddisfare le curiosità relative al loro omonimo esordio targato Great Machine Pistola/Urtovox.



Scusate l’inizio poco ortodosso: ma voi chi siete, da dove spuntate?’ Potete spiegare ciò che dice di voi il comunicato stampa della Urtovox, circa la difficoltà nel convincervi ad ‘uscire’? E che significa (se non è chiedere troppo) la frase “personaggi sconosciutissimi in quanto musicisti ma ben noti in vesti più ‘rispettabili’”? Semplice mitopoiesi o inquietante realtà?
Nell’ormai lontano ’95, data a cui si riferiscono le nostre prime registrazioni, non sapevamo quello a cui saremmo andati incontro; dopo quel periodo, però, c’è stata una ‘pausa di riflessione’. Purtroppo 5 anni di astinenza non sono bastati per disintossicarci: il ‘profumo’ di cantina, che chi suona nei sotterranei conosce bene, ci aveva ormai contaminato in modo irreversibile e così col nuovo millennio pipistrelli topi e scarafaggi hanno dovuto trovare una dimora alternativa agli amplificatori.

Cosa significa Vega Enduro? (lo so, è una domanda cui nessun gruppo vorrebbe mai rispondere… liberissimi, quindi, di mantenere il segreto’)
Per chi non lo sapesse ‘enduro’ è un tipo di veicolo a due ruote concepito per districarsi sia sull’asfalto che sullo sterrato (una via di mezzo tra la strada e il cross). Tempo fa ci si divertiva anche così dalle nostre parti, ma poi è diventato sempre più difficile poterlo fare per mancanza di spazio. E allora perché non andare a rompere i maroni anche a una stella lontana sul cui suolo non esistono ostacoli all’infuori di quelli naturali? Vega Enduro, quindi, è anche il nostro sound.

Quanto ha influito la produzione di Ferrario sul vostro suono ‘originale’ e cosa ha significato lavorare con lui (voglio dire: si tratta, indubbiamente, di uno dei produttori più ‘cool’ del momento)? Com’è nato il vostro incontro?
Con Giovanni ci si conosce da tempo, e il suo apporto è stato determinante e indispensabile anche se non ha inciso particolarmente sul suono originario. Lavorare con un personaggio di tale spessore non è facile, ma alla fine ci si rende conto che ne vale la pena.

E i quattro brani demo del ‘95? Una scelta piuttosto strana quella di inserirli in un disco ‘vero’... Si tratta forse di un modo di prendere le distanze dal trend guidato dai vari Strokes e White Stripes, dimostrando che il vostro suono è questo da molto prima che i succitati ‘esplodessero’?
Strokes e White Stripes ci piacciono, ma preferiamo Tom Verlaine e i Television. Il motivo per cui sono stati inseriti i brani in versione ‘demo’ fa parte della filosofia vegaenduriana.

Il vostro esordio è sponsorizzato da Great Machine Pistola e Urtovox, Brescia e Firenze: com’è avvenuto questo ‘matrimonio’?
Il classico matrimonio per amore.

Le vostre liriche sono in inglese e il vostro suono sicuramente internazionale: esiste la possibilità che i Vega Enduro oltrepassino i confini patri? Se foste americani, inglesi o, perché no, francesi, tedeschi o belgi, sentiremmo, probabilmente, molto parlare di voi: perché, secondo voi, i gruppi italiani rarissimamente ‘spaccano’ all’estero? Inferiorità qualitativa o discografia handicappata?
Mah, forse anche per le nostre origini latine.

Un’ultima cosa: bella la copertina’ Enigmatica e autoironica... o sbaglio? Ce l’ha un significato preciso o è puro ‘divertissement’?
E’ stata concepita unicamente per soddisfare le manie esibizionistiche del chitarrista.

Complimenti per il disco e buona fortuna!
Grazie.

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L'articolo Vega Enduro - e-mail, 10-04-2003 di Nicola Bonardi è apparso su Rockit.it il 2003-06-10 00:00:00

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