Intervista agli Afterhours all'Easy Rider di Pisa

Ai microfoni di Rockit Manuel Agnelli, cantante e leader del gruppo.



Rockit: Ciao Manuel, benvenuto su Rockit. Dato che sei anche produttore, quindi di musica ne dovresti ascoltare tanta, dimmi un po’ le tue influenze musicali

Manuel: Di tutto: io ho 31 anni, per cui ho ascoltato tanta roba. Lasciamo perdere musica classica, jazz, influenze importanti che non le ritrovi al livello di musica ma piu’ al livello di mentalita’, di schemi e strutture: io ho studiato per dieci anni pianoforte!!!. Forse i Pixies sono una delle piu’ grandi influenze musicali pop-rock che ho avuto: un gruppo che poi ha generato tutta la scena grunge degli anni novanta; e poi gruppi come i Replacement, gli Husker Du, tutto il post-punk fine anni settanta. Oppure anche gruppi come i Television, o Patti Smith e ti potrei fare ancora mille nomi.

Rockit: Dal loro esordio gli Afterhours hanno avuto qualche cambiamento, tipo il passaggio dall’inglese all’italiano. Vi ritenete maturati?

Manuel: Sicuramente da "Germi" abbiamo fissato i punti principali del progetto, per cui credo che il gruppo sia maturato perche’ ha individuato i veicoli di comunicazione. Con "Hai paura del buio?" li abbiamo sviluppati e siamo andati oltre; credo che siamo un gruppo in continua crescita perche’ non siamo mai contenti di quello che facciamo, ogni punto e’ di partenza ma mai di arrivo.

Rockit: Il nome Afterhours?

Manuel: E’ una canzone tratta dal terzo album dei Velvet Underground che ci piaceva ai tempi perche’ era un pezzo tranquillissimo, mentre noi facevamo delle cose molto caotiche; pero’ ci piace perche’ ha assunto un nuovo significato con gli afterhours e lo abbiamo tenuto anche per quello. Prima succedeva che arrivasse gente che si aspettava tutt’altro e si trovava davanti un concerto rock.

Rockit: Hai prodotto svariati artisti: cosa ti e’ rimasto di queste produzioni e cosa preferisci

Manuel: Produrre altra gente e’ uno stimolo eccezionale perche’ si tratta di rapportarsi con altre personalita’, con una sorta di rispetto addirittura superiore al lavoro che faccio con gli Afterhours, perche’ sono altri artisti ed e’ il loro progetto. Quindi mi ha fatto crescere molto come musicista, come artista e anche come persona

Rockit: Cristina Dona’?

Manuel: Be’, sicuramente lei e’ una spanna sopra gli altri da tutti i punti di vista, sia al livello di talento che al livello di intensita’. Non ha ancora dato il meglio, aspettate perche’ deve ancora venire.

Rockit: Scisma?

Manuel: Gli Scisma sono un gruppo molto interessante per il gusto che hanno, per le sonorita’, per gli intrecci. Hanno una mentalita’ molto elastica, sono portati a sperimentare e questa e’ una cosa che in Italia non e’ scontata

Rockit: Cosa consigli di nuovo sulla scena italiana?

Manuel: Ci sono questi FEM, un gruppo giovanissimo ma molto promettente, i Reclusione, un gruppo zona Milano-Bergamo...ce ne sono tanti. Credo che la scena stia migliorando molto professionalmente, anche se magari non e’ ai massimi dal punto di vista compositivo, ma comunque promette bene.

Rockit: Credi che la musica buona vada avanti?

Manuel: Credo che ci siano degli ingredienti che comunque ci devono essere per rapportare la musica al mercato: la grossa novita’ per questi gruppi e’ che finalmente si possono rapportare con un mercato, e per questo sono cresciuti tanto. La musica buona ha sempre fatto piu’ fatica a trovare spazi, ma alla lunga paga.

Rockit: Rapportarsi con il mercato significa anche calare il prezzo del cd?

Manuel: Il prezzo dei cd e’ uno dei problemi, ma non e’ "il" problema, e’ importante che non ci fossilizziamo su questo. I cd sono cari, ma il problema e’ che le case discografiche non sanno lavorare i prodotti, quindi gli uffici stampa non sanno cosa stanno promozionando, non usano i canali giusti, ci credono magari anche poco.

Rockit: Il problema e’ che in Italia la musica non viene considerata un bene di consumo...

Manuel: Il problema e’ che non viene considerata intanto un’attivita’ culturale, visto che abbiamo l’iva al 20 percento: questa e’ una cosa scandalosa!

Rockit: Uno dei canali di diffusione e’ sicuramente internet: gente come Prince o David Bowie lo usano moltissimo.

Cosa ne pensi?

Manuel: E’ molto interessante, visto che permette di prodursi e distribuirsi in modo completamente indipendente, senza neanche appoggiarsi ad etichette minori.

Rockit: Il tuo rapporto con internet?

Manuel: Io non ho il computer, non ho neanche la televisione: ho voluto rinunciare ad un sacco di queste cose, non perche’ non mi interessino, mio padre per esempio sta lavorando ad un progetto su internet abbastanza grosso, ma perche’ ho voluto ritagliarmi uno spazio per me visto che non avevo piu’ tanto tempo per leggere, suonare il pianoforte ecc. ecc.

Rockit: Visto che ti piace leggere consiglia un libro, magari uno a cui sei particolarmente legato

Manuel: "American Tabloid" di Ellroy, che e’ un libro bello forte e tutto quello di Pennac

Rockit: La tournee come sta andando?

Manuel: Da Dio!!!. Stiamo riempendo tutti i locali, anche quelli che, come stasera, non ci aspettavamo di riempire; siamo anche un po’ sorpresi e questo e’ bellissimo. Non vorremmo abituarci male, ma speriamo che le cose vadano anche meglio di cosi’.

Rockit: Una curiosita’: chi sono gli architetti?

Manuel: Sono l’archetipo del milanese: finti alternativi che per sentirsi in pace con la loro coscienza votano estrema sinistra, frequentano centri sociali, pero’ le bastonate le fanno prendere agli altri e alla fine si rifugiano nei loro atellier, nei loro appartamenti da quattrocento metri quadrati. Non c’e’ niente di male se non il fatto che alla fine hanno un atteggiamento cosi’ arrogante, cosi’ prepotente che non trova giustificazione. Non e’ quello che fanno, ma come lo fanno che fa schifo: credo che Milano sia imbevuta di questo tipo di cultura, purtoppo gli anni ottanta li’ non sono finiti, ma noi vorremmo che lo fossero perche’ ci siamo rotti i coglioni.

Rockit: Progetti per il futuro, sia come produzione che come Afterhours

Manuel: Gli After gireranno in tournee’ tutto l’anno, pero’ non abbiamo i ritmi soliti dei professionisti: siamo m o l t o poco professionisti, per cui stiamo gia’ lavorando a pezzi nuovi, stiamo gia’ collaborando, c’e’ Pier che suona nei Six Minute War Madness, io faro’ delle produzioni, per esempio mi interessano i Massimo Volume, i Portorico Rus di Paola Maugeri hanno la mia produzione sicura di Febbraio e vorrei fare qualcosa con Cristina, il secondo album o qualcos’altro. Poi io sono sempre apertissimo e spererei di essere contattato da gente che fa roba molto diversa dalla nostra, perche’ non vorrei fermarmi al pop-rock.

Rockit: La tua promessa che mi hai fatto a microfoni spenti?

Manuel: Si, non ti preoccupare. Avviso tutti quelli che leggeranno questa intervista che scrivero’ qualche storia che poi verra’ pubblicata sul sito di Rockit!!!

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L'articolo Intervista agli Afterhours all'Easy Rider di Pisa di Alessandro Pollio è apparso su Rockit.it il 1998-01-10 00:00:00

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